|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 19 Marzo 2012 |
|
|
|
|
|
MANAGER ITALIANI SEMPRE PIÙ GLOBETROTTER LAVORANO ALL’ESTERO IN PIÙ DI 4.000 (+50% IN CINQUE ANNI)
|
|
|
|
|
|
Milano, 19 marzo 2012 - Manager italiani sempre più globetrotter. Negli ultimi 5 anni, anche per la spinta della crisi, sono cresciute del 50% le posizioni ricoperte da italiani in imprese di altri paesi. In totale i manager tricolore impegnati oltreconfine sono circa 4.000, di cui circa il 75% nell’Europa Occidentale. È quanto emerge da una survey condotta da Amrop, primo gruppo indipendente al mondo di executive search, presente in 50 paesi. “La presenza di italiani fra i manager che lavorano al di fuori del proprio paese resta limitata, intorno al 3% del totale”, osserva Walter Gai, Partner di Amrop, “Bisogna considerare che molte posizioni sono riservate a persone della nazione che ospita la casa madre”. Dove sono impegnati i manager tricolore? Circa tre quarti lavorano in Europa occidentale, in particolare Francia, Gran Bretagna, Svizzera e Germania. Ma cresce la presenza in Est Europa (10%), Sudamerica (6%) e Nord America (5%). La novità degli ultimi anni sono gli sbarchi in Oriente (5%): soprattutto Cina e India. Quasi due terzi dei manager italiani che si affermano a livello internazionale ha alle spalle una carriera tricolore nelle vendite o nel marketing. Ma è significativa anche la presenza di uomini e donne provenienti da amministrazione e finanza (17%) o da produzione e operations (13%). I direttori generali che varcano i confini sono circa il 5%. Quali fattori favoriscono l’inserimento di top manager italiani nei ranghi internazionali? “I manager italiani che vanno all’estero hanno un solido curriculum di studi, una qualificata esperienza e le tradizionali doti di flessibilità, creatività, innovazione e cultura che ci contraddistinguono”, sottolinea Walter Gai, “La crisi ha spinto molti manager di valore a cercare opportunità qualificate all’estero”. L’ascesa verso la stanza dei bottoni delle multinazionali, tuttavia, non è sempre facile. Amrop ha stilato un decalogo delle qualità che un manager deve possedere per impegnarsi nella “scalata globetrotter”. Occorre, ovviamente, una disponibilità a trasferirsi in diversi Paesi ogni 3-4 anni. Bisogna essere consapevoli che la trasferta è spesso “senza ritorno”. Ci sono grandi sacrifici da affrontare, specie per la famiglia. Alcuni manager scelgono di portare con sé partner e figli, altri mantengono la base in Italia e affrontano trasferte solitarie con viaggi periodici. Sul piano professionale, inoltre, occorre maturare un’esperienza variegata, ricoprendo diversi incarichi in differenti Paesi. È poi necessario assimilare a fondo la cultura della casa madre. “I top manager di una multinazionale devono diventare francesi se il quartier generale è a Parigi, americani se è a Chicago e tedeschi se è a Francoforte”, avverte Gai. Le 10 qualità dell’aspirante top manager
Qualità |
|
Disponibilità alla mobilità |
Flessibilità |
Disponibilità a sacrifici personali |
Consapevolezza del possibile “non ritorno” |
Ottima padronanza delle lingue straniere (non solo inglese) |
Visione globale |
Capacità di assorbire culture diverse |
Competenze trasversali |
Carriera a zig-zag: diverse posizioni, funzioni, settori, Paesi |
Cultura internazionale, in linea con la casa madre | Fonte: Amrop Da dove arrivano gli executive italiani all´estero
Settore |
Percentuale |
Sales & marketing |
62 |
Finanza |
17 |
Operations & production |
13 |
General manager |
5 |
Altro |
4 |
Totale |
100 | Fonte: Amrop Final destination Principali destinazioni dei manager italiani globetrotter
Area |
Percentuale |
Europa Occidentale |
74 |
Europa Orientale |
10 |
Sudamerica |
6 |
Nord America |
5 |
Estremo Oriente |
5 | Fonte: Amrop |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|