Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 21 Febbraio 2012
 
   
  L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO DELLE IMPRESE PAVESI NEL QUARTO TRIMESTRE 2011: CRESCITA LENTA MA NON IMMOBILE

 
   
   Pavia, 21 febbraio 2012 - Nel 2011 sono state 3.320 le imprese che si sono iscritte al registro camerale di Pavia evidenziando in calo di quasi un punto percentuale rispetto all’anno precedente. Le cancellazioni complessive sono rimaste, invece, sostanzialmente invariate (3.430). Queste diverse tendenze delle due curve fanno tornare il saldo globale della demografia delle imprese pavesi nell’anno che si è concluso di nuovo in territorio negativo con -110 unità, dopo che il 2010 aveva riportato un incremento positivo. A livello di trend a fine 2010 la capacità di fare impresa misurava a Pavia circa 9 imprese ogni 100 abitanti, con una demografia delle imprese che - dal 2000 al 2008 - aveva sempre fatto registrare tassi di crescita positivi in aumento e sempre maggiori rispetto al dato nazionale. Il punto minimo era stato raggiunto nel 2009, anno in cui il saldo tra iscrizioni e cessazioni era sceso in campo negativo, con una variazione del tasso di crescita di -0,1%. Nel 2010 si era invece ritornati a +0,9%, un andamento inferiore a quello lombardo ma che tuttavia denotava una buona vitalità del tessuto economico pavese. Per il Presidente della Camera di Commercio, Giacomo de Ghislanzoni Cardoli “ la crisi di fiducia che dalla metà del 2011 ha colpito il nostro Paese ha rallentato la voglia di fare impresa anche a Pavia ma, fortunatamente, non l’ha arrestata. Il bilancio del 2011 è stato comunque migliore di quello del 2009, quando la crescita media registrata è andata in territorio negativo proprio come risposta alla crisi”. Nel 2011 le cancellazioni di ufficio hanno rappresentato il 6,2% delle cessazioni totali, una quota importante ma in linea rispetto all’anno precedente (6,6%). Considerando i dati al netto di questo fenomeno, che ha cause di tipo amministrativo e non è detto perciò che sia conseguenza della situazione economica, il saldo torna positivo (+103 unità) ed evidenzia un tasso di crescita pari allo 0,2%- Questo dato è migliore di quello registrato nel 2009 all’apice della crisi (-0,1%), ma inferiore a quelli rilevati annate 2008 (+0,96% e 2007, +1,5%), Alla fine dicembre 2011 la consistenza delle imprese pavesi registrate è stata pari a 50.148, in lieve diminuzione rispetto allo stock estratto alla stessa data dell’anno precedente (50.232) . Per inquadrare meglio tale risultato è necessario evidenziare che il saldo globale dell’anno "sconta" quelli negativi del primo e dell’ultimo trimestre chiusisi con effetti che i risultati del secondo e terzo trimestre non sono riusciti ad annullare. In ambito regionale il tasso di sviluppo del tessuto imprenditoriale pavese si posiziona in fondo alla classifica davanti solo a Sondrio e Lodi che registrano valori negativi (rispettivamente -0,9% e -2,2%). Ad incidere è l’elevato tasso di mortalità che rimane sopra la media lombarda di oltre un punto percentuale (6,4% rispetto al 5,2% della Lombardia) a fronte di un tasso di natalità in linea con quello delle province lombarde (+6,6% rispetto al 6,4%). “La voglia di fare impresa è diminuita, come dimostra il calo di iscrizioni, ma va sottolineato anche il leggero calo delle cessazioni di attività, una piccola compensazione che riflette la capacità dei nostri imprenditori di reagire e tenere duro – spiega il Presidente della Camera di Commercio di Pavia - L’uscita dal tunnel, però, è sempre lontana. Per questo motivo i dati del 2011 ci spingono a rafforzare gli sforzi per sostenere chi fa impresa e si applica in un percorso di creatività e capacità di innovazione. La Camera di Commercio ha elaborato e sta mettendo a disposizione delle imprese pavesi proposte e iniziative per fornire un contributo concreto alla crescita, con un’attenzione particolare alla semplificazione”. Un Forte Turn Over - Esaminando nel dettaglio i dati 2011 le variazioni intervenute evidenziano il forte turnover, in linea con quanto accade a livello nazionale, indice di vitalità del tessuto imprenditoriale, ma anche di un processo di trasformazione e di riposizionamento del sistema delle imprese, nel quale quelle meno efficienti cedono il passo. Gli effetti della crisi finanziaria ed economica, infatti, in questi ultimi due anni hanno segnato un“cambio di ritmo” manifestatosi a diversi livelli sui comparti che compongono il sistema imprenditoriale provinciale. L’andamento Dei Settori Produttivi - Il forte contraccolpo è stato risentito soprattutto dai settori tradizionali dell’economia locale, come l’agricoltura, il manifatturiero e il trasporto-magazzinaggio, che non fermano l’emorragia di cessazioni (rispettivamente -220, -111 e -34 rispetto al 20102), forse per incapacità di questi ultimi di adeguarsi ai mercati. Prosegue invece, anche a un ritmo sostenuto, la crescita in altri settori tra i quali quello della fornitura di energia elettrica e gas (+32%), dell’istruzione (+4,6%), delle attività legate al noleggio, agenzie di viaggio e ai servizi di supporto alle imprese e di quelle relative ai servizi informazione e comunicazione. Rimangono stabili i livelli di stock delle costruzioni mentre il Commercio registra il valore più alto di cessazioni (799unità) denotando la particolare difficoltà delle aziende di questo settore a reagire alla crisi e alle misure di austerità adottate dal governo che agiscono da freno sui consumi interni. Le Dimensioni Della Struttura Produttiva - La struttura produttiva della provincia di Pavia è caratterizzata, dal punto di vista della forma giuridica, da una forte presenza di imprese individuali che superano, alla fine del 2011, il 61% delle imprese totali, con un trend di crescita seppur lieve se questo incremento potrebbe testimoniare in parte, un lavoro dipendente mascherato da autonomo). Una fotografia del tessuto imprenditoriale pavese diversa da quella della Lombardia e dell’Italia, dove le imprese individuali non raggiungono la metà del totale delle imprese a van principalmente della quota relativa alle società di capitali (31,4% la percentuale lombarda e 18,1% quella della nostra provincia). La provincia di Pavia è caratterizzata inoltre da un sistema economico di piccole imprese i cui titolari hanno un’età, per l’87% circa, superiore ai 35 anni. A fine dicembre 2011, oltre il 96% delle imprese risulta nella classe dimensionale da 1 a 9 addetti, il 2,5% rappresenta la percentuale di imprese da 10 a 19 dipendenti e l’1% è la quota delle da 20 a 49 dipendenti. La classe dimensionale più grande, quella da oltre 50 dipendenti esprime solo lo 0,5 % del tessuto imprenditoriale pavese. Imprenditoria Femminile Ed Imprenditoria Etnica - L’imprenditorialità femminile rappresenta, con 11.255 nella provincia, il 22,4 % circa del totale delle imprese (dato al 31/12/2011), in leggera flessione rispetto alla consistenza di inizio anno (-0,4%). L’imprenditoria etnica risulta, invece, particolarmente attiva nella nostra provincia: nell’anno appena chiuso il numero di cittadini stranieri titolari di carica d’impresa sono aumentati di circa l’8%, un tasso di crescita che si perpetua negli ultimi anni e che inserisce Pavia ai primi posti della classifica nazionale per imprese straniere. In particolare crescono in modo più che proporzionale le aziende controllate da cittadini stranieri extracomunitari (+9%) anche se un buon incremento si registra nel numero di imprenditori stranieri di origine comunitaria (+6%, con i Rumeni in testa alla classifica), in controtendenza invece la quota di imprenditori italiani si contrae di un punto percentuale. Al termine del settembre scorso il numero di imprese s presenti sul nostro territorio ammonta a 4.139 unità di cui la metà nel settore delle Costruzioni. L’artigianato - Non si può tralasciare, nell’analisi del tessuto imprenditoriale pavese, l’artigianato che rappresenta, anche a fine 2011, un fondamentale settore dell’economia pavese con un’incidenza del 31,4% sul totale delle imprese registrate, pari a 5 imprese registrate, a quella data, all’albo delle imprese artigiane e concentrate per il 48% nel settore delle costruzioni, per il 22% nelle attività manifatturiere, per il 20% nel settore dei servizi, per il 6% nei trasporti. Solo il 4% nel commercio. L’analisi demografica, tuttavia, mostra come il flusso iscrizioni/cessazioni del settore artigianato abbia originato nel 2011 un saldo negativo pari a 45unità, determinando un decremento imprenditoriale rispetto a dicembre 2010, pari allo 0, circa. Gli aspetti di preoccupazione sono legati soprattutto capacità di tenuta della situazione: i fallimenti sono aumentati nel 2011 rispetto all’anno precedente del 25%, con un trend dell’incremento che prosegue inesorabile dal 2008. Il delle imprese in liquidazione, inoltre, per il 2011, supera di una unità la quota del 2010 (245). Sembrano stabilizzati sul numero e sugli importi dello scorso anno invece i protesti levati in provincia che contano comunque, a fine anno oltre 10 mila effetti, per un totale di oltre 21 di euro. Una misura che conferma le difficoltà di famiglie e imprese ad onorare le scadenze dei propri impegni di pagamento questo perdurare di incertezza economica e finanziaria.  
   
 

<<BACK