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Notiziario Marketpress di Venerdì 16 Marzo 2012
 
   
  IL RUOLO DEL TURISMO NELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA PUGLIA

 
   
  Rapporto sul settore turistico della Puglia realizzato da Srm, Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, in collaborazione con il Banco di Napoli prima regione meridionale per concentrazione di presenze presso le strutture di accoglienza non alberghiere (Bed and Breakfast, camping, ecc.) tra le regioni con la più alta variazione percentuale media annua degli arrivi turistici presso strutture ricettive. Nel periodo 2003/2010 è stata del 4,5% (seconda solo a Piemonte e Lombardia, a fronte del 2,6% riscontrato a livello nazionale e dell’1,6% a livello meridionale). Oltre 13 milioni di presenze turistiche nel 2011 (17,3% del Mezzogiorno e 3,5% dell’Italia). Bari, 8 marzo 2012 - La Puglia è la prima regione meridionale per concentrazione di presenze presso le strutture complementari (41%), sesta a livello nazionale. Se si considerano le sole presenze domestiche la regione sale di un posto nella classifica nazionale (42%). La Puglia rientra nel gruppo di regioni con la più alta variazione percentuale media annua degli arrivi turistici presso strutture ricettive. Infatti, nel periodo 2003/2010 è stata del 4,5% (seconda solo al Piemonte con 5,6% ed alla Lombardia con il 4,8%), a fronte del 2,6% riscontrato a livello nazionale e dell’1,6% a livello meridionale. Gli occupati diretti in alberghi e ristoranti raggiungono le 49,3 migliaia di unità (17,9% del Mezzogiorno e 3,9% dell’Italia), pari al 3,8% degli occupati della regione. Questi alcuni aspetti emersi dal “Rapporto sul settore turistico della Puglia”, presentato oggi da Srm, Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, il centro studi del Gruppo Intesa Sanpaolo specializzato sull’economia del Mezzogiorno. Lo studio è stato illustrato presso la Camera di Commercio di Bari: l’incontro, aperto dai saluti del Presidente della Camera di Commercio di Bari, Alessandro Ambrosi, ha visto gli interventi di Massimo Deandreis, Direttore Generale di Srm, Marina Lalli, Presidente sezione turismo Confindustria Bari e Bat, Francesco De Carlo, Vice Presidente di Federalberghi Bari, Michele Sarra, Coordinatore Desk Turismo Mediocredito Italiano, Alessandro D’oria, Direttore dell’Area Puglia del Banco di Napoli. Il lavoro evidenzia vari aspetti. - L’impatto economico del turismo “allargato” in Italia che incide per l’8,5% del Pil (con un valore pari a 137 miliardi di euro) e genera un’occupazione che sfiora i 2,2 milioni di unità. La spesa pubblica del settore ammonta a 10,7 miliardi di euro e gli investimenti a quasi 13 miliardi (fonte: elaborazioni Srm su Wttc 2011). L’italia si posiziona al 5° posto nella graduatoria mondiale considerando gli arrivi turistici (3° in Europa dopo Francia e Spagna) con 43,6 milioni di turisti (elaborazioni Srm su dati Untwo); - Le eccellenti strutture turistiche che permettono all’Italia di posizionarsi, nel 2011, al 1° posto nella classifica mondiale del “Tourism Infrastructure” Index elaborato nell’ambito del Travel and Tourism Competitiveness Report pubblicato dal World Economic Forum. Tuttavia l’Italia, scivola al 27° posto nella classifica mondiale ed al 20° posto in quella europea se si considera l’indice generale di competitività del Travel & Tourism. - Le previsioni al 2021 evidenziano in Italia un rischio di perdita di competitività a favore di altre aree geografiche più dinamiche nell’offerta turistica, nel caso il Paese mantenesse le attuali dinamiche di crescita e il medesimo rapporto qualità/prezzo dell’offerta di prodotti e servizi turistici. La ricerca - afferma il Direttore Generale di Srm Massimo Deandreis - dimostra che il comparto turistico oltre ad essere di per se un importante settore per l’economia della Puglia in quanto genera quasi 2,2 Miliardi di Valore aggiunto regionale, è anche un settore che ha un importante effetto moltiplicativo su un vasto indotto. La strada da seguire è quella di potenziare investimenti e strategie finalizzate ad aumentare il numero dei turisti (siano essi nuovi arrivi oppure prolungamenti di presenze) ed a stimolare un maggior effetto indotto, diretto ed indiretto, della spesa turistica sulla ricchezza prodotta nel territorio. Lo studio dimostra in modo chiaro che se si rafforza il triangolo Turismo, cultura, agroalimentare, insieme con gli altri tematismi tradizionali quali il balneare e il religioso, aumenta la ricaduta sul Pil generato da ogni turista aggiuntivo. Nell’ipotesi di un aumento del 20% delle presenze si avrebbe come effetto finale, in uno scenario di medio periodo, la creazione di un Pil aggiuntivo per la regione Puglia di circa 1 miliardo di euro”. La Puglia: La regione conta oltre 3 milioni di arrivi turistici nel 2011 (17,6% del Mezzogiorno e 3,2% dell’Italia) e consolida la propria posizione nel mercato nazionale grazie anche ad una buona performance della componente straniera che nel 2011 continua a crescere (+15% rispetto al 2010) raggiungendo quota 530.000 arrivi. Quindi, pur se ancora esigua, migliora l’incidenza degli stranieri sul totale complessivo (17% del totale complessivo; +3pp su 2005). Nella regione si rilevano oltre 13 milioni di presenze turistiche nel 2011 (17,3% del Mezzogiorno e 3,5% dell’Italia). Anche in questo caso segnali positivi provengono dai pernottamenti dei viaggiatori stranieri, risultati in crescita del 16%, raggiungendo i 2,2 mln di presenze. Gli occupati diretti in alberghi e ristoranti raggiungono le 49,3 migliaia di unità (17,9% del Mezzogiorno e 3,9% dell’Italia), pari al 3,8% degli occupati della regione. Passando all’offerta turistica, sono presenti 1.018 esercizi alberghieri al 2011 per un totale di 43.000 camere e 94.000 posti letto. Gli alberghi 4 stelle offrono il 44% dei posti letto (in aumento di 6.000 posti letto nel 2011) e quelli 3 stelle il 34%. A questi si aggiungono oltre 3.600 strutture complementari per circa 156.000 posti letto. La Puglia rientra nel gruppo di regioni con la più alta variazione percentuale media annua degli arrivi turistici presso strutture ricettive. Infatti, nel periodo 2003/2010 è stata del 4,5% (seconda solo al Piemonte con 5,6% ed alla Lombardia con il 4,8%), a fronte del 2,6% riscontrato a livello nazionale e dell’1,6% a livello meridionale. Il turismo è, però, ancora essenzialmente domestico con una scarsa incidenza della clientela straniera, una delle più basse d’Italia: infatti, la quota di presenze straniere è del 14% contro il 44% del dato nazionale e la posiziona al quart’ultimo posto nella classifica nazionale. Ne deriva una spesa turistica straniera contenuta: la Puglia è la 4° regione meridionale per spesa turistica straniera con 591 mln € nel 2011, sebbene in crescita dell’1,2% rispetto al 2010. Prevale inoltre una clientela di prossimità, proveniente dalle regioni del Mezzogiorno (le presenze presso strutture ricettive pugliesi da parte di turisti meridionali sono nell’ordine del 45%, soprattutto turisti della stessa regione 20% e della Campania 16%), con una capacità di spesa medio bassa ed associata al prevalere di forme di fruizione all’aria aperta e nelle abitazioni per vacanza, rispetto a quella alberghiera. Difatti la Puglia è la 1° regione meridionale per concentrazione di presenze presso le strutture complementari (41%), 6° a livello nazionale. Se si considerano le sole presenze domestiche la regione sale di un posto nella classifica nazionale (42%). Un’altra caratteristica è la rilevante concentrazione stagionale delle vacanze nei mesi estivi ed in particolare a luglio e agosto, infatti in tali mesi si realizza il 38% degli arrivi complessivi presso le strutture ricettive (56% presenze) contro il 29% del dato nazionale (40% presenze). Il turismo balneare rappresenta infatti la principale motivazione che spinge il turista a visitare la regione ed il turismo d’arte e culturale è legato spesso al soggiorno balneare. Le località marine attirano il 17,7% degli arrivi ed il 27% di presenze regionali. Le località di interesse culturale raccolgono il 16,6% di arrivi e solo l’8,4% delle presenze. Oltre a quello balneare e culturale, un altro tematismo importante per la regione è quello enogastronomico; nel 2010 si contano 357 aziende agrituristiche (pari al 8,7% del Mezzogiorno ed al 1,8% dell’Italia), in crescita del 26,6% rispetto al 2009: la percentuale più alta d’Italia. La Puglia, con 226 prodotti agroalimentari tradizionali (pari al 14% del Mezzogiorno ed al 5% dell’Italia), si posiziona al quarto posto nella classifica delle regioni meridionali. Non va dimenticato, inoltre, il turismo della fede, ben sviluppato nella provincia di Foggia ed in particolare a San Giovanni Rotondo che con i suoi 6 milioni di visitatori religiosi rappresenta la 2° destinazione religiosa più visitata d’Italia dopo San Pietro (7 mln di visitatori). Per quanto riguarda le infrastrutture, indispensabili allo sviluppo turistico in quanto garantiscono l’accessibilità alle location turistiche, si rileva che: - aeroporti - è migliorata la fruibilità grazie alla gestione unificata dei quattro aeroporti pugliesi. Il traffico aereo presenta una forte stagionalità ed è alimentato prevalentemente da passeggeri nazionali; - porti- c’è una spinta verso il traffico crocieristico, con circa 587mila passeggeri transitati, il Porto di Bari è il 3° del Mezzogiorno; - strade regionali e provinciali- il confronto nazionale evidenzia un’estensione più che adeguata in relazione alla popolazione, alla superficie ed ai veicoli circolanti; - reti ferroviarie- si evidenziano le maggiori problematiche e si sta tentando di migliorare la fruibilità ed il servizio. La Puglia, nell’ambito del variegato panorama turistico meridionale, si posiziona, quindi, come regione comunque dotata di diverse qualità ed alcune significative eccellenze: ü La qualità del mare e delle spiagge, riconosciuta fra le migliori del paese e una costa molto ampia e differenziata fra quella Adriatica e quella Jonica; ü la presenza di un ambiente non ancora troppo contaminato, nonostante la saturazione estiva di alcune destinazioni; ü un sistema di portualità abbastanza efficiente (scalo per le crociere); ü la buona predisposizione/affinità della popolazione e degli operatori verso il cliente turista; ü le grandi tradizioni popolari e di eventi che ancora oggi caratterizzano ed identificano alcune destinazioni ed il forte appeal di alcune destinazioni; ü l´arte delle città e dei numerosi borghi, i reperti archeologici eredità dei popoli che l´hanno abitata anticamente; ü l´attrattiva dei suoi prodotti enogastronomici e il turismo d´affari, dovuto alla Fiera del Levante di Bari e alle fiere specialistiche che si susseguono nel corso dell´anno nei vari centri pugliesi; ü Presenza di rinomati luoghi religiosi anche come meta turistico-culturale. Il Moltiplicatore del Pil Turistico Come ben noto, il turismo è un settore trasversale in grado di attivare ricchezza anche in altri settori dell’economia territoriale. Difatti, oltre alla spesa destinata agli Alberghi e Ristoranti (55%), la spesa dei turisti è destinata ai Beni culturali (cui va il 14% della spesa), alla Moda (cui va il 10%), all’Alimentare (cui va il 7%), ai trasporti (cui va il 6%). Si stima un valore aggiunto turistico regionale (in senso stretto) di 2.164 milioni di euro, pari al 3,5% del valore aggiunto. Totale regionale (61.875,3 milioni di euro) La vocazione turistica della Puglia è inferiore al dato nazionale (4,2%) ma in linea con quello meridionale (3,7%). Il valore aggiunto turistico della Puglia pesa il 3,8% sul Va turistico nazionale (57.149,1 milioni €) e il 17,9% sul Mezzogiorno (12.083,8 milioni €). Nella ricerca, a testimonianza del ruolo di attivatore di ricchezza che il Turismo riveste per l’economia nel suo complesso, si stima che in Puglia per ogni presenza turistica aggiuntiva (sia esso un nuovo arrivo o un prolungamento di presenza) si potrebbero generare 32 euro di Pil aggiuntivo, valore comunque inferiore al dato medio meridionale (41,5 €). Per migliorare l’effetto positivo del turismo sul Pil occorre puntare su alcune linee di policy che consentano di aumentare non solo le presenze (attraverso adeguate politiche di marketing e di diversificazione dell’offerta) ma anche e soprattutto il contributo economico unitario della singola presenza (legato in particolare alla capacità di mettere in rete le risorse turistiche, ambientali e culturali presenti in regione). A tal proposito si stima che per ogni presenza aggiuntiva, la diversificazione dei tematismi (in particolare connesso alla cosiddetta nuova Tac: Turismo – Agricoltura – Cultura) e la messa in sinergia degli stessi genererebbe – a parità di presenze – circa 40 € di Pil per ogni presenza aggiuntiva, invece dei 32€ attuali. Quindi, con l’ipotesi di uno turismo pluritematico ed una crescita delle presenze del 20%, si stima infine che in uno scenario di medio periodo il Pil aggiuntivo diretto ed indiretto per la regione Puglia potrebbe raggiungere i 1.000 mln €. Focus provinciali sintetici La domanda turistica (dati Istat 2010) si concentra principalmente nelle province di Lecce (29,3% degli arrivi), di Foggia (28,1%) e di Bari (20,7%). Lecce - nel periodo 2005/10 - evidenzia un considerevole incremento degli arrivi +10%, incrementando la sua quota regionale (pari al +5,1%). La provincia di Foggia, invece, è quella che, nello stesso periodo, è cresciuta di meno, subendo il calo della propria quota regionale degli arrivi. Analizzando l’offerta turistica si rileva che Foggia presenta il maggior numero di alberghi 323, pari al 32% del totale regionale con 26.348 posti letto, Lecce invece il maggior numero di esercizi complementari 1.346 (43% della Puglia). Scendendo a livello comunale, secondo gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio della Regione Puglia, Bari e San Giovanni Rotondo sono le località che attirano maggiormente i flussi turistici in termini di arrivi. Segue Vieste che ha il maggior numero di presenze (quasi due milioni). Altra località con un significativo numero di presenze è Otranto (769.000 presenze). Turismo comunale. Strutture ricettive. I primi 5 comuni. Anno 2011 Arrivipresenze Bari295.208526.830 S. Giovanni Rotondo260.258453.143 Vieste 237.3991.904.967 Lecce 191.850459.522 Otranto 127.038769.159 Fonte: Srm su Osservatorio turismo regione Puglia  
   
 

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