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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Marzo 2012
 
   
  SARDEGNA: ACCORDO FRA REGIONE, SFIRS E ABI.

 
   
  Cagliari, 19 Marzo 2012 - "Il Fondo è stato calibrato in modo da aderire alla normativa comunitaria sugli aiuti di stato. Le garanzie sosterranno soprattutto le operazioni di investimento, oltre che quelle di liquidità. Si punta ad agevolare la rinegoziazione di prestiti esistenti concessi a favore delle piccole e medie imprese attraverso tassi d´interesse più sostenibili e rimborsi più prorogati nel tempo, e la capacità di finanziare le scorte, che rappresenta uno degli elementi più delicati dell’attuale crisi della finanza". E’ quanto affermato dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione Giorgio La Spisa, in merito alla firma del nuovo Protocollo di intesa per il Fondo di Garanzia indirizzato ad agevolare le piccole e medie imprese della Sardegna, siglato il 16 marzo tra Regione, rappresentata dal Centro Regionale di Programmazione, Sfirs e Associazione Bancaria Italiana (Abi). "Con questa firma vengono accolte le proposte emerse nel corso degli incontri del Forum regionale del Credito - riprende La Spisa - che puntavano a semplificare le procedure operative per rendere il fondo ancor più fruibile dalle imprese". Tre firme anti crisi, quelle di Regione, Sfirs e Abi, per fissare le nuove regole operative della ‘garanzia diretta’ per chi fa impresa nell’isola. A gestire il Fondo di Garanzia, primo in Italia per risorse messe a disposizione, sarà la Sfirs in collaborazione con le banche. L’obiettivo è quello di eliminare o frenare gli effetti dell’attuale ciclo economico che impediscono a gran parte delle imprese di accedere al credito attraverso uno strumento più dinamico e un sistema di garanzie più semplice per chi investe o rinegozia il debito attuale. Il Fondo di garanzia è operativo da settembre 2010, con una dotazione finanziaria complessiva di 243,2 milioni di euro, in gran parte Fondi dell’Unione europea (Fesr), più le risorse regionali e nazionali, e con gli stessi criteri di valutazione usati dal Mediocredito Centrale. Oltre alle controgaranzie e cogaranzie sugli interventi finanziari garantiti dai consorzi fidi, il fondo si dota ora degli strumenti per concedere le garanzie dirette: cioè garanzie irrevocabili, incondizionate e richiedibili a prima richiesta. Molto ampia la gamma di operazioni previste: operazioni già deliberate dalle banche o ancora da deliberare, sia a breve che a medio e lungo termine. Il Protocollo d’intesa è stato reso possibile da una serie di misure di semplificazione emanate dalla Regione che hanno reso il fondo di garanzia più efficace. Sono state fissate ad esempio nuove percentuali di accantonamento, che garantiscono meglio le banche a seconda del diverso grado di rischiosità dell’operazione per la quale è richiesta la garanzia. Gli istituti di credito presenti in Sardegna saranno informati in dettaglio dalla Sfirs sul funzionamento del fondo e potranno verificare quanti crediti in più saranno concessi. La presenza dell’Abi assicura che nell’attuazione dell’accordo saranno coinvolte direttamente i principali istituti di credito. Fiduciosi i vertici delle banche. Giuseppe Cuccurese, direttore generale della Banca di Credito Sardo, ritiene che: "Finalmente saranno più facilmente fruibili le ingenti risorse finanziarie messe in campo dalla Regione" e sottolinea che “Si sta già lavorando con Sfirs a una necessaria semplificazione delle procedure e all´adozione di meccanismi di funzionamento più snelli, per far sì che questo strumento "di sistema" possa essere utilizzato in tempi brevi dalle tante imprese che, nonostante le difficoltà, mantengono ancora potenzialità reddituali”. Le banche si impegnano a promuovere le garanzie dirette con le risorse del Fondo, mentre la Sfirs verificherà le condizioni. La regia della Regione agirà per riservare il 40 per cento del fondo alle garanzie dirette. Più basso sarà il tipo di rischio, minore sarà il capitale assorbito dalle banche, più numerosi gli impieghi delle risorse. Per classificare il rischio si tiene conto sia della fase del “ciclo di vita” dell’azienda (costituita da meno di tre anni, oppure da più di tre e meno di cinque, o invece più consolidata) sia del tipo di finanziamento (con ipoteche o senza). L’impegno sarà perciò più intenso per le imprese giovani e finora meno garantite, ma spesso innovative. Per le imprese più consolidate si vuole invece colmare quella differenza di garanzia che nei momenti di crisi impedisce l’accesso al credito.  
   
 

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