Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Febbraio 2012
 
   
  L’OSSERVATORIO CONGIUNTURALE II SEMESTRE 2011 DI CONFINDUSTRIA LECCO E COMO

 
   
  Como, 20 febbraio 2012 - I Centro Studi di Confindustria Como e Lecco hanno terminato nei giorni scorsi le rilevazioni e l’analisi dei dati riguardanti l’Osservatorio Congiunturale sul secondo semestre 2011. In accordo con quanto già verificato lo scorso luglio in relazione alla prima metà dell’anno, l’elaborazione condotta in collaborazione dalle due Associazioni ha esaminato indicatori riguardanti la domanda, l’attività produttiva e il fatturato, oltre che gli aspetti relativi all’approvvigionamento delle materie prime, al grado di internazionalizzazione delle imprese, agli interventi attuati per far fronte alla congiuntura economica e allo scenario occupazionale. A livello generale emerge per i due territori uno scenario in rallentamento, in linea con le tendenze nazionali caratterizzate da una marcata contrazione dei fondamentali già a partire dal mese di settembre. I dati rivelano, per contro, alcune differenze rispetto ai due orizzonti temporali sui quali l’analisi è stata condotta: mentre sul versante congiunturale, infatti, il rapporto con la prima metà del 2011 segna il passo, con riduzioni medie del 4% per i principali indicatori esaminati (domanda, attività produttiva e fatturato), il confronto tendenziale, rispetto cioè a quanto registrato nel semestre luglio-dicembre 2010, si rivela positivo e indica una leggera crescita, in particolare riguardo all’andamento del fatturato (+4.2%). Nonostante la performance congiunturale, le previsioni delle imprese del campione per la prima metà del 2012 indicano in media un incremento pari al 2% per i tre indicatori precedentemente citati, dando un segnale di lieve fiducia. A livello dimensionale, le imprese più piccole (fino a 50 occupati) hanno segnalato una congiuntura più penalizzante rispetto alle imprese medie e, sul versante previsionale, hanno rivelato minor positività. Non si sono registrare invece particolari differenze riguardo allo scenario occupazionale: sia le imprese di medie dimensioni che quelle al di sotto dei 50 occupati hanno segnalato infatti una maggior propensione alla riduzione della propria forza lavoro (il doppio rispetto a quella indicante un possibile aumento dei livelli) durante il semestre e ipotesi di una possibile ulteriore riduzione dell’organico nei primi sei mesi dell’anno in corso. Evoluzione della domanda - Gli ordini delle due province mostrano, nel secondo semestre 2011, una contrazione (-5%) rispetto a quanto rilevato nella prima metà dell’anno dove si era registrata, invece, una variazione positiva e pari al 8,6% rispetto ai livelli di fine 2010. Il rapporto con lo stesso semestre dell’anno precedente evidenzia una sostanziale stabilità della domanda (+0.6%), quasi a confermare che il rallentamento del secondo semestre abbia annullato la crescita verificatasi durante la prima parte dell’anno. L’osservatorio ha evidenziato che circa il 46% della produzione del campione risulta soggetta a dinamiche stagionali, un dato che parrebbe giustificare, almeno in parte, la contrazione della variazione congiunturale. Le aspettative per la prima metà del nuovo anno sembrano invece indicare una lieve crescita (2%). Attività produttiva - Il rallentamento registrato per la domanda ha inciso sicuramente sull’attività produttiva delle aziende dei due territori, tant’è che il livello di saturazione degli impianti è sceso di oltre cinque punti percentuali rispetto alla prima parte dell’anno: si è passati dal 76.5% registrato di giugno al 71.9 di fine anno. Nel confronto con dicembre 2010, il saldo dell’attività produttiva rimane comunque positivo (+1.3%), ma i buoni risultati dei primi sei mesi del 2011, in cui si era rilevato un aumento dell’attività dell’8.1%, sono stati vanificati da una seconda parte dell’anno decisamente sotto tono e con un indicatore sceso al -3.5%. Nei prossimi mesi le aziende si aspettano un leggero aumento dell’attività produttiva (+2.5%), dato che non è sufficiente per presagire un ritorno ai livelli ottimali di produzione ma che in un clima denso di preoccupazione rappresenta comunque un segnale di fiducia per la seconda parte dell’anno. Il ricorso a subfornitori esterni all’azienda rispecchia quanto rilevato nel corso del primo semestre del 2011. Si registra un lieve incremento nell’utilizzo di subfornitori nazionali (dal 13% di giugno al 14.9% di dicembre) e una stabilità per quanto riguarda i subfornitori internazionali (dal 3.8% al 3.3%). Approvvigionamento materie prime - Difformemente a quanto registrato a livello congiunturale, le imprese rivelano di non aver vissuto particolari criticità sul fronte delle materie prime. Durante il secondo semestre, infatti, i prezzi delle commodities sono rimasti stabili (in media le variazioni registrate sono state pari al +0.3%) senza causare aggravi sui processi logistici e sulle pianificazioni aziendali. Rispetto ai livelli di prezzi affrontati nel 2010, il campione ha indicato di aver dovuto sostenere comunque un aumento medio del 4.1% durante il secondo semestre 2011 (nel primo semestre dello scorso anno la variazione tendenziale rispetto alla prima metà del 2010 aveva evidenziato un aumento medio di ben l’11.6%). L’incidenza percentuale media del costo delle materie prime sul totale dei costi di produzione indicata dal campione si è attestata al 35.1%. Evoluzione del fatturato - A livello tendenziale l’indicatore sull’andamento del fatturato è quello che ha registrato le migliori performance. Nel confronto con la parte finale del 2010 si registra un incremento del 4.1%, anche se questo dato è molto influenzato dai buoni risultati della prima parte dell’anno. Tale tesi è avvalorata dal dato congiunturale che indica una diminuzione a dicembre del 3.9% rispetto ai primi sei mesi dell’anno. Anche in questo caso, dunque, si nota il divario tra quanto rilevato nel precedente Osservatorio Congiunturale (+9.5%) e l’attuale situazione delle aziende delle due province. Le previsioni sono in linea con quanto indicato in precedenza e per i primi sei mesi del 2012 si ipotizza un aumento del fatturato inferiore ai due punti (1.9%). Nella seconda parte del 2011 sono stati registrati rallentamenti anche dalle economie internazionali e ciò ha influito sicuramente sull’andamento dell’export delle due province. Permane certamente la vocazione all’internazionalizzazione delle aziende comasche e lecchesi, anche se le esportazioni hanno subito una riduzione del 5% nel secondo semestre dell’anno appena trascorso. Il principale mercato di sbocco delle merci prodotte è rappresentato dai paesi dell’Europa, ai quali è destinato circa il 68% delle esportazioni totali. Oltre un quinto dei beni prodotti in Italia viene venduto nei soli paesi dell’Europa Occidentale (tra i principali Germania, Francia e Spagna). Dimezzata invece la percentuale di prodotti destinata al mercato cinese (dall’1.6% di giugno 2011 allo 0.8% di dicembre) ed in calo anche le vendite nel mercato statunitense (dal 3.5% al 2.9%) e nell’America Centro-meridionale (dall’1.7% all’1.2%). Nonostante la diminuzione percentuale delle quantità di prodotto esportate le aziende dei due territori hanno indicato di aver avvertito un lieve aumento del business sui mercati esteri nel corso dell’ultimo semestre del 2011 (i giudizi indicanti aumento, 31% circa, superano quelli indicanti una riduzione e che si attestano al 28%). Differente invece la situazione a livello italiano, con le aziende che hanno avvertito un deciso rallentamento nel fatturato realizzato sul territorio nazionale (i giudizi in di munizione sono circa il doppio di quelli indicanti un aumento, 45% contro il 23%). Impatto della congiuntura economica - Alla luce del nuovo rallentamento congiunturale verificatosi nella seconda metà dell’anno, l’Osservatorio ha posto l’attenzione anche sulle azioni che le imprese hanno intrapreso per fronteggiare la nuova ondata di crisi. Le misure adottate si sono sviluppate sia sul fronte interno, attraverso il ridimensionamento dei costi (22%) e la riduzione degli investimenti (11,3%), che su quello esterno, mediante la ricerca di nuovi clienti e mercati esteri (22,3%) ed interventi per il recupero dei crediti (11,9%). In alcuni casi le imprese hanno optato per incrementare le efficienze ampliando il proprio parco fornitori mentre in altri casi la scelta ha riguardato la riduzione della produzione e l’attuazione di interventi sulla base occupazionale. Scenario occupazionale - Lo scenario occupazionale nelle aziende di Lecco e Como mostra segni di contrazione, anche se permane una certa stabilità, come dichiarato dal 67% del campione; mentre aumenta il divario tra i giudizi che indicano una riduzione (22%) e quelli di crescita(11%). Tale scenario dovrebbe ripresentarsi nel corso dei primi mesi del 2012, con le aziende che dichiarano un mantenimento dei livelli nel 70% dei casi. I Dati Di Como - Nel dettaglio, sul fronte della domanda per il secondo semestre del 2011, l’indagine evidenzia una variazione media, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari al 1,6%; invece, è pari al 9% la variazione della domanda relativa ai sei mesi finali del 2011 rispetto al primo semestre. Il dato è però influenzato significativamente dalla performance registrate dalle imprese di dimensioni minori, soffrono maggiormente quelle più grandi (infatti, il dato isolato a quest’ultime segna un +3,8%). In merito alle aspettative degli imprenditori, si rileva una previsione di crescita degli ordini pari al 3% (variazione degli ordini dei primi sei mesi del 2012 rispetto alla fine dell’anno precedente), ancora una volta sono più ottimiste le imprese più piccole. Facendo riferimento alla precedente analisi, nel Luglio 2011 gli imprenditori prevedevano un secondo semestre in stagnazione (+0,5% congiunturale), il consuntivo espresso oggi invece risulta essere stato ben più positivo di quanto ci si aspettasse prima dell’estate. Dati più contenuti per quel che riguarda l’andamento dell’attività produttiva, è stata registrata una crescita dei livelli produttivi pari al 6,3% (rispetto ai primi sei mesi del 2011) e del 4% (rispetto al secondo semestre del 2010). Nelle previsioni relative ai sei mesi finali del 2011, gli imprenditori intervistati esprimono una crescita del 4% rispetto ai sei mesi appena passati. La capacità produttiva stimata è pari a circa al 76%, in calo rispetto all’80% medio rilevato sei mesi fa. Segnali meno allarmanti rispetto al passato sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime. Gli imprenditori segnalano incrementi del 4% rispetto alla fine del 2010, ma si intravede un rallentamento in quanto la crescita è sotto il 2% rispetto al primo semestre del 2011. Si sottolineano due aspetti emersi nel corso delle indagini svolte periodicamente: rispetto al totale dei costi, l’incidenza media delle materie prime rilevata è pari al 36% (con variazioni dovute alle peculiarità di alcuni settori); come sopra indicato, non si rilevano forti incrementi dei prezzi per l’approvvigionamento ma il costo rimane comunque molto alto, in termini assoluti. L’evoluzione del fatturato delle imprese di Como è stata molto peculiare: sebbene sia incrementato su base annua del 13% (dunque rispetto alla fine del 2010), nel corso del secondo semestre si è rilevato un -1,2% rispetto ai primi mesi del 2011. Per quanto riguarda le vendite, l’indagine consente di interpretare le dinamiche occorse nell’anno appena conclusosi: appare chiaro infatti un andamento contrastante; un primo semestre piuttosto positivo, trainato dall’export; un secondo semestre quasi fermo, probabilmente influenzato dalle previsioni poco ottimistiche e dall’incertezza regnante sui mercati. Inoltre, l’indagine ha analizzato la scomposizione del fatturato rispetto ai mercati di sbocco, evidenziando una quota del mercato interno pari mediamente al 76% delle vendite. Il fatturato relativo ai clienti italiani è anche quello meno vivace soprattutto se confrontato con l’export, infatti, quest’ultimo cresce per quasi il 70% del campione. Analizzando gli mercati geografici, i Paesi dell’Europa Occidentale seguono il mercato interno per importanza, il loro peso è poco sotto il 20, gli Stati Uniti si attestano al 4,2%, l’Est Europa e l’America Centro-meridionale rispettivamente al 2,3% e al 1,8%. L’indagine quantitativa è stata corredata anche da aspetti non strettamente riguardanti l’andamento economico delle imprese del territorio, si sono esaminate difatti anche le leve utilizzate dagli imprenditori per fronteggiare la crisi e sono stati segnalati eventuali aspetti critici nelle attività d’investimento. A seguito dell’analisi emerge che al ridimensionamento dei costi, citato dal 25% degli intervistati, ci si è concentrati sulla ricerca di nuovi clienti e/o di nuovi fornitori (rispettivamente nel 17 e nel 12% dei casi). A seguito del rilevante fenomeno di credit crunch, il 16% degli imprenditori ha rivisto la composizione delle fonti di finanziamento dell’impresa o ha rivisto i propri piani di investimento (14%) per carenza di liquidità o difficoltà nell’accesso al credito. Infine, il 2% del campione ha modificato la proprio base occupazionale, riducendola. A corredo di quest’ultima informazione, si aggiunge che l’andamento occupazionale previsto è sostanzialmente stabile (69% dei casi), sebbene quasi nessun imprenditore abbia segnalato la necessità di assumere nuove risorse. I risultati dell’indagine sul secondo semestre 2011 ci confermano quanto tutti noi imprenditori già avevamo intuito – commenta Francesco Verga, Presidente di Confindustria Como -. Dopo i primi sei mesi che prospettavano una ripresa dei mercati e che ci hanno indotto ad un cauto ottimismo, nella seconda parte del 2011 le cose sono purtroppo un po’ cambiate e l’incertezza sul futuro ha avuto delle ricadute sui fatturati. Apprendo però con grande soddisfazione che, tra le leve che gli imprenditori stanno utilizzando per fronteggiare la crisi, dopo l’inevitabile ridimensionamento dei costi ci sia la ricerca di nuovi clienti, rivolta soprattutto ai mercati esteri. Penso che al momento questo sia l’unico strumento efficace per contrastare la scarsa vitalità del mercato italiano.  
   
 

<<BACK