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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Febbraio 2012
 
   
  RICHIEDENTI ASILO: PER UN’ACCOGLIENZA INTEGRATA A PARMA IL PRIMO APPUNTAMENTO FORMATIVO DEL PROGETTO SALUT-ARE, INIZIATIVA DI RETE NAZIONALE GUIDATA DALLA PROVINCIA CHE COINVOLGE ATTIVAMENTE ANCHE AUSL E CIAC DI PARMA

 
   
  Parma, 20 febbraio 2011 – La diffusione capillare in tutta Italia di prassi condivise, con la creazione di équipes territoriali multidisciplinari per la presa in carico di richiedenti e titolari di protezione internazionale. È l’obiettivo di “Salut-are”, progetto di rete sull’asilo finanziato con risorse del Fondo europeo rifugiati (Fer): un’iniziativa di cui la Provincia di Parma è capofila a livello nazionale e nella quale, oltre a numerose realtà impegnate da anni su aiuto e sostegno a rifugiati e richiedenti asilo, sono coinvolti attivamente anche il Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale di Parma (Ciac), cui spetta il coordinamento gestionale, e l’Ausl di Parma. Il 16 febbraio nella Sala riunioni della Croce rossa la prima iniziativa a Parma, l’avvio di uno dei 20 corsi di formazione per operatori che si svolgeranno in questi mesi in 10 regioni italiane. È del resto proprio la formazione lo strumento su cui punta il progetto, che mira ad arrivare alla costituzione di équipe multidisciplinari territoriali per la presa in carico e la progettazione socio-sanitaria dei percorsi di diagnosi, cura e riabilitazione per richiedenti e titolari di protezione internazionale attraverso un iter partecipato incentrato in primis sugli operatori. “Multidisciplinarità” e “presa in carico integrata” le parole d’ordine, nella consapevolezza che i casi di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, i più vulnerabili in particolare, necessitino di un approccio che sappia unire e non disgiungere dimensione sociale, sanitaria e giuridica. “L’iniziativa formativa che prende il via oggi – ha spiegato aprendo il corso il direttore generale dell’Azienda Usl di Parma, Massimo Fabi – è parte di un progetto più ampio che vede i servizi aziendali in prima fila, nella promozione e realizzazione operativa sia di nuove competenze per l’assistenza sociosanitaria che di un sistema di valori basato su equità e solidarietà”. "Insieme alla Provincia e all´Azienda Usl di Parma – ha aggiunto Emilio Rossi di Ciac - è da quattro anni che siamo impegnati in progetti di ambito nazionale del Fondo europeo rifugiati, iniziative che hanno la funzione di valorizzare il servizio sanitario pubblico e di migliorare il sistema italiano di protezione dei richiedenti asilo" “La costituzione e il consolidamento di équipe territoriali rappresenta un’importante riforma del sistema asilo per lavorare con un approccio integrato e una presa in carico complessiva della personaIl modello che questa iniziativa propone mira esattamente a questo: a una maggiore efficacia dei percorsi di accoglienza, ad effettiva garanzia della tutela dei diritti della popolazione rifugiata” – sottolinea Marcella Saccani l’assessore alle Politiche sociali della Provincia ente capofila del progetto nazionale. I lavori della mattinata si sono concentrati sulla percezione della vulnerabilità, con la presentazione di una ricerca ad hoc (interventi di Michele Rossi e Marika Armento, coordinatori del progetto Salut-are), e sui percorsi dell’accesso alla rete dei servizi socio-sanitari territoriali e di emersione della vulnerabilità: Gianfranco Schiavone dell’Asgi, membro del comitato scientifico del progetto, si è concentrato su “Il sistema dell’asilo in Italia e le vulnerabilità”; e Adele Tonini, coordinatrice scientifica del Coordinamento interdisciplinare socio sanitario Ciac-ausl, ha parlato dell’esperienza sperimentale del coordinamento per la presa in carico delle situazioni vulnerabili tra richiedenti e titolari protezione internazionale. L’incontro prosegue nel pomeriggio. Alle 14 la sessione dedicata a “I percorsi dell’emersione della vulnerabilità, della diagnosi e della certificazione”, con interventi di Faissal Choroma (referente sanitario del Coordinamento interdisciplinare Ciac-ausl) su “Il protocollo di Istanbul e i relativi protocolli operativi”, e di Carlo Bracci (fondatore dell’Associazione Medici contro la tortura) su “La tutela medico legale e la certificazione come processualità multiprofessionale”. La seconda parte del corso si terrà giovedì 23 febbraio, sempre alla sala Riunioni della Croce Rossa.  
   
 

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