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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Marzo 2012
 
   
  L’ITALIA CHE INVECCHIA E NON SI ADEGUA. DAL 2020 L´ETÀ PIÙ ALTA IN UE PER LE PENSIONI. CONTINUA LA CAMPAGNA DELLO “SPORTELLO DEI DIRITTI” AFFINCHÉ VENGANO INTRODOTTE MISURE PER SOSTENERE UN INVECCHIAMENTO SANO, LOTTA ALLE DISEGUAGLIANZE DI GENERE E ALLE DISCRIMINAZIONI BASATE SULL´ETÀ

 
   
   Lecce, 8 marzo 2012 - L’italia invecchia sempre più. La conferma questa volta viene dall’Ue ed in particolare dal libro bianco della Commissione Europea sui sistemi previdenziali presentato nei giorni scorsi dal Commissario Ue all´occupazione e pubblicato sul sito del ministero del Lavoro . Secondo i dati forniti, i lavoratori italiani avranno nel 2020 l´età di pensionamento più alta in Europa, con 66 anni e 11 mesi, seguita dalla Germania con i suoi 65 anni e 9 mesi e i 66 tondi della Danimarca. Una nota positiva viene dal fatto che a seguito delle riforme sul sistema previdenziale e al meccanismo che lega l´età di pensionamento alla speranza di vita, nella scheda sui diversi sistemi pensionistici, l´Italia risulta essere insieme alla Germania e all´Ungheria, uno dei Paesi a non avere ricevuto raccomandazioni specifiche sulla materia circa la sostenibilità del proprio sistema. Ma agli italiani, le riforme costeranno di più e il raggiungimento della agognata pensione sembrerà quasi un miraggio se si pensa che avremo l´età più alta di uscita dal lavoro anche dopo il 2020 (70 anni e tre mesi per maschi e femmine nel 2060) superando abbondantemente la Germania (67), il Regno Unito (68) e l´Irlanda (68). Come è noto nel 2009 in Italia l´età per la pensione di vecchiaia era fissata a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, ma grazie alla possibilità di uscire dal lavoro con la pensione di anzianità (59 anni di età e 35 di contributi dal luglio 2009 o 40 anni di contributi a qualsiasi età) l´età media di pensionamento era di 60,8 anni per gli uomini e 59,4 per le donne. Se prendiamo a paradigma la Germania di tre anni fa, a fronte dei 65 anni previsti per uomini e donne, per il pensionamento di vecchiaia la media per l´uscita dal lavoro era di 62,6 anni di età per gli uomini e 61,9 per le donne. Il libro bianco evidenzia anche una proiezione sull´andamento dei cosiddetti tassi di sostituzione, tra la pensione e il reddito da lavoro precedente con un calo per l´Italia tra il 2008 e il 2048 (a parità dell´età di pensionamento, che si avvicina al 15%, ciò in conseguenza del cambiamento del sistema da retributivo a quello contributivo. Anche se vi è da precisare che la riduzione sarà inferiore al 5% se si pensa che i lavoratori saranno costretti a lavorare più a lungo. L’analisi evidenzia come in Italia la speranza di vita a 65 anni nel 2010 fosse 18,2 anni per gli uomini e 22 per le donne, ma anche che entro il 2060 la speranza di vita alla nascita in Europa dovrebbe aumentare rispetto al 2010 di 7,9 anni nei maschi e di 6,5 nelle femmine. Gli innumerevoli problemi che nascono da questi cambiamenti nella società e nel mondo del lavoro per Giovanni D’agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", non riguardano solo la sostenibilità dei sistemi pensionistici che sicuramente saranno messi a dura prova se non verranno sviluppate e attuate strategie globali per adeguare i regimi pensionistici all´andamento della contingenza economica e demografica, ma soprattutto dalla necessità di garantire migliori opportunità per uomini e donne anziani di restare sul mercato del lavoro, come ha tenuto a precisare anche la stessa Commissione. Per tali ragioni, i Nostri governi hanno l’obbligo di ripensare sin da subito lo stesso sistema del mercato del lavoro con misure strutturali a partire dall’adeguamento dei luoghi di lavoro e dell´organizzazione del lavoro, oltre alla promozione dell´apprendimento durante tutto l´arco della vita, nonché politiche efficienti capaci di conciliare lavoro, vita privata e familiare. Insomma, misure per sostenere un invecchiamento sano, lotta alle diseguaglianze di genere e alle discriminazioni basate sull´età.  
   
 

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