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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Marzo 2012
 
   
  DIABETE DI TIPO 2: EFFETTI POSITIVI DELLE INCRETINE SULLA RIDUZIONE DELLE GRAVI COMPLICANZE DELLA MALATTIA

 
   
   Roma, 19 marzo - Il Diabete Mellito di tipo 2 (Dmt2) è una delle sfide più ardue per tutti i sistemi sanitari del pianeta, a causa della continua e inesorabile crescita della sua prevalenza, dipendente soprattutto dalla diffusione dell’obesità e dall’invecchiamento della popolazione. Si stima che entro il 2030, nei Paesi industrializzati, il Dmt2 possa diventare la quarta causa di morte; tra le persone affette da diabete, infatti, le patologie cardiovascolari sono da due a quattro volte più frequenti rispetto ai soggetti non diabetici di pari sesso ed età. Secondo i dati riportati nell´annuario Istat del 2010, in Italia è diabetico il 4,9% della popolazione (5,2% delle donne e 4,5% degli uomini), pari a circa 2.960.000 persone. Alla base del diabete di tipo 2 vi sono, principalmente, una ridotta ed alterata produzione di insulina e la resistenza agli effetti biologici della stessa: è stato dimostrato che un controllo glicemico ottimale riduce le complicanze croniche di tale patologia. Fino a poco tempo fa, la terapia farmacologica del diabete tipo 2 era basata in via quasi esclusiva sulla metformina, sui secretagoghi (sulfoniluree e glinidi), sui glitazoni (oggi solo pioglitazone) e sull´insulina. Di recente, si è diffusa una nuova classe di farmaci, le cosiddette incretine, che comprendono gli agonisti del recettore del Gastrointestinal Like Peptide (Glp-1) (Arglp-1, exenatide e liraglutide) e le glipitne (inibitori della dipeptil-peptidasi 4 -Dpp4). Il corretto impiego di questa nuova classe di farmaci per il diabete e la relativa appropriatezza prescrittiva sono stati oggetto di discussione durante l’evento “Diabete tipo 2 ed innovazione terapeutica: le incretine”, organizzato oggi in Senato, presso la sala Caduti di Nassiriya, dall’ Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione e dall’Italian Barometer Diabetes Observatory, al quale ha preso parte il Direttore Generale di Aifa prof. Pani. Per il senatore Antonio Tomassini e la Senatrice Emanuela Baio, firmatari di una mozione parlamentare sul tema, bisogna che a livello nazionale e Regionale venga garantita da parte di Aifa, la piena disponibilità dei farmaci incretinici e l´accesso ai farmaci innovativi in linea con quanto avviene a livello di altri paesi Europei, per garantire a tutti i pazienti diabetici di tipo 2 che ne hanno bisogno una corretta gestione della terapia e una gestione precoce della malattia, con gli effetti positivi sulla riduzione delle gravi complicanze del diabete. La preoccupazione di fondo da parte delle Società Scientifiche di diabetologia, che hanno redatto un position statement sulle incretine, è che l’imposizione di un tetto di spesa a tali farmaci innovativi da parte di Aifa, rischia di non garantire per tutti i pazienti che già ne traggono beneficio il mantenimento della terapia, e di ostacolarne o negarne l´utilizzo per altri potenziali pazienti che a giudizio del diabetologo dovrebbero farne uso. Secondo il Prof. Gabriele Riccardi, Presidente della Società Italiana di Diabetologia, “la terapia incretinica rappresenta una importante innovazione nel trattamento del diabete di tipo 2 portando innegabili vantaggi soprattutto ai pazienti con complicanze cardiovascolari, particolarmente frequenti nelle persone anziane, oppure a chi ha problemi di obesità”. Nel suo intervento di apertura il Prof. Riccardi ha sottolineato come le incretine “sono farmaci di grande maneggevolezza ed efficacia che possono portare addirittura ad una riduzione della spesa per la cura del diabete se si considera che sono proprio le complicanze e, la conseguente ospedalizzazione che ne può derivare, ad incrementare i costi per questa malattia. Le ipoglicemie rappresentano una frequente causa di ricovero specie nelle persone anziane e i farmaci incretinici riducono drasticamente il rischio di ipoglicemie e di conseguenza anche gli interventi sanitari, inclusa l’ospedalizzazione, che sono necessari per trattarle”. Il Dottor Carlo Giorda, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi ha sottolineato “l´importanza dell´uso mirato dei farmaci incretinici, strumenti di terapia ormai indispensabili per una cura moderna e tempestiva del diabete – facendo notare nel contempo come - in Italia la prescrizione di questi farmaci è pari ad un ottavo di quella degli altri paesi Europei”. Il dottor. Giorda ha spiegato inoltre “come sarebbe semplice e immediato monitorare l’utilizzo dei farmaci incretinici attraverso le reti, già esistenti, di cartelle cliniche elettroniche della diabetologia e della medicina generale, garantendo così, in tempo reale, un efficace controllo dell’appropriatezza d’uso”. Per i presidenti delle due Società Scientifiche, in definitiva la terapia incretinica può offrire un buon rapporto costo/efficacia se impiegata in categorie specifiche di pazienti con diabete mellito di tipo 2. In questi soggetti è possibile calcolare come l’aumento di spesa iniziale possa fornire un risparmio economico a lungo termine grazie alla riduzione dei costi assistenziali diretti e di ricovero. Per ottenere tali risparmi, tuttavia, è indispensabile garantire la prescrivibilità degli Arglp-1 e delle gliptine ai pazienti nei quali i benefici terapeutici, inclusa la documentata riduzione delle complicanze acute e croniche, giustifichino l’incremento dei costi farmaceutici. L’attuale tetto di spesa non è in grado di garantire la prescrivibilità al paziente fragile, che svolge professioni a rischio, con fattori predittivi di rischio di grave ipoglicemia, in quello con intolleranza alla metformina. A tal fine Sid e Amd si rendono immediatamente disponibili a collaborare all’elaborazione di linee guida condivise sull’uso di questi farmaci che prevedano indicazioni precise al loro uso (anche mediante un’apposita nota Aifa alla prescrivibilità di questi farmaci) costituire un osservatorio sull’appropriatezza prescrittiva, verificare gli outcomes della terapia. In questa prospettiva un valore aggiunto avrebbe la promozione delle cartelle cliniche informatizzate già in uso presso Medici di Medicina Generale e Diabetologia Specialistica, con la possibilità di scambio dati per la verifica dell’appropriatezza prescrittiva e degli outcomes della terapia. Il Dott. Carlo Tomino, Direttore Ufficio Sperimentazione e Ricerca di Aifa, ha presentato i dati del monitoraggio Aifa su questi classi di farmaci. Il prof. Lorenzo Mantovani, Presidente Comitato Scientifico “Fondazione Charta”, nel suo intervento ha spiegato: "E´ assodato che la terapia con le diverse incretine, quando usate in modo appropriato, contribuisce in modo efficace e costo efficace alla gestione di un paziente complesso come il soggetto diabetico. Questo ruolo è stato riconosciuto anche dalle agenzie di technology assessment che adottano i criteri severi nel giudizio dei nuovi farmaci, vale a dire lo Scottish Medicine Consortium (Smc) ed il Nice. Nonostante la letteratura scientifica italiana mostri rapporti di costo efficacia simili a quelli stimati da Nice ed Smc per Inghilterra Scozia e Galles, tuttavia l´uso di questi farmaci in Italia rimane a tutt´oggi decisamente più limitato di quanto sia in altri paesi, incluso il Regno Unito." In conclusione il Prof. Renato Lauro, Presidente dell’Italian Barometer Diabetes Observatory, ha evidenziato come sia necessario oggi affrontare globalmente gli aspetti pandemici dei diabetici, puntando sulla prevenzione, diagnosi e trattamento precoce e che certamente l’utilizzo di nuove classi di farmaci quali le incretine, servono in tal senso a portare un reale contributo nella terapia del diabete tipo 2. Diabete Fatti E Cifre In Italia Malati e mortalità: 3 milioni di italiani adulti hanno il diabete, pari al 4,9% della popolazione totale. Si stima che un ulteriore milione di persone abbia il diabete senza saperlo e che 2,65 milioni di cittadini (6% della popolazione) soffrono di alterata intolleranza al glucosio (pre-diabete). La situazione peggiorerà in futuro, si stima infatti che nel 2030 quasi 5 milioni di cittadini adulti soffriranno di diabete. Oltre 27.000 cittadini italiani fra i 20 e i 79 anni muoiono di diabete ogni anno, questo vuol dire 3 cittadini all´ora. Il diabete di tipo 2, relativo al 90% di tutti i casi di diabete in Italia, riduce l´aspettativa di vita di 5-10 anni. Secondo L´organizzazione Mondiale della Sanità, il diabete sarà entro il 2030 la quarta causa principale di morte di Europa. Il diabete è una delle cause principali di malattie cardiovascolari, renali, cecità e amputazione di arti.2 Circa il 70-80% di tutti i cittadini dell´Unione Europea con il diabete di tipo 2 muoiono di malattie cardiovascolari.3 Molti cittadini soffrono di altre complicanze legate al diabete. Le cifre che seguono vengono si riferiscono specificatamente all’Italia: il 10% di tutte le persone con diabete soffrono di cardiopatia ischemica, il 32% di tutte le persone con diabete soffrono di neuropatia, fino al 34% di tutte le persone con diabete soffrono di retinopatia, che può portare alla cecità, il 30-40% delle persone con diabete di tipo 1 e il 5-10% di quelle con diabete di tipo 2 sviluppano nel corso della vita insufficienza renale con necessità di dialisi. Odue terzi delle persone con diabete di tipo 1 e oltre la metà di quelle con diabete di tipo 2 non presentano un adeguato controllo metabolico. Il 26-50% delle persone con diabete di tipo 2 non sono a conoscenza delle loro condizioni e restano senza cure. Questo significa che una persona su due viene diagnosticata troppo tardi, generando un incremento delle complicazioni e dei costi. Nonostante il diabete di tipo 2 abbia molti fattori di rischio (età, etnicità, fattori genetici, ipertensione, dislipidemia e obesità) l´obesità è stata identificata come il fattore con la più forte associazione al diabete di tipo 2. Un italiano adulto su tre è in sovrappeso (36%) e uno su dieci è obeso (9,9%). In Italia ci sono oggi 17,6 milioni di persone in sovrappeso e 4,9 milioni di obesi. Anche le giovani generazioni hanno mostrato una scarsa capacità di gestire il peso: un bambino di 8-9 anni su tre è in sovrappeso o obeso, ma in molte aree del sud la proporzione sale a uno su due. Tutela della salute, costi del diabete I costi del diabete per il budget della sanità italiana ammontano al 9% delle risorse.3 Questo vuol dire più di 9,22 miliardi di Eur all´anno o 1,05 milioni di Eur ogni ora. In generale il costo della sanità per un cittadino italiano con diabete è in media di 2.600 Eur all´anno14, più del doppio rispetto a cittadini di pari età e sesso, ma senza diabete. Nonostante le forti convinzioni, non è il trattamento del diabete che costa di più ma il trattamento della sue complicanze. In altre parole più sono lunghe le attese per i trattamenti più questi costeranno Infatti, solo il 7% della spesa riguarda i farmaci anti diabete, il 25% è legato alle terapie per le complicanze e le patologie concomitanti, mentre il 68% è relativo al ricovero ospedaliero e alle cure ambulatoriali. Da un punto di vista sociale, i costi economici includono anche perdita di produttività e conseguentemente perdita di opportunità per lo sviluppo economico. Prevenzione, diagnosi precoce e cura - La maggior parte dei casi di diabete di tipi 2 possono essere prevenuti da un cambiamento degli stili di vita, includendo una dieta sana con una limitata quantità di grassi e 30 minuti di moderato esercizio fisico quotidianO. Lo Screening per il diabete e per il pre-diabete è conveniente in tutti i cittadini sopra i 40 anni. L´intervento precoce produce significativi risparmi nei costi sanitari a lungo termine- L´efficace trattamento del diabete riduce significativamente le complicanze del diabete, come l´infarto, ictus e grave deterioramento della vista. Il trattamento efficace comporta un attento monitoraggio e controllo del livello di glucosio nel sangue, pressione arteriosa e dei lipidi.23 Principali sfide e azione politica sul diabete: Grandi sfide: rapida crescita del numero dei cittadini con diabete, pre-diabete e obesità - aumento della morbilità e mortalità legate al diabete e ai suoi fattori di rischio - crescente onere dei costi diretti e indiretti del diabete e delle sue complicazioni per il sistema sanitario e la società italiana - lo scarso livello di educazione al diabete e di sensibilizzazione alla salute stanno portando a bassi livelli di conformità medica e al fallimento nel perseguire uno stile di vita sano. Priorità chiave: prevenzione / strategie stili di vita - investimenti nella diagnosi precoce / programmi di screening per le persone con diabete e pre-diabete - sviluppo di un piano nazionale del diabete - elevare il livello di consapevolezza e educazione circa il diabete - una maggiore cooperazione tra professionisti di assistenza sanitaria e pazienti al fine di prevenire gravi complicanze - accrescere le conoscenze riguardo l’impatto del diabete e delle sue complicanze acute e croniche sui costi diretti, indiretti e intangibili. Azioni politiche: Dal 2004, l´Italia ha un piano nazionale di prevenzione, che include una sezione sulla prevenzione delle complicanze del diabete. Questo piano stabilisce un quadro nazionale per l´implementazione da parte delle autorità regionali. Vincoli di bilancio spesso minano però l´implementazione regionale del piano nazionale - Non esite nessun piano nazionale specifico per il diabete, ma il Ministro della Salute ha predisposto un comitato permanente al fine di prepararne uno - Il Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 pone il diabete fra le priorità per il Sistema Sanitario Nazionale - Dal 2007, gli ´standard italiani per il trattamento del diabete´ forniscono le linee guida per gli operatori sanitari - Attualmente l´Italia ha oltre 600 “Centri specialistici per il diabete” - I sistemi sanitari regionali sono chiamati alla implementazione di “chronic care model”, basati su una forte centralità del paziente e una completa integrazione fra medicina specialistica e territoriale, resa possibile dalla definizione di percorsi assistenziali condivisi.  
   
 

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