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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Gennaio 2012
 
   
  MONZA E BRIANZA - INDAGINE SU CENTRI STORICI E TICKET DI INGRESSO

 
   
   Monza, 25 gennaio 2012 - Gli imprenditori si dividono sull’area C di Milano. E comunque pagano: complessivamente si stima che arriveranno dalle imprese milanesi e dell’hinterland quasi 700mila euro alla settimana. Ma il 34% delle imprese lombarde rinuncia ad andare in centro Milano e il 18% parcheggia fuori dall’area C. Se il 52,8% delle imprese lombarde si schiera contro il ticket di ingresso del centro urbano, l’altra metà (47,2%) lo ritiene utile, soprattutto per scoraggiare l’uso dei mezzi privati a favore di quelli pubblici (34,3%) e per migliorare la qualità della vita in città (10,5%); pochi pensano sia una misura efficace contro l’inquinamento (2,4%). Sono contrari tout court il 34,1% degli imprenditori lombardi, mentre il 18,7% pensa che il ticket di ingresso sia dannoso per l’economia. E se il 18% degli imprenditori lombardi riesce ad evitare il centro parcheggiando fuori, per 2 imprenditori su 5 (40%), i costi dell’ingresso in città ricadono sulla propria impresa. Solo l’8% farà ricadere le spese sull’utente finale. A Milano la percentuale degli imprenditori che si schiera contro il “pedaggio” sale al 55,6%, a Monza e Brianza al 56,3%, con 1 imprenditore su 5 che lo ritiene negativo per il sistema economico. E il 44% delle imprese della Brianza preferisce non spingersi all’interno dell’area C. È quanto emerge da una stima e dalla indagine “Centri storici e ticket di ingresso”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza che ha coinvolto circa 700 imprese lombarde. “I provvedimenti per una nuova mobilità devono certamente migliorare la qualità della vita – ha dichiarato Mauro Danielli presidente dell’Osservatorio del territorio e degli immobili della Camera di commercio di Monza e Brianza -, ma al contempo non devono compromettere il sistema economico e imprenditoriale che gravita su quell’area, specialmente in questo periodo di difficoltà diffusa la nuova mobilità non può rappresentare un costo aggiuntivo per le imprese.”  
   
 

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