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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Marzo 2012
 
   
  LEGGERE LIBERA-MENTE: LA LETTURA, SPECIALMENTE IN CARCERE, PUÒ DIVENTARE UN IMPORTANTE STRUMENTO DI RIEDUCAZIONE.

 
   
  Milano, 26 marzo 2012 - Il progetto Leggere libera-mente nasce nel 2008 grazie alle riflessioni condivise e costruttive di alcuni operatori del Carcere di Opera (Dott.ssa Barbara Rossi, Ed. Paolo Pizzuto e Ed. Antonella Conte). Durante i colloqui con gli operatori della casa di reclusione alcune persone detenute riferivano di trovare beneficio nella partecipazione ai laboratori di lettura e di scrittura, condotti da volontari. Altre persone detenute riferivano di utilizzare il libro come strumento per mantenere le relazioni con i propri figli e trovare degli argomenti da condividere. Da qui è partito lo spunto per una nuova idea e si è attivata una proficua collaborazione col laboratorio di scrittura creativa, diretto da 15 anni dalla dott.Ssa Silvana Ceruti, con cui si condivide l’obiettivo di promuovere il piacere e la consuetudine di leggere e scrivere. Il progetto è stato proposto dall’associazione culturale Cisproject (associazione che promuove progetti di natura culturale in ambito sociale e sanitario) e si svolge in stretta collaborazione con la Casa di Reclusione di Milano-opera, col forte sostegno del Direttore Giacinto Siciliano. Oggi al 4° anno di attività, abbiamo rinnovato la nostra convinzione che la lettura e la scrittura possano essere occasione di crescita, e in particolare: - offrono maggior consapevolezza di sè nella relazione coi personaggi del libro e coi compagni di lettura,- arricchiscono gli argomenti di discussione su temi costruttivi, lontani dalla devianza,- aiutano a trovare le parole per esprimere meglio sentimenti che altrimenti potrebbero sfociare in azioni anche aggressive, - favoriscono lo sviluppo del pensiero creativo, nelle sue più ampie accezioni (valutazione di percorsi impensati, utilizzo di linguaggi nuovi di comunicazione, allargamento di orizzonti)- migliorano le relazioni interpersonali riducendo la conflittualità, permettendo una conoscenza migliore di sè, un’espressione più efficace dei propri pensieri e una conoscenza più profonda dell’altro nell’ascolto reciproco. Il progetto si esprime in modo più riflessivo nei 3 laboratori attivi, ed espone i propri risultati alla popolazione detenuta nel corso di alcuni eventi, cui sono invitati anche testimoni di eccezione (ricordiamo tra i tanti Lella Costa, Umberto Pellizzari, Giovanni Soldini, Roberto Ghidoni, compagnie teatrali, ecc), Questi incontri sono aperti anche ai cittadini, preventivamente autorizzati. Quando il mondo interno al carcere e il mondo esterno si incontrano, ne nasce sempre un momento di confronto, in cui si scoprono aspetti inattesi e si costruiscono nuovi saperi. Attualmente Sono Operativi 3 Laboratori: 1. Lettura libera: ci incontriamo settimanalmente in una saletta del carcere per circa 3 ore. Lavoriamo su argomenti proposti dal gruppo o dai conduttori, leggendo insieme e individualmente libri sul tema preso in esame. 2. Lettura ad alta voce: ci incontriamo settimanalmente per circa 2 ore presso il Centro Clinico della Casa di Reclusione Milano-opera. Un conduttore legge ad alta voce il libro scelto. Ci si ferma spesso nella lettura per commentare insieme frasi, personaggi, soluzioni, pensieri dei protagonisti del libro. 3. Scrittura creativa: ci incontriamo quindicinalmente per circa 3 ore. Leggiamo poesie e prose di autori classici e contemporanei. Analizziamo la struttura e il linguaggio spesso metaforico dei testi, e da questi testi, oltre che dall’osservazione di oggetti della vita quotidiana, traiamo spunto per scrivere poesie e racconti. Perché la biblioterapia? Capiamo meglio di che cosa si tratta. Biblioterapia, letteralmente, significa facilitare il processo di “cura” attraverso un libro. Proporre e accompagnare nella lettura di un libro, o in alcuni casi “prescrivere un libro“ (come una medicina) aiuta la persona a riflettere su di sé, a confrontarsi identificandosi con l´altro, osservando come altri hanno affrontato il suo stesso problema. La persona viene quindi stimolata a sviluppare risorse nuove ed abilità empatiche, ad acquisire conoscenze, ad elaborare strategie di gestione del disagio psicologico più funzionali. In carcere, dove gli spazi per un trattamento psico-educativo sono sempre più ridotti, dove la necessità e il bisogno di uno spazio di riflessione e di rielaborazione sono immensi, allora il libro può essere uno strumento d´ausilio e di supporto al trattamento. I concetti di autopromozione, di affermazione nell’ambito socio-relazionale, di intelligenza emotiva, di pensiero laterale, di uscita da un pensiero egocentrico, di relativismo psicologico, di resilienza, intesa come la capacitá umana di affrontare le avversitá della vita, superarle e uscirne rinforzato o, addirittura, trasformato (Grotberg, 1996), sono impliciti in quello di biblioterapia. La lettura e il libro allora diventano strumenti di promozione della salute e del benessere personale e collettivo e il libro stesso strumento di terapia. Lettura e cambiamento, dunque, vengono intesi come un processo evolutivo complesso che trae dall’esperienza del proprio disagio psicologico e dalla propria sofferenza (per la carcerazione, per i sensi di colpa legati al reato commesso, per la lontananza dalla famiglia...) gli stimoli al superamento degli ostacoli e dei vincoli che questa e quello generano. Obiettivi del progetto. Leggere libera-mente ha quindi come primo obiettivo quello di avvicinare le persone detenute alla lettura, stimolando curiosità e desiderio di approfondire i propri interessi. Si snoda su due assi: uno sviluppo orizzontale: attivare spazi di pensiero positivo, creare uno spazio franco, libero dalle regole che caratterizzano la carcerazione, arricchire gli argomenti e le tematiche di discussione tra detenuti e coi familiari) uno sviluppo verticale: favorire la capacità di introspezione, di dialogo tra sé e sé, la possibilità di attingere alle proprie risorse e di confrontarsi con le proprie fragilità. Sappiamo che in realtà anche più devastanti del carcere, come i campi di concentramento, ciò che aiutava le persone a sopravvivere era la possibilità di conservare un proprio pensiero (Luigi Pagliarani, Amore senza vocabolario). Analogamente, alcuni detenuti ci hanno confidato di aver sopportato momenti difficili proprio per la possibilità di pensare in autonomia (Leggere finestra aperta, a cura di Rossi B., Parole che sprigionano, a cura di G. Faravelli, F. Ferraresi, P. Ferrazzini; Le case da lontano, a cura di S. Ceruti; Confesso che amo, a cura di S. Ceruti). Il secondo obiettivo è quello di rendere le persone detenute più partecipi alle attività organizzate presso la Casa di Reclusione. Gli eventi, da un lato, sono un modo per coinvolgere i partecipanti al laboratorio e spronarli nella costruzione dell’evento stesso, dall’altro consentono di stimolare la curiosità di altre persone detenute e spingerle a fare richiesta di partecipazione al laboratorio. Il terzo obiettivo è quello di divulgare informazioni sul progetto attraverso pubblicazioni, sito internet, articolo, seminari divulgativi e formativi, che consentano di esportare questo lavoro anche presso altre istituzioni, attivando un proficuo circolo virtuoso di scambi di esperienze. Argomenti trattati - libertà, amore, infanzia, umorismo, bullismo, diritti e doveri, maratona e sport, musica, lettura e scrittura. I nostri Opsiti - Lella Costa, Giovanni Soldini, I mercanti di Liquore, Umberto Pelizzari, Maria Pace Ottieri, Aldo Giovanni e Giacomo, Cristian Giammarini e Giorgio Lupano attori de “La maratona di New York”, Musiscalzi, Pandemonium, Il teatro del Buratto, Cristina Freghieri, Franz Rossi, Roberto Ghidoni, e Carlos Martinez, ed altri ancora. Dicono le persone detenute... Ognuno di noi ha un libro che gli ricorda qualcosa della propria vita. Nutro ammirazione per le persone che ci vengono a trovare ritagliandosi del tempo prezioso che potrebbero impiegare diversamente. Vivere la carcerazione nell’ottica del reinserimento, con un maggior apporto di relazioni con l’esterno che sono l’ossigeno per una vera introspezione riabilitativa. A volte per scoprire le cose importanti non occorre andare molto lontano, è sufficiente un gesto, uno sguardo, un sorriso per scoprire un mondo di sentimenti. Qual è il significato di questi esperimenti sui detenuti? A volte mi sento come un sub in queste brutture! Il viaggio è stato molto gradito. Mi sono divertito molto, ho visto tante isole, tanto mare, ho mangiato sempre pesce fresco e sono tornato a casa soddisfatto di questa bellissima avventura. Ora aspetto la prossima crociera… Il morale a nostro giudizio è buono, tutto ciò che può insegnare a vivere serenamente è un consiglio ottimo, quindi lo stato d’animo è stato tornare in cella e continuare a parlare di questo incontro (o in saletta). Per un attimo abbiamo lasciato la cella, cioè Opera, con il nostro veliero immaginario... Altra cosa che mi ha colpito è stato il compagno (e mi sono trattenuto dall’intervenire) che non sa di cosa parlare con la figlia di 5 anni durante l’ora di colloquio. Ho percepito un modo nuovo di fare cultura e di questo i partecipanti sono coinvolti e interessati La forza della comunicazione è risaputa. Con la poesia le parole arrivano direttamente al cuore, passando per la mente facendoti riflettere e sognare ad occhi aperti. Mi ha colpito il pensiero vigliacco, mi ha fatto pensare.. Un libro è meglio delle caramelle, di un giocattolo... Di un videogioco. Cosa posso fare per riparare il mondo rotto a mio figlio...A volte non ci si conosce tra padre e figlio! Ho un figlio sulla carta, sono il padre ma non ho mai fatto il padre. Mia madre era analfabeta, per farmi smettere il ciucciotto, a quei tempi si usava metterci il peperoncino sopra. Mio figlio non l’ho mai conosciuto perché mi ha rifiutato come padre. I miei figli sono grandi, sono nonno di due nipoti di 9 e 11 anni. Noi avremo anche tradito i figli, ma qualcuno ha prima tradito noi. Ognuno di noi ha una colonna sonora della propria vita! A Lorenzo: sei un mostro sapresti musicare anche le pagine gialle! La vita è abbastanza amara e con un po’ di liquore l’addolcirei! Condivido in pieno che la musica unisce, è ritmo, energia, passione, gioia, ricordi, in una parola , è la vita! Avere la chitarra in cella mi ha permesso di superare molti momenti difficili... Perché scriviamo? “Per cercare di esternare le nostre emozioni.” “Io per me stesso. Mi piacerebbe leggere Erri De Luca.” “Per fare appunti su quello che succede.” “Vorrei scrivere alla mia famiglia!” “Per migliorare il mio stato d’animo, per stare meglio.” “Per comunicare.” E ancora: “La poesia permette di sintetizzare, secondo me, è un pregio. Prima ho letto le poesie e poi le ho scritte. Tutto parte dal niente o dal nulla, è la volontà che conta.” “Prima viene l’interesse e poi il piacere. Siddartha l’ho letto 2 volte. Mi è rimasto in testa.” “Non so se troverei interesse a leggere qualcosa che sto vivendo.” Quello che succede in questi incontri, è la dimostrazione di un percorso di crescita che abbiamo fatto! Complimenti a tutti! Ho un messaggio per i giovani: anche io sono giovane, ho fatto degli errori e sono finito qui! Non fate questi errori: si sta male qui! Conclusioni - Il progetto Leggere Libera-mente è un´assoluta novità: la presenza di tante persone detenute, la presenza degli agenti nell’aula – teatro, la partecipazione di molti testimoni, l’interazione continua con i ristretti, e l’utilizzo di cinema, palcoscenico e musica, lo collocano a cavallo tra il culturale e il clinico. Gli eventi sono stati promossi anche all’esterno del teatro del Carcere di Milano-opera. Il progetto ha coinvolto anche altri laboratori attivi in carcere in particolare la compagnia teatrale Opera-liquida. Lo Staff - Dr. Barbara Rossi, leader project, Dr. Paola Maffeis, aiuto coordinamento, Dr. Silvana Ceruti, coordinamento, Elisa Mercadante, reporter di viaggio, Antonella Conte, educatrice, Maya Ziglio, comunicazione sul web e video, Studio Angeletti, ufficio stampa, Claudia Cuccu, collaboratrice, i corsisti del laboratorio di lettura libera, i corsisti del laboratorio di lettura ad alta voce, i corsisti del laboratorio di scrittura creativa. Pubblicazioni di approfondimento - a cura di Rossi B., Leggere, finestra aperta, ed. La vita felice 2011 - a cura di Rossi B., Biblioterapia, ed. La Meridiana, 2010. Invitiamo chi in altre carceri avesse fatto esperienze di lettura a socializzarle prendendo contatti col nostro gruppo. Potete inviare una mail a: barbross@libero.It  http://leggereliberamente.Wordpress.com/  www.Leggereliberamente.it    
   
 

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