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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Marzo 2012
 
   
  IL PRINCIPE ALBERTO II DI MONACO HA PRESENTATO NELL’AULA MAGNA DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO-BICOCCA L’IMPEGNO AMBIENTALISTA DELLA SUA FONDAZIONE. NELLE RELAZIONI PRESENTATE I DATI SULL’INQUINAMENTO DEL MEDITERRANEO: NEL 2025 SARANNO 524 MILIONI GLI ABITANTI SULLE SUE SPONDE.

 
   
  Milano, 8 marzo 2012 – «Il Mediterraneo si può salvare solo se tutte le parti coinvolte si responsabilizzano, coscienti del fatto che agendo insieme si lavora per il futuro di tutti, salvando anche il proprio». Con questo messaggio S.a.s. Il principe Alberto Ii di Monaco ha aperto ieri pomeriggio, in un’Aula Magna affollata di studenti, il suo intervento nella conferenza “La protezione del Mare Mediterraneo dall’inquinamento: i risultati conseguiti e le sfide future” (scarica le foto 1 e 2), organizzata dall’Associazione Italiana della Fondation Prince Albert Ii de Monaco in collaborazione con la Facoltà di Giurisprudenza e con il Dipartimento Giuridico delle Istituzioni Nazionali ed Europee dell’Università di Milano-bicocca. Protezione dall’inquinamento, governance e ricerche scientifiche sulla “risorsa” Mediterraneo sono state il filo conduttore della conferenza alla quale hanno partecipato, oltre al principe Alberto Ii di Monaco, che ha presentato i programmi della sua Fondazione in campo ambientale e di ricerca, il rettore dell’Ateneo Marcello Fontanesi, Lucien Chabason, senior advisor dell´Institut du développement durable et de relation internationales e Tommaso Vitale, professore associato di Sociologia nell´università parigina Sciences Po. «La ricerca svolge un ruolo molto importante nella difesa e nella conoscenza del Mediterraneo e, più in generale, del mare e degli oceani - ha sottolineato il rettore Marcello Fontanesi (scarica la relazione e le slides), presentando i numerosi progetti nei quali è impegnato l’Ateneo -. La visita del principe Alberto Ii di Monaco, oltre che un onore per il nostro Ateneo, è un momento di confronto e testimonianza per la comunità scientifica dell’importanza che rivestono la protezione delle acque del mare e dell’ecosistema marino, oltre che della responsabilità che noi tutti abbiamo per la protezione dell’ambiente». Fontanesi ha poi ricordato la figura di Roberto Marchetti, pioniere dell’ecologia come disciplina scientifica autonoma il cui impegno è stato determinante per la nascita del primo corso di laurea in Scienze Ambientali istituito presso l’Università di Milano-bicocca. «È una sfida globale, in cui servono risposte urgenti e concrete alle tre principali problematiche ambientali: biodiversità, cambiamento climatico e accesso all’acqua – ha detto il principe Alberto Ii di Monaco -. Il Mediterraneo ha già subito gravi danni, ma siamo ancora in tempo se agiamo insieme coinvolgendo non solo le istituzioni e gli scienziati ma anche le popolazioni. È importante tutelare il Mediterraneo dagli effetti del global warming, dell’acidificazione delle acque e dalla proliferazione di specie esotiche. Credo molto – ha proseguito – nel sole come fonte energetica alternativa e come opportunià di sviluppo per i paesi della sponda sud del Meditterraneo». Al termine del suo intervento, Alberto Ii ha ricevuto dal rettore Marcello Fontanesi una medaglia commemorativa dell’Ateneo e il libro H2o sull’acqua pubblicato nel 2008 dall’Università in occasione del decennale di fondazione. Lucien Chabason (scarica la relazione) ha affrontato il problema della protezione dell´ambiente nel Mediterraneo presentando i dati sulle diverse fonti di inquinamento, tra cui il turismo (275 milioni di arrivi internazionali, pari al 30 per cento del turismo internazionale mondiale), l’industria (elettrica, siderurgica, di estrazione petrolifera), trasporti, offshore (si registra un aumento del 50 per cento della capacità dei porti), urbanizzazione e scarichi delle città, attività di pesca dannose per le acque. «Una visone nuova e diversa dello sviluppo e dell’economia è indispensabile per il futuro del Mediterraneo - ha detto Chabason - considerando anche l’aumento previsto della popolazione, che arriverà a 524 milioni di abitanti nel 2025 nei Paesi sulle sponde del Mediterraneo. I Paesi sulla sponda settentrionale del bacino sono più efficienti nel controllo e nel monitoraggio delle fonti di inquinamento, ma molto resta ancora da fere nei confronti delle fonti di inquinamento emergenti come l’acquacultura, l’inquinamento da offshore, l’introduzione di specie non autoctone, il cambiamento climatico con conseguente riscaldamento delle acque, l’evoluzione del delta dei fiumi e del livello del mare». «Abbiamo a disposizione informazioni, tecnologia e buone normative per contrastare in modo efficace l’impatto dell’inquinamento – ha detto Tommaso Vitale (scarica la relazione) nel corso del suo intervento centrato sulle relazioni e sui conflitti che si sviluppano intorno alla risorsa acqua –. Spesso accade che questi strumenti si scontrino con interessi locali perdendo la loro efficacia». L’università di Milano-bicocca ha sviluppato in questi anni molte linee di ricerca sul mare, in particolare sul Mediterraneo, partecipando a numerosi progetti internazionali e nazionali. In alcuni di questi progetti (per esempio Tara ocean) sono già in corso collaborazioni con le istituzioni scientifiche del Principato di Monaco. Acidificazione, eutrofizzazione (inquinamento in grado di provocare il degrado delle acque a causa della crescita abnorme di alghe), impatto sull’ambiente da parte degli antibiotici utilizzati in agricoltura, salute dei coralli del Mediterraneo e del Mar Nero, indagini sulla barriera corallina tropicale, condotte in particolare dal Centro di ricerca e Formazione aperto nel 2011 alle Maldive. Sono questi alcuni tra i principali temi di indagine affrontati dai ricercatori dell’Ateneo. Tra i progetti ai quali partecipa l’Università di Milano-bicocca: · Coral fish (7° Programma Quadro), che ha lo scopo di chiarire le interazioni fra i coralli profondi, i pesci e la pesca con il fine di sviluppare strumenti per il monitoraggio della gestione sostenibile delle acque profonde europee e circostanti. · Medsea (7° Programma Quadro) che si occupa di studiare il problema dell’acidificazione delle acque del Mediterraneo a seguito del cambiamento climatico. · Coconet (7° Programma Quadro) volto a creare una rete fra le Aree Marine Protette sia costiere che profonde presenti nel Mare Mediterraneo e nel Mar Nero. · Progetto Magic - Marine Geohzards along the Italian Coasts, attivato con lo scopo di produrre carte del rischio geologico dei margini continentali italiani. I rischi sono essenzialmente collegati alle frane che possono prendere corpo lungo le aree di piattaforma con l’innesco di potenziali e significativi tsunami. · Biomap Biocostruzioni marine in Puglia, che ha lo scopo di cartografare gli habitat legati ad organismi biocostruttori presenti nei mari pugliesi.  
   
 

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