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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Febbraio 2012
 
   
  NUOVO CHECK UP PER LE PROTESI DEL SENO RISONANZA MAGNETICA IN 3D, ESAMI DEL SANGUE SPECIFICI PER SCOPRIRE FUORIUSCITE DI SILICONE E UN PUNTEGGIO DELLA SALUTE DEL SENO: SONO LE CARATTERISTICHE DEL CHECK UP PER LE PROTESI MAMMARIE, UN SERVIZIO UNICO IN ITALIA MESSO A PUNTO DAL CENTRO DIAGNOSTICO ITALIANO.

 
   
   Milano, 23 febbraio 2012 – Il Centro Diagnostico Italiano (Cdi) di Milano ha creato un vero e proprio check up dedicato al seno con protesi, il Centro Operativo Seno: si tratta dell’unico servizio in Italia strutturato con un percorso diagnostico ed esami del sangue specifici, un’avanzata risonanza magnetica 3D e la consulenza del chirurgo plastico. Il servizio nasce da un’attenta analisi: molte donne, che in passato si sono sottoposte ad interventi di mastoplastica, non sono consapevoli che, anche per le protesi, deve essere prevista una “manutenzione” regolare, non solo per garantirne la bellezza estetica ma addirittura per non farle divenire dannose per la salute a causa di rotture o perdite di silicone. A sottolineare l’importanza del tema, il Centro Diagnostico Italiano ha attivato anche un indirizzo e-mail amp@cdi.It  attraverso il quale due chirurghi plastici del Cdi risponderanno a tutti coloro che hanno domande sugli interventi di mastoplastica, anche legate alla recente vicenda delle protesi francesi Pip. Non esistono ancora stime ufficiali ma una ricerca Doxa commissionata nel 2011 dall’Osservatorio nazionale sulla chirurgia estetica segnala che il 37% delle donne italiane ha valutato almeno una volta se effettuare l’intervento di mastoplastica. Il percorso diagnostico - La paziente che si reca al Cdi per il controllo delle protesi è subito sottoposta a esami del sangue e a risonanza magnetica. Tra le analisi di laboratorio, oltre alla misurazione dei valori più comuni e importanti, vi è anche uno specifico test che ricerca nel sangue particolari anticorpi sentinella per il silicone: si tratta degli anticorpi “antinucleo”, cellule che il nostro organismo produce e che usa per attaccare il silicone come corpo estraneo. Il nostro sistema immunitario, infatti, come accade anche nel rigetto dei trapianti o, semplicemente, contro i virus, attacca per distruggere tutto ciò che è estraneo al nostro organismo. Se, quindi, gli esami riscontrano la presenza di questi anticorpi è possibile che vi sia fuoriuscita di silicone. Parallelamente agli esami del sangue le pazienti sono sottoposte a un´avanzatissima risonanza magnetica in grado di “fotografare” in tre dimensioni le protesi e vedere, quindi, se hanno cambiato la loro forma o la loro posizione. Le protesi, infatti, a causa dell´usura o dei movimenti del corpo possono assottigliarsi, ruotare, incresparsi o ripiegarsi provocando non solo problemi estetici ma anche fastidio o dolore alla paziente. Questo esame, inoltre, è in grado di individuare i “siliconoidi”, cioè piccoli agglomerati di silicone fuoriuscito che il corpo avvolge e trasforma i duri noduli e che alla semplice palpazione del seno potrebbero essere confusi con formazioni tumorali. La valutazione dello stato delle protesi - Dopo una settimana la paziente riceve i risultati degli esami ed è visitata dal chirurgo che, al termine del consulto, elabora un punteggio sullo stato delle protesi, chiamato “mammary score”. A seguito di questa valutazione si possono registrare tre esiti: la protesi è integra e, quindi, la paziente è in sicurezza e le viene indicato con precisione quando effettuare il successivo controllo; la protesi è integra ma si riscontrano problemi estetici come assottigliamento o rotazione; la protesi è rotta e può esservi fuoriuscita di silicone con il rischio di sviluppare malattie autoimmunitarie o fibromialgia. In questo ultimo caso le sono prescritti ulteriori esami e controlli specialistici che possono portare anche alla sostituzione della protesi stessa. Spiega Maurizio Cavallini, chirurgo plastico ed estetico e coordinatore del Centro Operativo Seno del Centro Diagnostico Italiano: “Le protesi al seno hanno una vita media di dieci o quindici anni al massimo e necessitano di controlli regolari secondo una periodicità personalizzata. Gravidanza, attività sportiva intensa o lavori ad alto impegno fisico, infatti, possono accelerarne l´usura”. “Inoltre – continua Cavallini – sono proprio le donne più giovani a dover prestare più attenzione ai controlli per la salute delle proprie protesi: non perchè siano più a rischio ma a causa del fatto che, a differenza di donne più adulte, non si sottopongo ad esami previsti per la prevenzione di altre patologie, come la mammografia, che possono monitorare in maniera indiretta lo stato di salute delle protesi”.  
   
 

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