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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Febbraio 2012
 
   
  POMODORO: LA COESIONE VINCE A PARMA IN PROVINCIA L’ASSEMBLEA DEL DISTRETTO DEL NORD ITALIA. FERRARI: “REALIZZARE UN PIANO TRIENNALE PER ESSERE INTERLOCUTORI A LIVELLO NAZIONALE E EUROPEO”

 
   
   Parma – Un Piano triennale delle attività all’insegna della coesione, i bilanci preventivo e consultivo in linea con una struttura leggera, due nuovi soci che sono la Provincia di Pavia e Confapi Piacenza. Sono questi i temi discussi e approvati oggi dall’Assemblea del Distretto del Pomodoro del Nord Italia riunitasi oggi in Provincia a Parma. Per i 62 soci dell’organismo un’occasione non solo di confronto sul futuro ma anche per cogliere un importante risultato: il cambio di “status” dell’associazione che da volontaristica così come era nata per scelta di soggetti pubblici e privati - produttori e trasformatori - diventa a tutti gli effetti un soggetto pubblico. Il 28 dicembre scorso arriva infatti al Distretto il riconoscimento da parte della Regione Emilia Romagna di “Organizzazione Interprofessionale (Oi)”, la prima del genere partita dal basso per aggregazione dei soggetti di una filiera agroalimentare, che si propone obiettivi condivisi per il miglioramento della qualità e della competitività della filiera nel suo insieme. “Un passaggio formalmente rilevante perché oggi diventiamo organizzazione interregionale e interprofessionale – spiega il presidente del Distretto Pier Luigi Ferrari - rappresentare una filiera rilevante per l’economia del pomodoro nell’Italia e in Europa significa assumerci davvero delle responsabilità. La nostra missione è la competitività cioè rendere il pomodoro, che in questi territori ha sempre avuto una tradizione, forte e di qualità e quindi farlo apprezzare dai mercati e dai consumatori. La coesione è l’elemento essenziale che ci ha fatto arrivare fin qui, la filiera è lo strumento con il quale cerchiamo di realizzare il nostro programma per essere interlocutori a livello nazionale e comunitario”. E il Distretto - ora anche da organizzazione interprofessionale interregionale - ha declinato un piano per i prossimi tre anni che comprende diversi obiettivi. Miglioramento della qualità: proseguirà la messa a punto di metodi e strumenti per migliorare la qualità dei prodotti attraverso una progressiva armonizzazione dei Disciplinari di Produzione Integrata tra i diversi territori (Regioni) interessati e il coordinamento, rafforzamento dell’attività di ricerca e sperimentazione relative alle diverse fasi della filiera del pomodoro da industria. Servizio di informazione: si cercherà di migliorare la conoscenza e la trasparenza della produzione e del mercato. Saranno raccolte e diffuse le informazioni relative all’andamento della produzione e del mercato negli altri Paesi produttori a livello europeo e mondiale, nonché le informazioni sull’attività normativa e legislativa nazionale e comunitaria di interesse del settore. Dati statistici: come già sperimentato positivamente, continuerà l’attività di raccolta, elaborazione e diffusione agli associati delle informazioni in modo aggregato relative alla produzione e trasformazione e in particolare i dati sulle superfici destinate alla coltivazione del pomodoro da industria, le quantità e le caratteristiche qualitative del pomodoro consegnato alle imprese di trasformazione; le tipologie e quantità dei prodotti finiti ottenuti. Continuerà anche l’attività dei gruppi di lavoro, sia sulle “regole condivise” che hanno permesso, ad esempio, di gestire con trasparenza la campagna 2011 momento di passaggio dopo il termine degli aiuti comunitari accoppiati al pomodoro, su “ambiente e ricerca” e infine sulla Pac , la nuova politica europea nella cui definizione il distretto intende giocare il proprio peso. Il Distretto: cos’è, come nasce - L’associazione “Distretto del Pomodoro da Industria” nasce nel luglio 2007 per volontà dei soggetti della filiera delle Province di Parma, Piacenza e Cremona e, successivamente, di Mantova. Il numero di soci è man mano cresciuto, fino ad allargarsi alla quasi totalità dei soggetti della filiera del pomodoro dell’intero Nord Italia. L’assemblea del Distretto ha eletto come Presidente e legale rappresentante, dal 2007 ad oggi, il vicepresidente della Provincia di Parma e assessore all’Agricoltura e Attività Produttive Pier Luigi Ferrari e ha la propria sede legale presso la Provincia di Parma. L’associazione Distretto del Pomodoro da Industria - Nord Italia è costituita dai soggetti della filiera del pomodoro dell’Area Nord e a oggi conta 62 Associati che rappresentano la quasi totalità del comparto produttivo di tutto il Nord Italia. Per la parte agricola, partecipano le Organizzazioni dei Produttori, le Op di auto-trasformazione e le Organizzazioni Professionali. Per la parte industriale, partecipano le industrie Private di Trasformazione, le industrie Cooperative di Trasformazione e le Associazioni di categoria. Il Distretto è costituito anche da soci consultivi, ovvero da Enti pubblici - come le Province, le Camere di Commercio e i Centri di ricerca di riferimento del settore- che forniscono un prezioso contributo secondo le proprie competenze e garantendo tutti i soggetti della filiera. Attività del Distretto Il Distretto ha in particolare elaborato - la posizione sull’obbligo dell’indicazione sulla confezione dell’origine del pomodoro; - la posizione dell’apposizione sulla scatola del lotto e della scadenza all´atto della produzione; - l’insieme delle regole condivise per la campagna di trasformazione 2011. Ora in corso vi è la definizione delle nuove regole condivise per la campagna 2012 e la definizione della posizione sulla nuova Pac Politica Agricola del settore pomodoro. Campagna di trasformazione pomodoro 2011 Le industrie dell’area nord hanno trasformato in totale 2.556.283 t. Di materia prima coltivati su 36.603 ettari. Il pomodoro trasformato è stato destinato alla produzione dei seguenti prodotti: - concentrati con oltre 14 gradi Brix 46,8 % - pelati non interi / polpe 31,9 % - succhi e passate 7,78 % - salse preparate 2,3 % - altri prodotti (fiocchi) 1,3 % Le “regole condivise” sono state rispettate da tutti e hanno permesso di gestire al meglio le diverse problematiche agricole ed industriali insorte durante la campagna stessa.  
   
 

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