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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Aprile 2012
 
   
  SCIENZIATI LANCIANO L´ALLARME SUL DISGELO VELOCE DEL PERMAFROST

 
   
  Bruxelles, 4 aprile 2012 - Quando il permafrost si scongela, rilascia dei gas serra in certe zone dell´Artico, aggravando gli effetti del cambiamento climatico. Delle immagini satellitari dettagliate hanno ora rilevato dei cambiamenti della superficie terrestre a latitudini ancora più a nord, che indicano la presenza di preoccupanti livelli di disgelo del permafrost. Le scoperte sono state effettuate da scienziati dell´Agenzia spaziale europea (Esa) che hanno utilizzato molti satelliti diversi tra cui il satellite ambientale (Envisat). I ricercatori sono riusciti a ottenere una visione panottica dei fenomeni relativi al permafrost, da una dimensione locale a una relativa a tutte le zone attorno all´Artico. Anche se il permafrost non può essere misurato direttamente dallo spazio, i satelliti possono cogliere dei fattori indicativi come la temperatura superficiale, la copertura del terreno e parametri relativi alla neve, umidità del suolo e cambiamenti del terreno. Il permafrost è quel terreno che rimane a temperature inferiori o pari a 0°C per almeno due anni consecutivi; esso solitamente appare in aree a latitudini elevate come Alaska, Siberia e Scandinavia settentrionale, o ad altitudini elevate come le Ande, l´Himalaya e le Alpi. Circa metà del carbonio organico sotterraneo del mondo si trova nel permafrost delle regioni settentrionali, questa quantità è più che doppia rispetto a quella di carbonio presente nell´atmosfera sotto forma di gas serra quali biossido di carbonio e metano. Anche se in molte delle aree urbane del mondo gli effetti del cambiamento climatico possono, per ora, essere nascosti sotto il tappeto dagli scettici, nell´Artico, la regione colpita più duramente dal cambiamento climatico, i suoi effetti sono gravi e innegabili: esso sta causando il veloce disgelo del permafrost. Questo disgelo innesca il rilascio di gas serra nell´atmosfera e accresce così gli effetti globali del cambiamento climatico. Il dott. Hans-wolfgang Hubberten, capo dell´Istituto Alfred Wegner per la ricerca marina e polare, in Germania, e presidente dell´Associazione Internazionale Permafrost, ha così commentato: "La combinazione di misurazioni sul campo con il rilevamento a distanza e con modelli climatici può far progredire la nostra comprensione dei complessi processi nella regione del permafrost e migliorare le proiezioni relative al clima futuro." L´esa continuerà a monitorare la regione del permafrost con il suo satellite Envisat e con la prossima serie di satelliti Sentinel nell´ambito del programma Gmes (Monitoraggio globale per l´ambiente e la sicurezza) guidato dall´Ue. L´esa sta sviluppando cinque famiglie di missioni Sentinel specificamente per il programma Gmes; il lancio della prima di queste missioni è programmato per il 2013. I Sentinel forniranno una serie eccezionale di osservazioni per Gmes, ad iniziare dalle immagini radar giorno e notte e con tutti i tempi provenienti da Sentinel-1 che verranno usate per servizi terrestri e oceanici. Sentinel-2 fornirà immagini ottiche ad alta risoluzione per servizi terrestri e Sentinel-3 fornirà dati per servizi relativi a oceani e terra. Sentinel-4 e Sentinel-5 forniranno dati per il monitoraggio della composizione atmosferica, rispettivamente da un´orbita geostazionaria e da una polare. Gmes è composto da diversi progetti in parte finanziati attraverso il Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue, ed è organizzato in collaborazione con l´Esa, che è responsabile della componente spaziale, e con l´Agenzia europea dell´ambiente (Aea), responsabile della raccolta dati da sensori in volo e al suolo. Gmes è il più ambizioso programma di osservazione della Terra di sempre, e il suo obbiettivo globale è quello di fornire informazioni accurate, tempestive e facilmente accessibili per migliorare la gestione dell´ambiente, comprendere e ridurre gli effetti del cambiamento climatico e garantire la sicurezza civile. Delle informazioni accurate fornite in tempo ci possono aiutare a gestire le risorse naturali e la biodiversità, a osservare lo stato degli oceani e a monitorare la composizione chimica della nostra atmosfera. Per maggiori informazioni, visitare: Agenzia spaziale europea: http://www.Esa.int/esacp/index.html    
   
 

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