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Notiziario Marketpress di
Lunedì 29 Gennaio 2007 |
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ITALIA ALL’ULTIMO POSTO IN EUROPA PER SPESA SANITARIA IN PREVENZIONE: L’ALLARME DEI PEDIATRI ITALIANI
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Roma 29 gennaio 2007 - In Veneto dal 1° gennaio 2008 e in Piemonte successivamente le vaccinazione infantili non saranno più obbligatorie. Con la fine dell’obbligatorietà in alcune regioni italiane si inaugura una nuova fase in cui le vaccinazioni perdono le loro caratteristiche coercitive, ma divengono una scelta consapevole per le famiglie. C’è, però, il rischio che con la mancanza di obbligatorietà si abbia una caduta della copertura vaccinale (che ora è del 95 per cento) e quindi un generale peggioramento nella classifica europea per la prevenzione in sanità che vede l’Italia all’ultimo posto, assieme alla Turchia, con fondi allocati pari solo al 2 per cento della spesa sanitaria. “Il ruolo del pediatra sarà sempre più centrale per indirizzare comunque tutte le famiglie italiane verso una scelta consapevole” fa sapere dal Congresso Giuseppe Mele, Presidente della Fimp. “Venendo meno l’obbligo, le famiglie avranno meno occasioni di contatto con i centri vaccinali e il pediatra di famiglia resterà l’unico riferimento per i genitori per ricevere una corretta informazione sulle vaccinazioni”. A complicare le cose c’è anche il federalismo sanitario che conferisce alle regioni autonomia nella definizione della strategia vaccinale. La situazione in Italia per quanto riguarda le vaccinazioni per l’infanzia è molto articolata: 4 sono le vaccinazioni obbligatorie (poliomielite, difterite, tetano, epatite B); 5 le raccomandate (rosolia, morbillo, parotite, pertosse, Haemophilus influentiae di tipo B); per altre 3 (antivaricella, antipneumococco, antimeningococco di tipo C) ci sono pareri discordanti a livello di scelte regionali se proporle come vaccinazioni di massa (universali) o solo a soggetti a rischio. “L’autonomia regionale in campo vaccinale non è in sé un fatto negativo, ma richiede un rigoroso coordinamento che coinvolga anche il pediatra di famiglia, il quale deve poter intervenire a livello istituzionale nel definire le scelte strategiche regionali” ha sottolineato Mele. “La Fimp ha creato una rete di eccellenza sui vaccini che può essere utilizzata per suggerire nuove predisposizioni ed eventuali cambiamenti nel calendario nazionale e regionale vaccinale”. In questa fase l’azione del Pediatra di Famiglia si focalizza su due temi principali: il vaccino contro il papilloma virus e quello antinfluenzale. “Abbiamo molto apprezzato la sollecitudine con cui il Ministro Turco ha adottato la vaccinazione contro il papilloma” continua Mele “e come pediatri ci sentiamo molto coinvolti in una vaccinazione che interessa le adolescenti che sono a noi affidate”. L’altro punto caldo su cui la Fimp sta lavorando è la vaccinazione antinfluenzale, che la propria rete vaccini, in analogia con l’Associazione Americana di Pediatria, consiglia in tutti i bambini di età inferiore ai cinque anni. “La vaccinazione antinfluenzale deve partire già dal prossimo anno, visto che a buon diritto possiamo considerarci in periodo pre-andemico - conclude Mele “nel 2006 si è infatti registrato un incremento di casi, per cui è necessario cominciare a rodare il sistema vaccinazioni”. . |
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