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Notiziario Marketpress di Martedì 31 Gennaio 2012
 
   
  ENERGIA: IN FVG 14% DA FONTI RINNOVABILI ENTRO IL 2020

 
   
   Udine, 30 gennaio 2012 - Il Friuli Venezia Giulia ha avviato il percorso per la stesura di un nuovo Piano Energetico regionale, il quale recepirà in particolare una direttiva dell´Unione europea che prevede per l´Italia l´obbligo di utilizzare, entro il 2020, almeno il 17 per cento di energia prodotta da fonti rinnovabili, sul totale dell´energia consumata. Lo ha annunciato il 27 gennaio a Udine il presidente della quarta Commissione del Consiglio regionale (Territorio, Energia e Ambiente) Alessandro Colautti, nel corso del convegno "Dal burden sharing al Piano energetico regionale", che si è tenuto su iniziativa del Ceta, Centro di ecologia teorica ed applicata di Gorizia, con il patrocinio della stessa Regione e in collaborazione con la Camera di commercio di Udine e il Caem, Consorzio artigiano Energia e Multiservizi. Il confronto, come ha spiegato il vicepresidente del Ceta, Roberto Della Torre, nasce da una situazione contingente, il cosiddetto "burden sharing", ovvero gli obblighi che una direttiva comunitaria del 2009 ha dato ad ogni Stato membro di prevedere un progressivo incremento di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Un obiettivo che per l´Italia è al 17 per cento entro il 2020 e che per il Friuli Venezia Gilia, secondo un decreto dello scorso novembre del ministero per lo Sviluppo economico d´intesa con il ministero dell´ambiente (ora all´esame della Conferenza delle Regioni), prevede, nell´ottica di un´equa ripartizione di compiti e responsabilità tra Regioni e Province autonome, che la quota di rinnovabili debba essere per il Friuli Venezia Giulia al 14 per cento, rispetto all´attuale 5 per cento. Ecco dunque che anche la nostra Regione, ha precisato Colautti (il quale ha portato il saluto del vicepresidente della Regione, Ciriani, impossibilitato a partecipare), dovrà predisporre gli opportuni atti per garantire il raggiungimento dell´obiettivo nei tempi indicati. Da qui l´avvio del percorso di aggiornamento del Piano energetico del 2007, ormai superato, che avrà come primo ´step´ un provvedimento contingente sul "burden sharing". Un Piano destinato ad essere "autentico motore dello sviluppo economico del Friuli Venezia Giulia, elemento essenziale per la ripresa produttiva, per il raggiungimento di maggiore competitività e quindi per il superamento dell´attuale crisi, grazie ad una disponibilità in tutta sicurezza di energia sufficiente, rispettosa dell´ambiente e più a buon mercato". "Finora la mancanza di scelte in termini energetici in Italia ci ha penalizzato" ha detto il presidente della Camera di commercio Giovanni Da Pozzo. "Noi ci auguriamo che a livello regionale vi sia un approccio dinamico su questi temi, in quanto in particolare il sistema manifatturiero ha come suo problema principale quello dei costi dell´energia. Un discorso che riguarda soprattutto i settori produttivi ma che inevitabilmente si ripercuote anche sul privato cittadino". Anticipando i tempi, già "con l´assestamento di bilancio dello scorso anno la Regione ha affidato al Ceta un´analisi sulla situazione delle energie rinnovabili in Friuli Venezia Giulia per individuare linee guida per poter sviluppare una politica equilibrata tra le varie forme di energia alternativa, dall´eolico alle biomasse, dal fotovoltaico all´idroelettrico, eccetera", ha ancora indicato Colautti. "In Tutta Europa c´è una grande sensibilità verso queste tematiche, anche dopo la tragedia nucleare di Fukushima", ha evidenziato il presidente della quarta Commissione. "Il convegno di oggi ha quindi avuto anche un interesse pratico immediato: fare il punto sulle best practice a livello europeo e dunque su quali strade intraprendere per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, nonché per l´accesso a finanziamenti europei, che premiano progetti innovativi". Tra le nuove tecnologie spiccano le cosiddette "Smart Gride", reti intelligenti, a conformazione "stellare", in cui l´energia prodotta rimane in circolo, viene immagazzinata, e quindi utilizzata quando serve da chi ne ha necessità laddove essa viene prodotta. Con flessibilità, partecipazione attiva e vantaggi dei clienti. Se ne potrebbero realizzare tante, sparse un po´ ovunque.  
   
 

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