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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Marzo 2012
 
   
  ESPOSIZIONE AGENTI CHIMICI, LE “LINEE GUIDA” DELL´ARPA SPERIMENTATO IN BASILICATA IL NUOVO MODELLO CHE ANALIZZA I POTENZIALI RISCHI PER I LAVORATORI ESPOSTI A SOSTANZE POTENZIALMENTE PERICOLOSE. IL SISTEMA È APPLICABILE NEI LABORATORI DI ANALISI E AGENZIALI

 
   
  Potenza, 26 marzo 2012 - Ha preso il via dalla Basilicata la sperimentazione di un modello per analizzare e classificare l’esposizione dei lavoratori che usano e manipolano sostanze potenzialmente pericolose. I ricercatori lucani dell’Arpab hanno avuto un ruolo di spicco per testare il sistema elaborato nell’ambito di un progetto, nato nel 2006, che ha coinvolto le Arpa di Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Campania e Sicilia. Il sistema è stato presentato il 22 marzo a Potenza al Teatro Stabile nel corso di un convegno sulle “Linee Guida per la Valutazione del Rischio da esposizione ad agenti chimici pericolosi e ad agenti cancerogeni e mutageni”, alle quali dovranno uniformarsi i laboratori del sistema sanitario e agenziale dove i lavoratori vendono a contatto con sostanze potenzialmente pericolose. Elaborate dal Centro Interagenziale “Igiene e Sicurezza del Lavoro” di Ispra, le “Linee Guida” operano effettuando la valutazione del rischio chimico a partire dall’identificazione delle diverse sostanze. Si tratta di un sistema che, partendo dall’analisi dalla realtà nella quale si trovano ad agire professionisti delle Arpa, può essere esportato ad ogni lavoratore che viene in contatto con sostanze potenzialmente chimiche. Obiettivo del Gruppo di Lavoro è, infatti, la concreta attuazione di un percorso per elaborare uno strumento originale che garantisca maggiore tutela della salute e del benessere dei lavoratori. Utilizzando fogli di calcolo excel e semplici strumenti informatici, si cerca di individuare situazioni di rischio e di offrire buone pratiche e tecniche per affrontare eventuali criticità. La conoscenza della pericolosità delle sostanze in uso e la loro quantificazione, mediante il calcolo dell’indice di rischio, rappresenta l’elemento fondamentale dello studio e consente di mettere in atto misure precauzionali per tutelare la salute del lavoratore sovraesposto a sostanze delle più svariate tipologie di pericolosità (tossiche, cancerogene, infiammabili, irritanti, sensibilizzanti, ecc.) presenti nei cicli produttivi anche se utilizzati in piccole e talvolta modeste quantità. “La creazione di condizioni di lavoro sicure e sane rappresenta oggi una sfida. E’ necessario diffondere una nuova cultura che deve essere costruita congiuntamente da Governi, datori di lavoro e professionisti. Una cultura della salute e della sicurezza, in cui il diritto ad un ambiente di lavoro salutare viene rispettato a tutti i livelli, a cui tutti contribuiscono attivamente attraverso un sistema di responsabilità e doveri ben definiti e dove la prevenzione ricopre un ruolo prioritario”. Lo ha dichiarato l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Vilma Mazzocco intervenendo al convegno. “Le linee guida - ha aggiunto - rappresentano un valido e concreto strumento di lavoro a supporto degli operatori di settore, dei tecnici della sicurezza, dei professionisti e di tutti coloro che si occupano di prevenzione. La valutazione del rischio e dell’esposizione dei lavoratori ad agenti cancerogeni e mutageni è senza dubbio uno degli aspetti principali che riguardano le misure di tutela della salute. Al momento non abbiamo a disposizione una normativa nazionale che fornisce indicazioni sulla metodologia da adottare, dunque, diventa importante raccogliere quei principi utili per richiamare l’attenzione sulle norme di comportamento da adottare e le misure di prevenzione e protezione e dettagliare una metodologia per la valutazione del rischio chimico chiara, basata su indicatori precisi e ben calibrati sull’attività da tenere sotto controllo. La cultura della sicurezza va promossa tra tutti i cittadini già in giovane età, iniziando dalla scuola, così come i datori di lavoro devono impegnarsi a favorire un ambiente sano, senza dimenticare che, per garantire un luogo di lavoro sicuro, molto dipende anche dall’atteggiamento e dal comportamento individuale degli operatori”. “L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di concertazione tra Enti pubblici”, ha detto il direttore generale del Dipartimento Salute della Regione Basilicata - Domenico Tripaldi. “La valorizzazione delle professionalità pubbliche –ha aggiunto Tripaldi- rappresenta, in questo particolare momento di contrazione di risorse pubbliche destinate alla sanità, un’occasione per sperimentare nuovi virtuosismi tra gli Enti, finalizzati non solo a garantire il diritto alla salute, ma anche a migliorare le performance di spesa”. “L’innovativo sistema presentato oggi testimonia la capacità e l’impegno dei nostri tecnici che hanno contribuito a mettere a punto un modello originale che oggi è adottabile in tutta Italia, per incrementare le garanzie per i lavoratori esposti al contatto, anche se in minima quantità, di sostanze potenzialmente tossiche”. Lo ha sottolineato il direttore generale dell’Arpab Raffaele Vita. “Ringrazio i nostri professionisti Donato Lapadula e Sante Muro che hanno coordinato il progetto svolto da cinque Arpa, mettendo in campo un lavoro dalla credibilità tecnico scientifica riconosciuta a livello nazionale”.  
   
 

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