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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Aprile 2012
 
   
  PARCO DEL DELTA DEL PO VENETO: TERRITORIO PER TURISTI AMBIENTALI INTELLIGENTI

 
   
  “L’amico Pipitone dovrebbe andare a risiedere nel Delta del Po, chè è polesano: lavori lì, viva con i veneti di quelle parti. Forse, ma dico forse, capirà perché vi sono delle differenze sostanziali tra Delta del Po del Veneto, e Parco del Delta dell’Emilia Romagna, che rendono di fatto improponibile andare gli uni a lezione dagli altri”. Non se la prende l’assessore ai Parchi del veneto leggendo la nota del consigliere regionale Udv che invita ad andare a lezione da Errani. “Per inciso – aggiunge l’assessore – mi domando se si sia accorto dove passa il confine tra le nostre due Regioni, che stanno lavorando non da oggi in sintonia per rimediare a comuni malanni storici e a cogliere le opportunità possibili”.. “Il punto è – spiega – che in Emilia prima hanno fatto le strutture turistiche, in un territorio che non ha i problemi di fragilità, mutazione e subsidenza del Delta del Po, poi hanno fatto il Parco, salvaguardando le zone naturalistiche più interessanti. In Veneto, dalla foce dell’Adige fino al Po di Goro (hai presente, Pipitone? È il ramo più a sud del Delta, oltre il quale c’è l’Emilia), prima abbiamo creato e salvaguardato il territorio dove si snodano i rami sempre vivi e mutevoli della foce del grande fiume, e poi qualcuno, in un territorio per la quasi totalità al di sotto del livello del mare, ci ha calato sopra un parco, per molti aspetti anche sopra la testa dei suoi cittadini, che significa anche vincoli e divieti che rendono impossibile realizzare un sistema infrastrutturale di ospitalità come quello che c’è al di là del confine e del parla il nostro intelligente interlocutore. E’ una zona dove ogni metro quadro è com’è perché così a voluto l’uomo con il suo lavoro, che ha belle aree rinaturalizzate artificialmente e una consistente economia agricola, dove le opportunità economiche non sono tantissime. Suppongo, a proposito, che Pipitone sappia come mai a Porto Tolle sia sorta una Centrale dell’Enel, ultimo e unico posto dove la società elettrica aveva trovato il consenso locale a costruire, in una zona tra le più povere del Paese e soggetta a emigrazione. Mi auguro anche che sappia che nel Delta, quello polesano, potrebbero soggiornare forse un paio di migliaia di persone: i posti letto sono probabilmente meno se si escludono Rosolina e Albarella; quelli a tavola probabilmente pochi di più. Ecco, si chieda tutto questo, e poi si chieda perché il Veneto vuole comunque valorizzare il proprio Delta e a sua straordinaria proposta di visitazione, che però non potrebbe mai sopportare un turismo di massa, ma solo un intelligente e appassionato turismo ambientale”  
   
 

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