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Notiziario Marketpress di
Venerdì 16 Marzo 2012 |
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MILANO (TEATRO LITTA): ANGELICA DI E CON ANDREA COSENTINO
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Arriva al Litta il secondo testo di Andrea Cosentino in questa stagione 2011/2012, una mini-personale dedicata a uno dei talenti più interessanti della scrittura teatrale emersi negli ultimi anni: dopo Fedra, ci troviamo questa volta alle prese con un chiaro esempio di telemomò, linguaggio teatrale completamente originale, provocatorio e innovativo. E se in Fedra l’autore abruzzese è in scena con altri attori, in Angelica torna alla forma del monologo. Ancora, mentre il primo lavoro si ispira alle suggestioni delle telenovele e delle chiacchiere di paese, qui il riferimento è il mondo della fiction televisiva, usato per raccontare una versione degradata della vita. Questo spettacolo completa insieme a L’asino albino il cosiddetto dittico “del presente”: dopo uno spettacolo sul tempo che passa, ecco Angelica, ovvero un lavoro sulla morte. Non è previsto un seguito. Entrambi sono un tentativo di parlare del presente. A chi c’è. Come al solito non c’è storia e sinossi possibile, ogni tentativo di abbozzarne una sfiora la retorica e scivola nel ridicolo. C’è semmai – come e più del solito – il gusto di smontare le storie: ci sono degli ingredienti, dei brandelli di dialoghi e situazioni abbozzate. Una troupe che sceglie di girare uno sceneggiato televisivo in una casa di un quartiere popolare romano con un’attrice – Angelica appunto – che continua a recitare la propria morte, fino allo sfinimento. E se ciò che si ripete in teatro ci fa ridere, è solo perché qui è il passato che pretende di ritornare come niente fosse. Note di regia. “Ci sono delle immagini – poche – che mi faccio carico di scuotere sul loro asse per ottenerne un alone di movimento: l’icona di un papa tremante che fende la folla giubilare sulla sua papamobile, il ricordo della statua della Madonna portata in processione nel giorno del venerdì santo a Chieti. È la dialettica sacro/ dissacrazione come le due facce di una stessa aspirazione. O il rovescio bifronte di un medesimo vuoto. Non c’è storia. Ma c’è una concessione al bisogno di tirare avanti. Una trama. Ed è quella dello sceneggiato ricostruito in scena senza ausili tecnologici, ma utilizzando la cornice vuota di ciò che fu un televisore, e parrucche e primi piani e piani interi e bambole e pezzi di oggetti e dettagli di corpi. Si tratta innanzitutto di mimare con la povertà di mezzi scenici la povertà di un linguaggio. Farsi doppio parodico del linguaggio standardizzato del racconto televisivo. Ma c’è anche altro. Pasolini scriveva che materia del cinema – dell’audiovisivo – è il pianosequenza come presente assoluto. È il regista che selezionando e tagliando e montando tra loro pezzi di presente dà loro un senso. Creando nessi. Facendone materia di narrazione, cioè storia. Dunque passato. Però mi chiedo: come può il presente raccontarsi a se stesso? Io tento di installarmi nei tagli del montaggio, di dilatare i nessi, creare gioco tra i giunti; voglio disincantare l’impostura ipnotica dei raccordi narrativi, far emergere ludicamente il nonsenso che fa da sfondo alla costruzione del senso. Aggiungeva Pasolini che come il montaggio dà senso al cinema, così la morte dà senso alla vita. Però mi chiedo: cos’è che dà un senso alla morte? Se non c’è storia dovrà esserci da ridere. È ciò che credo di avere imparato dal teatro popolare, dalla cultura dei subalterni. Di coloro che, ben prima di noi smarriti postmoderni, hanno dovuto imparare a vivere senza il sostegno di un passato né prospettive di futuro. È il senso profondo dell’intrattenimento. Perché va bene la denuncia e la memoria e la controinformazione e il mondo a capinculo. Ma innanzitutto esserci. Qui e ora. Comunque”. Andrea Cosentino è attore, autore, comico e studioso di teatro. Tra i suoi spettacoli La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce, il ‘dittico del presente’ costituito da L’asino albino e Angelica (i cui testi son pubblicati in Carla romana Antolini (a cura di), Andrea Cosentino l’apocalisse comica, roma, Editoria e spettacolo, 2008), Antò le Momò-avanspettacolo della crudeltà e Primi passi sulla luna. In questi ultimi lavori si avvale della collaborazione registica e drammaturgica di Andrea Virgilio Franceschi e Valentina Giacchetti. Le sue apparizioni televisive vanno dalla presenza come opinionista comico nella trasmissione Aut-aut (Gbr-circuito Cinquestelle) nel 1993 alla partecipazione nel 2003 alla trasmissione televisiva Ciro presenta Visitors (rTi mediaset), per la quale inventa una telenovela serial-demenziale recitata da bambole di plastica. È promotore del Progetto Mara’samort, che opera per un’ipotesi di teatro del-con-sul margine, attraverso una ricerca tematica, linguistica e performativa sulle forme espressive subalterne. Estratti dalla rassegna stampa. Andrea Cosentino è uno di questi nuovi personaggi della scena, da andare a vedere, accettando di restare avviluppati da quel suo procedere apparentemente disarticolato e invece strutturato sottotraccia da spirali acutissime di riflessione mai portate troppo alla luce, giocate tutte con lucidissima ironia, spesso con decisa e esilarante comicità. E questi sono solo alcuni dei meriti di Angelica, scritto dallo stesso interprete Antonio Audino, Il Sole 24 ore Cosentino gioca con la realtà e la finzione televisiva con un lavoro di montaggio quasi cinematografico, incarna ogni personaggio e condisce il tutto con ricordi personali, con spiazzanti fuori programma in cui trovano posto le processioni del venerdì santo a Chieti con la Madonna che oscilla pericolosamente, un vecchio Papa malandatissimo a cui lanciano bambini che si spiaccicano sui vetri della papamobile e un’arzilla e loquace vecchina che presta la propria verace casa romana per le riprese della fiction. “Un lavoro sulla morte” afferma l’interprete e chiama Pasolini a testimoniare come essa dia senso alla vita chiedendosi però, a sua volta, cosa invece dia senso alla morte stessa. Tra Barbie, scheletri di televisori, parrucche biondissime e improbabili e varia paccottiglia Angelica diverte e fa pensare. Nicola Viesti, Hystrio Info: www.Teatrolitta.it |
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