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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Gennaio 2012
 
   
  UMBRIA: DECRETO LIBERALIZZAZIONI: POSITIVA MARCIA INDIETRO DEL GOVERNO SULL’ACQUA

 
   
  Perugia, 24 gennaio 2012 – Di seguito una dichiarazione Dell’assessore regionale Stefano Vinti: “La sostanziale marcia indietro nel Decreto Legge sulle liberalizzazioni del Governo Monti in merito alla privatizzazione dell’acqua, grazie all’esistenza di una forte mobilitazione popolare sul tema, è senz’altro da accogliere come fatto positivo, ma il procedere dell’esecutivo in fatto di liberalizzazioni, che si ritengono necessarie per la cosiddetta crescita, non ci lascia affatto tranquilli, anzi desta molte preoccupazioni. Liberalizzazioni uguale ripresa economica, liberalizzazioni uguale crescita, liberalizzazioni uguale sviluppo. Il più volte sbandierato “lenzuolo delle liberalizzazioni” è ormai divenuto la panacea per ogni male. Peccato che è facilmente verificabile come già in passato, in Italia o altrove, le liberalizzazioni hanno prodotto soltanto disoccupazione. D’altra parte non è proprio difficile capire che 5000 farmacie in più (o qualsiasi delle altre misure) non rimetteranno in sesto la nostra economia. Non sarebbe più opportuno rilanciare la ricerca e la formazione, operando tagli agli sprechi e alle spese militari? E’ solo un esempio di come si può fare cassa e investire nel futuro. Invece puntiamo su liberalizzazioni e privatizzazioni. L’acqua è appena sfuggita, il divieto di gestione pubblica del servizio idrico, sparito nell’ultima versione del decreto, è da considerarsi una vittoria del popolo dell’acqua, che ha continuato vigile in questi mesi a tenere alto l’esito referendario”. “In Umbria, faremo la nostra parte. Nel Dap, già approvato dalla Giunta, per esempio, si fa esplicito riferimento al rispetto della volontà popolare espressa con il referendum del 12-13 giugno 2011. Convinti che alla base dello stato sociale, oggi più che mai, bisogna porre la politica dei beni comuni. La crisi senza precedenti che stiamo attraversando non può diventare un alibi, non può essere motivo per l’eliminazione di diritti fondamentali come l’acqua. L’acqua non può diventare merce, deve essere gestita in modo partecipativo e senza profitto. Questo hanno votato milioni di cittadini italiani. La vicenda dell’acqua, una battaglia finalizzata a sostenere un diritto, può costituire un modello per una politica che deve essere diversa. Solo una politica fatta di partecipazione democratica e beni comuni, sarà in grado di rispondere alle sfide a cui siamo chiamati”. Stefano Vinti  
   
 

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