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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Marzo 2012
 
   
  IL GHIACCIO NON È RIUSCITO A GELARE LE CONIFERE IN SCANDINAVIA

 
   
  Bruxelles, 8 marzo 2012 - Un nuovo studio scandinavo ha messo in discussione l´opinione ampiamente diffusa che l´ultimo periodo glaciale avesse eliminato dal paesaggio della Scandinavia tutti gli alberi fino al ritorno di un clima più mite che sciolse lo strato di ghiaccio circa 9000 anni fa. Presentate nella rivista Science, le scoperte suggeriscono che alcune delle conifere sopravvissero sulle cime delle montagne che sporgevano dallo strato di ghiaccio, sia lungo la costa che sulle isole. Quindi, in contrasto con la teoria popolare, sembra che gli attuali alberi della regione non siano il risultato di migrazioni di specie successive allo scioglimento dello strato di ghiaccio. Guidato da ricercatori del Centre for Geogenetics presso l´Università di Copenhagen in Danimarca, dell´Università di Uppsala in Svezia e del Tromsø University Museum in Norvegia, il team ha scoperto che la sopravvivenza degli alberi durò per molte migliaia di anni. "I nostri risultati dimostrano che non tutti gli alberi di conifere scandinavi possiedono gli stessi progenitori recenti, come credevamo un tempo," ha detto il professor Eske Willerslev, autore anziano dello studio proveniente dal Centre for Geogenetics. "Vi furono gruppi di abeti e pini che sopravvissero al clima rigido in piccole sacche libere dal ghiaccio, o in rifugi, come noi li chiamiamo, per decine di migliaia di anni, e che furono poi in grado di diffondersi una volta che il ghiaccio si fu ritirato. Altri alberi di abete e pino hanno invece origine dalle aree meridionali e orientali dell´Europa libere dal ghiaccio. Quindi, ci si può ora riferire a specie scandinave di conifere "originali" e "introdotte" in modo naturale successivamente." Gli scienziati hanno analizzato l´acido deossiribonucleico (Dna) dell´abete moderno e la composizione del Dna di pino e abete in sedimenti provenienti da carotaggi effettuati in ambienti lacustri. Per ottenere questi risultati essi hanno inoltre analizzato dell´altro Dna antico e resti di macrofossili. Una delle aree ad essere prese in esame è stata l´isola Andøya nella Norvegia nord-occidentale. Il materiale proveniente da questa località risale a un periodo tra 17.700 e 22.000 anni fa. Questa isola è eccezionale poiché è rimasta libera dal ghiaccio durante l´ultima era glaciale. "L´altra prova a supporto della teoria delle conifere sopravvissute durante un´era glaciale, proviene da Trøndelag, nella Norvegia centrale," afferma l´autrice principale dello studio, la professoressa Laura Parducci dell´Università di Uppsala. "Una ipotesi è che gli alberi furono in grado di sopravvivere in cima ai nunatak, le creste o le sommità esposte delle montagne che sporgono dal ghiaccio, o in aree più protette vicine alla costa dove la vicinanza alle condizioni temperate dell´Oceano Atlantico favorirono la loro sopravvivenza. Queste aree devono aver fornito terreno alle radici per ancorarsi e agli alberi per crescere nel clima ostile." Adesso i nunatak si vedono spuntare dalla calotta di ghiaccio in Groenlandia, ma su di essi non vi sono alberi. Commentando i risultati, la co-autrice professoressa Inger Greve Alsos del Tromsø University Museum ha detto: "L´essenza dei nostri studi consiste nel mettere in discussione le nozioni scientifiche tradizionali riguardanti la diffusione degli alberi, la biodiversità e la sopravvivenza in ambienti difficili da un punto di vista globale, in particolare per quanto riguarda il cambiamento climatico o altri cambiamenti e interventi in natura. Io ritengo inoltre che i nostri risultati avranno anche un´importanza a livello economico. Noi ora sappiamo che vi sono due tipi di abete di origine naturale in Scandinavia. Questi due alberi hanno storie molto diverse e quindi ci si può aspettare che possiedano anche qualità diverse, ad esempio per quanto riguarda la loro durezza e simili." La professoressa Alsos ha continuato dicendo che il prossimo passo è quello di determinare se le differenze si riferiscono a uno o all´altro tipo di abete mediante l´uso di un semplice test del Dna. "Ciò ha un grande significato per i proprietari di piantagioni di alberi e per chi volesse far crescere abeti con particolari caratteristiche," ha commentato. A questo studio hanno contribuito esperti provenienti da Australia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Romania e Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Uppsala: http://www.Uu.se/en/  Science: http://www.Sciencemag.org/    
   
 

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