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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Febbraio 2012
 
   
  ASSODEM: “NESSUNA TRASPARENZA E GARANZIA DELLA CONCORRENZA NELL’ACCORDO DEL COMUNE DI ROMA SULLA ROTTAMAZIONE VEICOLI A DOMICILIO”

 
   
  Roma, 9 febbraio 2012 – Assodem (l’Associazione che in Fise Unire/confindustria rappresenta le il comparto della demolizione veicoli) ha scritto ieri al Sindaco del Comune di Roma segnalando la presunta irregolarità dell’Accordo reso noto negli scorsi giorni tra Roma Capitale e la società privata Sicurezza Ambiente in tema di “demolizione auto e ciclomotori a domicilio”. Come si legge sul sito dei Roma Capitale, dove il servizio viene messo in evidenza: “L’accordo prevede che, chi debba smaltire un veicolo, chiami la centrale operativa di Sicurezza e Ambiente al numero verde 800898989, operativo 24 ore su 24, 365 giorni all’anno”. L’associazione sottolinea come “A Roma operano, autorizzati dallo stesso Sindaco di Roma nella sua qualità di Commissario Delegato per la mobilità, oltre 100 impianti, ma con quest’iniziativa, il Comune ha di fatto inteso ‘sponsorizzare’ solo l’attività di alcuni ‘prescelti’, producendo in questo modo eventuali gravi distorsioni nei meccanismi di concorrenza di questo mercato”. Ferma restando la possibilità del Comune di siglare con soggetti privati accordi ritenuti vantaggiosi per gli utenti finali, l’Associazione denuncia la mancata trasparenza con cui si è arrivati all’intesa e la scelta di non voler sentire e coinvolgere gli altri operatori del settore. L’associazione sottolinea come i costi previsti dall’accordo (78 euro per le auto) siano perfettamente in linea con quelli di mercato e quindi proponibili ai cittadini anche dalle altre aziende attive nella demolizione veicoli sul territorio romano. L’associazione, quindi, chiede di conoscere motivazioni e modalità che hanno portato all’assegnazione dell’incarico a una singola società privata, a discapito delle altre aziende ugualmente autorizzate dall´Amministrazione, auspicando un immediato incontro con i rappresentanti delle Associazioni che rappresentano gli operatori “esclusi” al fine di rivedere l’accordo, aprendolo a tutti gli oltre 100 Centri di raccolta autorizzati.  
   
 

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