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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Marzo 2012
 
   
  SCOPERTI FARMACI CHE MIGLIORANO LE FUNZIONI COGNITIVE

 
   
  Bruxelles, 21 marzo 2012 - Alcuni ricercatori hanno scoperto che ci sono una serie di farmaci che migliorano la funzione cognitiva. Questi farmaci potrebbero aiutare a capire meglio i disturbi della cognizione, come il morbo di Alzheimer. Presentato sulla rivista Plos Biology, lo studio è stato in parte finanziato dal progetto Memstick ("Synaptic mechanisms of memory loss: novel cell adhesion molecules as therapeutic targets") che ha ricevuto oltre 2,9 milioni di euro nell´ambito del tema Salute del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Le sinapsi, che sono connessioni neuronali del nostro cervello, hanno un ruolo fondamentale nelle funzioni cognitive. In particolare, è lo schema di attività della sinapsi a controllare le nostre funzioni cognitive. Gli esperti dicono che queste connessioni neuronali sono dinamiche e cambiano in forza e proprietà, un processo che è chiamato plasticità sinaptica. I ricercatori credono che questo processo formi la base cellulare dell´apprendimento e della memoria. Alcuni scienziati ipotizzano anche che le alterazioni dei meccanismi di plasticità sinaptica causino diversi deficit cognitivi, come l´autismo, il morbo di Alzheimer e varie forme di ritardo mentale. Coordinati dai dott. Jose A. Esteban e Shira Knafo dell´Universidad Autonoma de Madrid e Cesar Venero dell´Universidad Nacional de Educacion a Distancia in Spagna, i ricercatori hanno identificato come questo processo possa essere manipolato per migliorare le prestazioni cognitive. L´uso di un piccolo frammento di proteina, chiamato peptide, derivato da una proteina neuronale coinvolta nella comunicazione tra una cellula e l´altra può produrre una sinapsi più plastica. Questo peptide (chiamato Fgl) provoca una serie di eventi all´interno del neurone, che aiutano a facilitare la plasticità sinaptica. Il Fgl provoca l´inserimento di nuovi recettori neurotrasmittenti nella sinapsi in una regione del cervello chiamata ippocampo, dicono i ricercatori, che è conosciuto per il suo ruolo in diverse forme di apprendimento e memoria. Commentando i risultati dello studio, il dott. Esteban dice: "Sappiamo da trent´anni che le connessioni sinaptiche non sono fisse dalla nascita, ma rispondono all´attività neuronale che ne modifica la forza. Così, stimoli esterni portano al potenziamento di alcune sinapsi e all´indebolimento di altre. È proprio questo codice di alti e bassi che permette al cervello di immagazzinare le informazioni e formare ricordi durante l´apprendimento." Il dott. Knafo osserva: "Questi sono studi di base sui processi molecolari e cellulari che controllano la nostra funzione cognitiva. Hanno fatto però luce sulle potenziali vie terapeutiche per i disturbi mentali nei quali questi meccanismi non funzionano bene." Allo studio hanno partecipato esperti provenienti da Danimarca, Spagna e Svizzera. Per maggiori informazioni, visitare: Plos Biology: http://www.Plosbiology.org/home.action  Memstick: http://memstick.Org/    
   
 

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