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Notiziario Marketpress di Venerdì 30 Marzo 2012
 
   
  URBANIA (PALAZZO DUCALE ): 1535/1612 - QUARTO CENTENARIO DELLA MORTE DI FEDERICO BAROCCI - LA MADONNA DELLA NEVE DI FEDERICO BAROCCI - LA TRADIZIONE - LA CRITICA

 
   
  Urbania, antica Casteldurante, si prepara ad ospitare una nuova e preziosa mostra per proseguire anche nell’anno 2012 la sua tradizione più che decennale di esposizioni e di studi ospitati nel prestigioso Palazzo Ducale. E’ in occasione del quarto centenario della morte di Federico Barocci (1535 – 1612) che il Comune di Urbania, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con il Gabinetto di disegni e stampe degli Uffizi di Firenze e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, organizza la mostra “La Madonna della neve di Federico Barocci. La tradizione, la critica” dedicandola al genio di uno dei maestri la cui fama fu pari, nel corso del Cinquecento, a quella di Raffaello e Michelangelo, di Tiziano e Correggio. L’esposizione, che prenderà avvio sabato 31 marzo alle ore 17 all’interno della Rassegna Primavera Arte, è ricca di stimoli e di suggestioni e nasce dall’intento di valorizzare l’opera “Madonna della neve” (Olio su tela, cm 175x113), conservata nella Chiesa dell’Ospedale di Urbania e per sottolineare lo speciale rapporto di committenza tra il duca Francesco Maria Ii della Rovere, mecenate e protettore del pittore urbinate dalla raffinata pittura cromatica e vena sentimentale e dal carattere melanconico, schivo e insofferente. La mostra di Urbania propone insieme al famoso dipinto, noto anche come La Vergine col bambino, una selezione di disegni e schizzi preparatori strettamente collegati alla Madonna della neve, prestati dal Gabinetto delle Stampe degli Uffizi di Firenze (tra i quali gli Studio per la Vergine col Bambino, Studio per il Bambino, Studio di nudo per la Vergine) arricchita da altre opere e disegni provenienti da collezioni private (tra queste la maiolica dell’artista Ippolito Rombaldoni del 1660, prima incisione della Madonnella delle nubi) e del Museo Diocesano e di Palazzo Ducale, dove l’ultimo duca Francesco Maria Ii Della Rovere amava vivere. Federico Barocci esordì a Roma tra il 1561 ed il 1563 con gli affreschi del Casino di Pio Iv in Vaticano, per poi rifugiarsi precipitosamente ad Urbino, ove si chiuse in un ipocondriaco isolamento. Pittore religioso per eccellenza, la sua opera è una perfetta interpretazione della Controriforma. In linea con lo spirito cristiano e caritatevole che pervade, nella Ii metà del 1500, gran parte del territorio marchigiano (anche grazie alla diffusione dei nuovi Ordini Religiosi), Barocci non rappresenta in modo aulico i fasti della Chiesa, ma tocca direttamente l’animo dei fedeli, suscitando una commozione tale che diviene devozione. Creando un legame affettivo ed emozionale fra lo spettatore ed i protagonisti dell’evento sacro rappresentato, dà alla devozione un carattere quotidiano e personale, creando una fusione fra paesaggio ideale e reale, che col tempo si caricherà sempre più di riferimenti simbolici ed autobiografici. La peculiarità della sua pittura consiste soprattutto nell’aver elaborato, in modo personale, il cromatismo veneziano ed il patetismo correggesco. Dal punto di vista stilistico, realizza opere di straordinaria comunicativa, grazie all’accurata resa prospettica, alla sapiente composizione, alle studiate sequenze cromatiche, alla raffinata scelta di gesti e fisionomie, al forte dinamismo. Le circostanze che portarono alla commissione della Madonna delle neve non sono note né documentate e ciò ha generato una certa aura di mistero intorno all’origine di quest’opera che ha sempre richiamato a sé l’attenzione degli storici. Una prima menzione del dipinto è presente nei documenti della chiesa del Santissimo Crocifisso di Urbania dopo il 1636 anche se, tuttavia, il nome del pittore non viene citato. La Chiesa in questione fu edificata nel 1619, per volere del duca Francesco Maria Ii della Rovere, dai Cherici Regolari Minori, un ordine di francescani detti caracciolini, tra quali il duca scelse il suo confessore. Ai padri fu concesso di erigere questo tempio sulle rovine di una precedente chiesa benedettina dedicata a Santa Maria della neve e da molto tempo in stato di abbandono. La mancanza di documentazione sugli spostamenti della Madonna della neve suggerisce che, secondo il volere del duca, il dipinto sia passato dalla bottega dell’artista a uno dei padri caracciolini, il quale alcuni anni dopo lo fece trasportare nella chiesa dei Cherici Minori oggi detta dell’Ospedale per ornare appunto l’altare de La Madonna della neve. Anche se non è possibile del tutto far luce sulle vicende che hanno portato la Madonna della neve sull’altare della Chiesa dell’Ospedale di Urbania, altrettanto non può dirsi per l’attribuzione di quest’opera, che si rivela nei colori e nella composizione degna del miglior Federico Barocci. L’allestimento della mostra a Palazzo Ducale è a cura degli architetti Gabriele Muccioli e Teresa Ferri. La mostra resterà aperta fino il 31 ottobre 2012. Insieme alla mostra sarà possibile visitare il complesso architettonico di Palazzo Ducale progettato da Francesco Di Giorgio Martini nel 1470 con la committenza dei Montefeltro quindi dei Della Rovere, e successivamente completato dal geniale architetto Girolamo Genga. Tra i tesori da scoprire al suo interno, le collezioni e la biblioteca con 40.000 volumi preziosi, dipinti, raccolte di ceramiche e terrecotte, le incisioni come la stampa del Trionfo di Carlo V ; una Commedia di Dante Alighieri edita nel 1491; un volume del 1528 del Cortegiano di Baldassar Castiglione; i Sonetti di Torquato Tasso del 1583 e il Testamento dell’ultimo Duca di Urbino Francesco Maria Ii Della Rovere, morto a Casteldurante nel 1631 e ancora collezioni di grafica del ‘900 ei due famosi globi di inestimabile valore del 1541 e 1551, del fiammingo Gerhard Kremer detto Mercatore, inventore del sistema moderno delle carte nautiche. Visitare il museo permette di scoprire, lungo un percorso di grande effetto, tutto il palazzo, dalle torri con la panoramica loggia sul fiume Metauro fino alla rampa elicoidale che collega i suggestivi sotterranei, sede del Museo di Storia dell’agricoltura. Info: Museo@marcheweb.com - info@museopartecipati.It  
   
 

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