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Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Febbraio 2012
 
   
  PIU´ SALUTE PER TUTTI. ANCHE COSI´ SI SUPERA LA CRISI GARANTIRE L´ACCESSO ALLE CURE NON SOLO È AL PRIMO POSTO DEI MILLENNIUM DEVELOPMENT GOAL, MA SOSTIENE LA CRESCITA ECONOMICA DEI PAESI EMERGENTI E DELLE ECONOMIE OCCIDENTALI

 
   
   Milano, 22 febbraio 2012 - La lotta alla povertà e gli interventi per garantire servizi di tutela della salute che rispettino la dignità della persona sono al primo posto dei Millennium development goals, il documento approvato dalle Nazioni Unite. Il circolo vizioso del basso livello di salute che non consente alle popolazioni di svolgere attività economiche necessarie per uscire dalla povertà, che a sua volta non consente di destinare risorse a servizi di prevenzione, diagnosi e cura, può essere rotto agendo proprio sullo stato di salute. Nei paesi in rapida crescita quali Brasile, Russia, India e Cina, l’esigenza di estendere la copertura sanitaria sta diventando un aspetto sempre più centrale per le politiche pubbliche. Ad esempio, dopo una riforma che nel 2002 aveva introdotto un sistema sanitario basato su un’assistenza pubblica di livello assai basso e assicurazioni private per chi desiderava un’assistenza adeguata, dal 2010 la Cina ha introdotto un’altra riforma sul modello dei sistemi sanitari nazionali che è ora in fase di implementazione. Anche in molti paesi economicamente avanzati l’obiettivo della copertura universale non è raggiunto. Negli Stati Uniti la riforma di Barack Obama, orientata in questa direzione, è ostacolata dal partito repubblicano e dalle lobby dei medici, delle assicurazioni private, delle imprese farmaceutiche e di tecnologie mediche con motivazioni di non sostenibilità sul piano economico. In altri paesi che pure sono dotati di Servizio sanitario nazionale, tra i quali Italia, Gran Bretagna e altri, le difficoltà della finanza pubblica stanno mettendo in discussione sul piano sostanziale i livelli di assistenza effettivamente garantiti, in alcuni casi con un arretramento rispetto a situazioni del recente passato. In tutti questi casi le politiche di contenimento del finanziamento al settore della tutela della salute sono motivate dall’esigenza/obiettivo di eliminare sprechi, inefficienza, non appropriatezza dei trattamenti. Tuttavia, la conseguenza spesso è quella di limitare la possibilità di erogare prestazioni e servizi rispetto a quanto sarebbe consentito dal progresso scientifico. Peraltro, negli anni più recenti, si sono moltiplicate le voci di coloro che evidenziano come le politiche di contenimento della spesa sanitaria possano essere addirittura dannose, quando sono lineari e non selettive. Infatti, spese correnti che contribuiscono a garantire un buono stato di salute possono considerarsi produttive, poiché aiutano la crescita economica. Persone con un buon livello di salute da un lato hanno più alti livelli di produttività, se in età lavorativa, e dall’altro alimentano i consumi, che sono condizione per sostenere la produzione e l’occupazione. Spese di investimento per la sostituzione di ospedali fatiscenti con strutture moderne e funzionali o per dotare ospedali e altre strutture territoriali con attrezzature tecnologicamente avanzate consentono di migliorare il livello dell’assistenza e al tempo stesso di sostenere i settori delle imprese costruttrici e produttrici di apparecchiature ed attrezzature. La ripresa della crescita economica nei paesi colpiti dalla crisi scoppiata nel 2008, il sostegno della crescita economica nei paesi emergenti, l’avvio di un processo di crescita nei paesi tuttora arretrati richiedono politiche rigorose di allocazione delle risorse che evitino sprechi. Ma se non garantiranno eguaglianza con riguardo all’accesso ai servizi di tutela della salute per la popolazione, lo spreco sarà ancora maggiore.  
   
 

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