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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Marzo 2012
 
   
  IMPRENDITORIA FEMMINILE: NEL 2011 CRESCE ANCORA IL NUMERO DELLE IMPRESE FEMMINILI IN PIEMONTE, CON UNA QUOTA SUPERIORE RISPETTO A QUELLA NAZIONALE CRESCONO LE SOCIETÀ DI CAPITALE E IL SETTORE TURISTICO

 
   
  Torino, 8 marzo 2012 - Nel 2011 il numero delle imprese femminili1 registrate presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta a 112.263, pari a 343 unità in più rispetto al 2010, per un incremento su base annua dello 0,3%. Le imprese femminili piemontesi rappresentano il 24,0% delle imprese registrate totali, quota lievemente superiore rispetto a quella nazionale (23,5%). Delle 112.263 imprese femminili, 7.757 sono straniere2 e 12.957 “under 35”3. “Questi dati tratteggiano un universo femminile che sta lottando con tutte le sue forze contro la crisi e che dimostra di saper resistere con orgoglio. L’analisi statistica non rende però giustizia a tutte quelle donne che, pur non essendo formalmente titolari o socie di imprese, lavorano per far nascere e crescere le aziende in cui lavorano da sempre, spesso piccole e intestate ad altri componenti della famiglia. Le donne sono sempre state e saranno sempre il vero motore della nostra economia, pilastri indispensabili - anche se spesso dietro le quinte – del nostro saper fare e saper fare bene - commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello -. Le Camere di commercio piemontesi sono da sempre attive nella promozione della cultura imprenditoriale in rosa e nel supporto alle donne imprenditrici, tramite specifiche attività di formazione e sostegno. Da tempo, infatti, il sistema camerale ha istituito i Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile che operano presso tutte le Camere di commercio piemontesi proprio con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle aziende femminili”. 1 Si considerano femminili le imprese la cui partecipazione di donne risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da donne. 2 Si considerano straniere le imprese la cui partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da stranieri. 3 Si considerano giovani le imprese la cui partecipazione di giovani risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da giovani. A livello strutturale, la distribuzione delle imprese femminili ricalca quella delle imprese totali registrate, con una prevalenza di imprese individuali (il 61,8%) e di società di persone (il 27,9%), mentre soltanto l’8,8% predilige la forma delle società di capitale e l’1,5% quella delle altre forme. Dall’analisi delle variazioni di stock per forma giuridica, emerge una tendenza verso l’aumento delle forme più strutturate: sono, infatti, le società di capitale a concretizzare l’aumento più consistente (+3,5%). Anche le altre forme (+2,1%) realizzano una buona performance, mentre risulta meno brillante la dinamica delle società di persone (+0,4%) e negativa quella delle imprese individuali (-0,2%). La distribuzione per settore di attività economica evidenzia come le imprese femminili si concentrino soprattutto nei settori degli altri servizi e del commercio (il 60% del totale), in misura superiore rispetto a quanto avviene a livello delle imprese complessivamente registrate in Piemonte. La presenza di imprese femminili nelle costruzioni risulta, invece, decisamente inferiore rispetto a quanto si rileva per il totale delle imprese regionali. Più allineate con il dato complessivo piemontese le quote rilevate nei settori dell’agricoltura, dell’industria in senso stretto e del turismo. Valutando le variazioni annuali dello stock di imprese femminili registrate per settori di attività economica, si osserva come il turismo abbia registrato la crescita più significativa (+3,1%), seguito dalle costruzioni (+1,8%) e dagli altri servizi (+1,7%). Risulta più contenuto l’incremento registrato dall’industria in senso stretto (+0,2%), mentre sono negative le variazioni rilevate dall’agricoltura (-3,4%) e dal commercio (-0,4%). A livello territoriale, emerge come le imprese femminili si distribuiscano in modo sostanzialmente omogeneo nelle province piemontesi. Risulta ridotta la differenza che intercorre tra Biella e Alessandria, province in cui si registrano, rispettivamente, la minore e la maggiore incidenza di imprese femminili sul totale imprese registrate.  
   
 

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