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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Marzo 2012
 
   
  LAVORO E FAMIGLIA, CONCILIARE SI PUÒ FINANZIATI I PROGETTI DI TRE AZIENDE DEL PARMENSE: OLTRE 436 MILA EURO DAL DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA

 
   
   Parma, 8 marzo 2012 – Armonizzare i tempi di vita e di lavoro? Si può. Si deve. E l’obiettivo deve coinvolgere tutti, lavoratori, aziende, amministrazioni pubbliche, in una sinergia virtuosa che sappia porsi il traguardo di un equilibrio possibile nel segno della qualità: qualità della vita, qualità del lavoro. A questo punta la legge 53 del 2000, che mira proprio a favorire la conciliazione anche attraverso finanziamenti da destinare ad aziende impegnate a innovare i propri modelli organizzativi. Per il 2011 nel Parmense i finanziamenti sono arrivati a tre aziende e ai loro progetti di conciliazione: Dallara Automobili di Varano Melegari con il progetto “Gruppo Dallara. Conciliazione e responsabilità sociale” (€133.233,59); Raffaele Caruso S.p.a. Di Soragna con il progetto “La famiglia e il lavoro” (€ 291.638,88); Spencer Italia di Collecchio con il progetto “Conciliazione lavoro famiglia possibile con l’affiancamento formativo, il telelavoro e il partime” (€ 12.028,24). Dallara e Caruso sono state seguite nella progettazione dall’ente di formazione Cisita, che per la formazione e la sensibilizzazione delle aziende sul tema della conciliazione ha ottenuto un finanziamento della Provincia di Parma di 42mila euro nell’ambito del piano formativo 2010: in particolare, il progetto di Cisita intendeva aiutare le aziende a ripensare la propria organizzazione aziendale, a liberare tempo per le relazioni di cura, a favorire il benessere organizzativo e a lavorare per una distribuzione equa delle responsabilità e dei carichi familiari per le lavoratrici e i lavoratori. “È un risultato importante, innanzitutto perché ottenuto avendo messo al centro la vita delle persone nei processi di organizzazione aziendale. Conciliare vuol dire trasformare in positivo la vita delle persone, e questo incide direttamente sulla famiglia e ha riflessi sulla qualità del lavoro e sullo stesso benessere aziendale”, ha detto nella presentazione di oggi in piazza della Pace l’assessore provinciale alle Pari opportunità Marcella Saccani, auspicando che “a Parma questi modelli possano diventare apripista”.“Sono tre progetti importanti non solo per le donne, ma che danno un vantaggio concreto a tutta la comunità – ha osservato l’assessore provinciale alle Politiche attive del lavoro Manuela Amoretti -. Danno vantaggi ai lavoratori, perché li facilitano nel tenere insieme diversi ambiti della loro vita, e danno vantaggi alle aziende, perché è dimostrato che così la produttività cresce. È provato che dove le donne lavorano in tante c’è più ricchezza, più crescita e più sviluppo, e la Banca d’Italia ha recentemente affermato che se in tutto il paese le donne lavorassero per il 60% il Pil sarebbe maggiore di 7 punti. È dunque una scelta di sviluppo, e questi tre progetti vanno in questa direzione”.Due delle tre aziende finanziate hanno compiuto il loro percorso insieme al Cisita. “Lavoriamo da anni su questi temi, ai quali siamo sempre molto sensibili, con diverse aziende. Con la Provincia abbiamo ritenuto che fosse opportuno sensibilizzare sull’argomento e l’abbiamo fatto, con un percorso ad hoc che ha dato risultati significativi”, ha osservato al direttrice Elisabetta Zini. “Naturalmente non ci fermiamo qui, stiamo continuando anche con altre aziende”.Anche per la consigliera provinciale di parità Cecilia Cortesi Venturini (con lei anche la consigliera supplente Aldina Bocchi) “si tratta di un grande risultato. Un grande risultato per le donne, per le aziende, per tutto il territorio. È la prima volta che abbiamo ottenuto un risultato di questa entità: che siano arrivati oltre 436mila euro non è cosa di tutti i giorni”, ha osservato, citando poi alcune statistiche: “I dati della Direzione regionale del lavoro ci dicono che la maggior parte delle donne lascia il posto di lavoro perché mancano i posti a nido o perché il nido è troppo costoso o perché manca una rete di supporto: un terzo della popolazione femminile esce dal mondo del lavoro entro il primo anno di maternità. Ecco il valore di queste iniziative. Ora è importante andare avanti, e avere sempre più donne anche in posti apicali: sfondare il tetto di cristallo per costruire una nuova mentalità”. I tre progetti finanziatiIl progetto di Dallara Automobili s’incentra su due azioni fondamentali: un servizio gestito in convenzione esterna con una struttura qualificata per la realizzazione di centri estivi per i figli di 14 dipendenti con particolari esigenze conciliative, soprattutto nei mesi estivi e di chiusura prolungata dei servizi scolastici; un servizio gestito in convenzione esterna con una struttura qualificata per la gestione flessibile dell’orario della scuola materna locale (apertura anticipata / chiusura posticipata) per i figli di 23 dipendenti con particolari esigenze conciliative. “Quello della conciliazione è un tema molto caro all’azienda e sul quale abbiamo lavorato già negli anni scorsi, concedendo il part time a tutte le donne che ce lo hanno richiesto e introducendo la flessibilità oraria, di cui oggi godono 110 dipendenti su 180. Noi abbiamo sempre spinto sulle “quote rosa”: nel 2007 eravamo 110 dipendenti con 6 donne, oggi siamo 180 con 22 donne, di cui 3 in posizione di vertice”, ha affermato Filippo Di Gregorio, responsabile delle risorse umane della Dallara, che del progetto con cui l’azienda ha concorso al bando della legge 53 ha detto: “Abbiamo deciso di concentrarci sul baby caring: sulla possibilità di portare i figli un’ora prima dell’apertura di asili e scuole e di andarli a prendere due ore dopo la chiusura – ha spiegato - e sui centri estivi”.Il progetto di Raffaele Caruso Spa mira a tre particolari misure di conciliazione: un piano operativo per la riduzione flessibile dell’orario (part time) per 20 dipendenti donne in rientro dal periodo di maternità e con particolari esigenze conciliative; l’assunzione di 10 persone con contratto full-time per la sostituzione temporanea delle 20 lavoratrici cui è stato concesso il part-time; la realizzazione di un servizio di navetta a totale carico dell’azienda per 80 dipendenti che hanno manifestato particolari esigenze conciliative. “Come azienda siamo sempre stati molto attenti alle necessità delle dipendenti. Abbiamo circa 40 maternità l’anno – ha osservato il responsabile delle risorse umane Paolo Fantoma -. In particolare ci siamo concentrati sul part time e sugli spostamenti: spostamenti dalla sede che abbiamo chiuso alla sede di Soragna, con un pullman messo a disposizione dall’azienda senza aggravi economici e di orari per le dipendenti”. Il progetto della Spencer Italia (già in corso) si sostanzia nella proposta alle dipendenti che nel primo semestre 2011 si trovavano in congedo per maternità di attivare forme di flessibilità per esigenze conciliative (part time, telelavoro), o di essere affiancate al proprio rientro, per un più rapido recupero della propria professionalità: ad oggi due lavoratrici hanno scelto l’affiancamento al rientro in azienda, una sfrutta l’opportunità del telelavoro e un’altra usufruisce della possibilità del part time annuale. “Crediamo molto nel telelavoro, perché può consentire di conciliare i tempi di lavoro con quelli della famiglia e può dare possibilità di crescita al dipendente”, ha detto la responsabile delle risorse umane Vittoria Belli, sottolineando l’importanza “della formazione e dell’accompagnamento per le donne che rientrano in azienda dopo la maternità”. La legge 53 e i finanziamenti alle aziendeLa legge 53 del 2000, “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”, vuole promuovere l’equilibrio tra tempi di lavoro, di cura, di formazione e di relazione, attraverso diversi strumenti e modalità fra cui la destinazione di finanziamenti per innovare i modelli organizzativi aziendali a sostegno della conciliazione. Sono dunque previsti incentivi per le aziende che vogliono intraprendere un percorso di riorganizzazione che tenga conto dei bisogni di lavoratrici e lavoratori. Per facilitare il rientro al lavoro dopo il congedo di maternità, conciliare vita privata e lavoro grazie alla flessibilità oraria e al part-time oppure attraverso l’attivazione del telelavoro o di una banca delle ore, la legge 53 offre alle imprese la possibilità di presentare richieste di finanziamento per progetti ad hoc. La gestione dei fondi destinati a finanziare i progetti ex art. 9 della legge 53/00 è in capo al Dipartimento per le Politiche della Famiglia. Per informazioni è possibile rivolgersi all’Ufficio Pari Opportunità della Provincia di Parma, tel. 0521 931791 o, per ulteriori approfondimenti sulla legge, andare su internet all’indirizzo: http://www.Politichefamiglia.it/documentazione/dossier/conciliazione-l-53/le-politiche-per-la-conciliazione.aspx  
   
 

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