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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Marzo 2012
 
   
  LOMBARDIA.IMMIGRATI,TRIPLICATI DA 2001 PROPRIETARI DI CASA DA 8% A 22%. IN CALO GLI IRREGOLARI, CRESCE ASSOCIAZIONISMO PROSEGUE IL CAMMINO VERSO LA PIENA INTEGRAZIONE

 
   
  Milano, 19 marzo 2012 - La Lombardia ospita un quarto degli stranieri in Italia (1.300.000). Gli irregolari sono in forte calo e i ´clandestini´ restano stabili intorno a 116.000 circa. La quota degli iscritti all´anagrafe sul totale degli stranieri presenti sul nostro territorio è cresciuta dal 70 per cento del 2001 all´83 per cento del 2011. Le acquisizioni di cittadinanza hanno invece raggiunto la quota di 15.000, a fronte delle 3.000 di nove anni fa. Cresce il numero dei proprietari di alloggi (era l´8 per cento nel 2001; oggi lo è il 22 per cento) e gli stranieri disoccupati sono sotto la soglia del 14 per cento tra la sola popolazione attiva. Sono alcuni dei dati resi noti oggi dall´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, nel suo intervento di apertura al convegno ´L´immigrazione in Lombardia: famiglia motore di coesione sociale´, dedicato alla presentazione dell´Xi Rapporto dell´Osservatorio regionale per l´integrazione e la multietnicità (Orim). Immigrazione Matura - ´Possiamo parlare insomma - ha commentato Boscagli - di una immigrazione matura. Stiamo compiendo tutti insieme i passaggi per una integrazione piena, che non è qualcosa da progettare e calare dall´alto, bensì da osservare in atto´. Un esempio su tutti: a fine novembre 2011 Orim ha mappato sul territorio lombardo 368 associazioni di immigrati attive, a fronte delle 304 realtà censite nel 2010 e delle 240 nel 2009. ´Un trend in crescita - ha aggiunto l´assessore - per quanto la diffusione sul territorio sia disomogenea. Si tratta di realtà che, appunto, non aspettano che sia l´amministrazione a pianificare dall´alto iniziative, ma si adoperano in prima fila per l´integrazione (il 44,5 per cento) e l´erogazione di servizi e aiuti ai cittadini immigrati (35,6 per cento), tra i quali la tutela dei diritti e l´assistenza legale (il 10,8 per cento)´. Demografia - Come ogni anno il Rapporto dell´Orim affronta un tema specifico. Proseguendo lungo la linea tracciata nel 2011, quando l´attenzione era stata sui giovani tra i 15 e i 25 anni (la Lombardia è la prima in Italia per numero di studenti stranieri nelle scuole, con 173.051 iscritti, il 24,3 per cento del totale nazionale), il Rapporto Orim 2012 si occupa di famiglia e di demografia. ´A dimostrazione che l´immigrazione non è più qualcosa cui dedicare un comparto ad hoc della Pubblica amministrazione - ha sottolineato l´assessore -; il tema della famiglia ci costringe oggi a guardare nel suo complesso allo stato di salute della nostra società dal punto di vista del ricambio generazionale´. L´istat informa che nel nostro Paese il tasso di fecondità delle donne italiane è tale (1,32) che quello delle straniere (2,11) contribuisce ad attestare la media nazionale solo intorno all´1,41. Tra l´altro il Rapporto Orim del 2012 sottolinea che nella nostra regione si è verificata una contrazione anche nel numero totale di parti da donne straniere: 24.635 contro i 25.083 del 2009, così da far contrarre il numero totale di parti in Lombardia dai 98.261 del 2009 ai 96.169 del 2010. ´L´adattamento ai nostri modelli - ha detto ancora l´assessore - dunque è rapido, perché nel tasso di fecondità totale delle donne residenti non si riescono comunque a raggiungere i due figli per donna necessari al ricambio generazionale´. Famiglia - ´Nell´osservazione del fenomeno familiare all´interno della popolazione di immigrati - ha aggiunto Boscagli - si scoprono tanti punti deboli che, a ben vedere, sono anche i nostri punti deboli´. Nel 45 per cento dei casi entrambi i genitori lavorano. Quando si verifica questa circostanza, aumenta il ricorso ai servizi, soprattutto della prima infanzia, al supporto e al sostegno delle reti etniche e alla partecipazione dei figli a luoghi educativi extrascolastici come possono essere oratori, centri sportivi, ecc. Per circa 3 famiglie su 4. ´Diventa quindi decisiva per noi - ha proseguito Boscagli - la consapevolezza della dimensione di genere nelle politiche di integrazione come nelle politiche sul lavoro tout court´. Da ricordare da questo punto di vista i progetti regionali ´Certifica il tuo Italiano´ e ´Vivere in Italia´, che hanno tenuto conto di una flessibilità d´orario e della possibilità di usufruire di un servizio di babysiteraggio nell´ottica di agevolare la partecipazione delle donne immigrate. Sul fronte sanitario, invece, è stato avviato ´Cicogna´, un progetto che, attraverso la creazione di un canale di collegamento più diretto tra consultori e questura, mira a facilitare l´ottenimento del permesso di soggiorno per le donne in stato di gravidanza. Lavoro - ´Il Rapporto 2012 - ha concluso Boscagli - evidenzia la questione demografica come urgente e prioritaria per tutti noi. Si è sempre sentito dire che abbiamo bisogno degli immigrati per sopperire alla carenza di braccia e di forza lavoro. Oggi possiamo affermare che abbiamo bisogno degli immigrati, perché, attraverso loro, scopriamo che lo sviluppo di una società non va considerato solo entro ristretti criteri economicisti, ma comprende l´aspetto umano, la possibilità di rimuovere quegli ostacoli che impediscono la formazione di una famiglia e la bellezza di mettere al mondo nuovi figli. Sebbene il contributo degli stranieri non è sufficiente per supplire alle carenze demografiche degli italiani, ci sta costringendo a prendere in considerazione il fatto che quella società che non guarda al futuro con fiducia e non è aperta alla trasmissione della vita è una società destinata al tramonto. E prima che al tramonto e al declino morale e culturale, è destinata a quello economico, perché una società sempre più composta da anziani e pensionati è una società che non è in grado di redistribuire la ricchezza al proprio interno e di sostenere i costi della convivenza´.  
   
 

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