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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Febbraio 2012
 
   
  IMU: VA RIVISTA L’APPLICAZIONE PER AGEVOLARE CHI VIVE DI AGRICOLTURA

 
   
  Perugia - “L’applicazione dell’Imu, l’imposta municipale unica, alle aziende ed ai terreni agricoli va radicalmente modificata se non si vogliono causare conseguenze devastanti ad un settore che è sempre più in declino, come dimostra l’ultimo censimento Istat. Insomma vogliamo modifiche che vadano a favore di chi con l’agricoltura ci campa”. Il messaggio chiaro viene inviato al Governo non soltanto dalle associazioni agricole nazionali e regionali, ma anche dalle regioni italiane, attraverso un documento approvato dagli assessori alle politiche agricole, nell’ultimo incontro della Conferenza delle regioni e delle province autonome che si è tenuto a Roma. “Il Decreto Salva Italia, ha affermato l’assessore regionale alle politiche agricole dell’Umbria, Fernanda Cecchini, applica la nuova imposta non solo, come è giusto ed ovvio, alle abitazioni ed ai terreni agricoli ma anche agli immobili utilizzati per lo svolgimento delle attività agricole quali le stalle, i fienili o, addirittura, le strutture, utilizzate, per ragioni assolutamente evidenti e indipendenti dalla volontà degli allevatori, per una piccola parte dell’anno”. “Abbiamo deciso di aprire un confronto con il Governo nazionale, volto ad individuare criteri alternativi di applicazione dell’Imu, che salvaguardino gli obiettivi del decreto “Salva Italia”, senza pregiudicare la sussistenza del settore agricolo italiano. L’attuale testo del decreto legge prevede l’applicazione dell’Imu sia per i fabbricati che per i terreni rurali, prima esentati dall’Ici, che rappresentano gli strumenti di lavoro essenziali per le aziende agricole. Viene meno insomma, continua la Cecchini, il regime di fiscalità speciale sino ad oggi riconosciuto al settore, in virtù dei ruoli che l’agricoltore svolge e dei beni prodotti che non si limitano alla sola produzione di cibo. Si pensi alla salvaguardia del territorio e del paesaggio: attività connaturata all’esercizio dell’agricoltura, di cui tutti i cittadini godono, ma che, certamente, non è remunerata dal mercato. Peraltro, l’Imu va a colpire l’agricoltura in un suo punto debole, costituito dalla forte immobilizzazione di capitali a bassissima redditività. L’applicazione ai fabbricati rurali ad uso strumentale di un aliquota ridotta allo 0,2%, pur combinata con la facoltà riconosciuta ai comuni di ridurre dello 0,1% detta aliquota, produrrà comunque effetti devastanti, in considerazione del fatto che, a base del calcolo vengono inseriti anche i terreni. Tanto si tradurrà in un aggravio considerevole per le aziende agricole”. “Pur non sottovalutando il carattere di eccezionalità della manovra finanziaria e il particolare periodo che stiamo vivendo, sottolinea Fernanda Cecchini, emerge una forte preoccupazione circa gli effetti che l’applicazione di questa nuova imposta potrà avere su un settore strutturalmente fragile, dal punto di vista economico, ed alle prese con gli effetti di una crisi particolarmente grave. L’applicazione dell’Imu potrebbe insomma accelerare il processo di dismissione del settore agricolo, che l’ultimo censimento ha fotografato in modo inequivocabilmente in declino. Anche in Umbria, ricorda l’Assessore, l’Istat ha rilevato una riduzione media delle aziende agricole del 30,4 per cento, leggermente più bassa della media nazionale (32,2 per cento) ma comunque significativa. Soprattutto nella provincia di Terni dove hanno chiuso oltre settemila aziende agricole pari al 41,6 per cento in meno rispetto all’ultimo censimento. Ed anche la provincia di Perugia fa rilevare il dato negativo con una diminuzione del 25 per cento. Diminuisce la superficie agricola totale e quella utilizzata così come diminuiscono drasticamente il numero degli allevamenti, anche se aumenta la superficie media delle imprese ed il numero di capi allevati per ogni azienda. Questo quadro insomma ci conferma la necessità di politiche a sostegno del settore agricolo, soprattutto in un momento di crisi economica globale come l’attuale. Per questo, afferma Cecchini, come Conferenza delle Regioni abbiamo chiesto al Governo la modifica del provvedimento sull’Imu in agricoltura. E’ necessario, a nostro avviso, prevedere l’esenzione dal pagamento dell’imposta per i fabbricati rurali ad uso strumentale, o quantomeno valutare la possibilità di una consistente riduzione degli oneri, attualmente previsti per gli stessi, con particolare riferimento a quelli situati in aree svantaggiate. Bisogna inoltre rivedere il meccanismo di calcolo relativo ai terreni condotti dagli agricoltori, in considerazione delle peculiarità del settore agricolo che, sino ad oggi, hanno determinato l’applicazione di specifiche regole fiscali”. Su questo tema, che ha già mobilitato le associazioni agricole nazionali e regionali, la Presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini e l’Assessore Cecchini nei prossimi giorni incontreranno il Presidente di Anci Umbria Vladimiro Boccali. L’intento, così come richiesto anche dalla Conferenza nazione dei Presidenti delle Assemblee delle Regioni e delle province autonome, è quello di sollecitare l’Anci a intervenire verso i Comuni affinché siano adottate le delibere con le quali si applicano le aliquote più basse, “per salvaguardare l’interesse dell’impresa agricola a non essere colpita pesantemente nell’esercizio della sua attività economica”.  
   
 

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