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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Febbraio 2012
 
   
  GLI ALLEVATORI DEL TRENTINO IN ASSEMBLEA PER PARLARE DI AUTONOMIA

 
   
  Pubblico folto ed attento, ieri, alla Federazione provinciale Allevatori a Trento per una giornata di riflessione. Si è parlato di autonomia con Gianfranco Cerea, di crisi e cooperazione con don Marcello Farina, di solidarietà attraverso il filmato "La Transumanza della pace", di Gianbattista Rigoni Stern. "C´è un filo che lega gli interventi di oggi - ha commentato il presidente Lorenzo Dellai - ed è quello rappresentato dalla nostra Autonomia. La riflessione sui temi della nostra Autonomia non riguarda solo il ceto politico, ma l´intera comunità trentina: oggi avete attuato una parte di quel percorso che ho definito ´gli Stati Generali dell´Autonomia´, attraverso il quale tutte le componenti della nostra società dovranno diventare più coscienti di cosa significa Autonomia, ovvero di quali sono i diritti e i doveri". All´incontro, accanto al presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai e al presidente degli allevatori trentini Silvano Rauzi, hanno partecipato l´assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami; il sindaco di Trento Alessandro Andreatta; il presidente della Camera di Commercio di Trento, Adriano Dalpez; il presidente del Forum Trentino per la Pace, Michele Nardelli. "Gli Stati Generali dell´Autonomia - ha detto ancora Dellai - non dovranno essere una riunione di addetti ai lavori, ma ognuno sarà chiamato a dare il proprio contributo e a riflettere su questo percorso. L´autonomia è come un giardino, va prima di tutto amato: spesso infatti mi accorgo che esiste un´idea banale della nostra Autonomia, mentre essa è un cammino secolare di persone, di esponenti di una comunità che hanno cercato di costruire ambiti di autogoverno e di democrazia. Poi, come un giardino, l´Autonomia va conosciuta e comunicata ai nostri giovani, ma non solo attraverso l´azione delle scuole, anche attraverso le famiglie che devono spiegare ai propri figli le ragioni dell´Autonomia. Oggi ormai il 10% dei ragazzi trentini è di origine straniera e quasi il 20% sono figli di persone non nate in Trentino. Quindi come prima cosa dobbiamo far capire a loro cosa è la nostra Autonomia. Infine questo giardino va non solo mantenuto, ma rinnovato, ovvero dobbiamo avere il coraggio di riformare. Questo significa ragionare a 360° sulla nostra Autonomia ed è un compito che ci coinvolge tutti da vicino". Il presidente degli allevatori trentini, un comparto che sta dando segnali di ripresa con oltre 1.200 soci, ha quindi messo in evidenza punti di forza e debolezze del sistema: "Rispetto all´Alto Adige abbiamo una zootecnia più urbanizzata, quindi più facilmente adattabile in prospettiva, però abbiamo una estrema parcellizzazione perché in Trentino non esisteva la tradizione del maso chiuso, inoltre il territorio coltivato per la maggior parte non è di proprietà e questa è sicuramente una criticità del sistema. Per il futuro credo che la zootecnia resisterà solo sull´arco alpino, ovvero in Trentino, in Alto Adige e in Valle d´Aosta, dalle altri parti sta scomparendo". Successivamente Gianfranco Cerea ha approfondito vantaggi ed opportunità che l´autonomia offre alla comunità trentina, partendo dalla premessa che il Trentino ha una storia completamente diversa da quella del resto d´Italia: "Nel 1938 il Trentino Alto Adige era la regione più povera dell´Italia, oggi invece è al secondo posto, subito dopo la Lombardia. Non c´è in Italia una regione che ha compiuto un simile progresso economico. Diversi sono i fattori che hanno permesso questo sviluppo. Prima di tutto va detto che qui esisteva una tradizione di autogoverno che altrove non c´era. Nel secondo dopoguerra - ha proseguito il professor Cerea - lo statuto di Regione autonoma venne assegnato, oltre che al Trentino Alto Adige, anche alla Sicilia, alla Sardegna, alla Valle d´Aosta e, successivamente, al Friuli Venezia Giulia. Ma per esercitare l´autonomia servono le norme di attuazione. Ebbene, il Trentino è quello che ha approvato il maggior numero di norme di attuazione". La differenza dunque del Trentino sta nella sua tradizione secolare all´autogoverno, che altrove manca. Una storia quindi peculiare, anche su altri fronti: "Nel 1861 - ha proseguito Cerea - il tasso di analfabetismo in Trentino era bassissimo rispetto alle altre regioni, solo il 21%, perché l´obbligo scolastico fino a 14 anni fu introdotto in Trentino fin dalla seconda metà del ´700, mentre in Italia la frequenza scolastica obbligatoria fino a 14 anni venne introdotta solo duecento anni dopo, ovvero nel 1962". Le differenze vi sono anche sul fronte della spesa pubblica: "Secondo dati recenti - ha continuato Gianfranco Cerea - la spesa pubblica in Trentino è di 7.500 euro a testa, rispetto a una media italiana di 3.000 euro. Ma questo bilancio non tiene conto delle competenze, perché qui scuole, sanità, viabilità sono a carico della Provincia mentre nelle altre regioni sono a carico dello Stato. Per fare un paragone corretto dovrei analizzare la spesa consolidata, ovvero la spesa complessiva, e qui le differenze non sono così sostanziali". Infine Cerea ha ricordato che la spesa corrente della pubblica amministrazione per abitante in Trentino è vicina alla media italiana (10 mila euro a fronte di un dato medio del centro nord di 9.200 euro) e la spesa per investimenti è invece il doppio (4 mila euro per abitante rispetto a una media del centro nord pari a 1.700 euro), concludendo: "Il Trentino ha un reddito per abitante più alto di quello tedesco e, in questo momento di crisi, il tasso di disoccupazione è il più basso d´Europa, ovvero è il 3,9%, mentre il peso del pubblico è in linea con il Nord Europa. In questo senso vorrei fugare l´affermazione che i paesi dove la pubblica amministrazione è presente sono quelli più poveri: la Danimarca ha una spesa pubblica che è oltre il 50% del reddito ed è il paese più ricco in Europa". A don Marcello Farina quindi il compito di proporre una riflessione spirituale a partire dalla figura di don Lorenzo Guetti: "Tra i grandi combattenti per l´autonomia trentina nell´Ottocento c´è questo prete giudicariese, che ha fondato le prime cooperative e casse rurali, e che lottò perché i trentini potessero gestire in proprio l´autonomia politica". In conclusione il filmato "La Transumanza della pace" di Gianbattista Rigoni Stern e Roberta Biagiarelli dedicato al progetto, sostenuto dalla Provincia autonoma di Trento, con il quale 48 mucche della val Rendena sono state donate alle famiglie di Srebrenica, la cittadina della Bosnia tristemente famosa per il massacro di oltre 8.000 persone durante la guerra balcanica. I protagonisti di questo documentario sono Gianni Rigoni Stern, artefice di questo esempio di solidarietà tra Comunità, gli allevatori del Trentino e in particolare della Val Rendena e la comunità residente sull’Altopiano di Suceska-srebrenica, costituita da persone che sono tornate a vivere dal 2000 in territorio bosniaco, dopo i tragici fatti legati alla guerra dei Balcani (1992-1995). La consegna del bestiame è stata la prima tappa di un processo iniziato un anno prima e ancora in corso; Rigoni Stern ha compiuto nel corso del tempo vari sopralluoghi e poi ha iniziato a tenere delle lezioni per poter trasmettere alla popolazione l’esperienza e le tecniche base per coltivare e allevare. Sono state scelte le vacche di razza Rendena perché sono animali molto adattabili e idonei alla zona e al clima di Suceska. "Nel 2010 abbiamo portato 48 manze rendene in Bosnia - ha commentato Rigoni Stern -, durante lo scorso Natale abbiamo condotto altre 31 manze e a breve verranno donati due trattori usati per coltivare la terra".  
   
 

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