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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Aprile 2012
 
   
  MELANOMA, “I BIMBI NON STIANO AL SOLE SENZA PROTEZIONE” L’AIOM: “L’IMMUNOTERAPIA UN’ARMA PER SCONFIGGERE IL CANCRO”

 
   
   Napoli, 4 aprile 2012 – Ripetuti eccessi di esposizione ai raggi solari durante l’infanzia triplicano il rischio di sviluppare il melanoma da adulti. I piccoli vanno difesi dal sole con adeguate protezioni, evitando sempre le ore centrali della giornata, soprattutto con l’arrivo della bella stagione. Alle “Nuove frontiere nel trattamento del melanoma” l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) dedica un convegno nazionale. Parte dalla prevenzione la lotta contro questo tumore della pelle particolarmente aggressivo. Ogni anno nel nostro Paese si registrano circa 7000 nuovi casi e 1500 decessi. Oggi si stanno affacciando nuove armi realmente efficaci, come l’immunoterapia che agisce stimolando le difese immunitarie contro le cellule tumorali con importante beneficio per i malati. Inoltre sono in via di registrazione anche nel nostro Paese farmaci mirati su bersagli cellulari da impiegare nei pazienti con melanoma metastatico che presentano specifiche alterazioni molecolari. I tempi tra la registrazione europea e la successiva approvazione dei nuovi farmaci in Italia sono purtroppo ancora lunghi. Gli oncologi chiedono che vengano velocizzati i processi registrativi per i trattamenti oncologici realmente “innovativi” come nel caso del melanoma. “La battaglia contro questa forma di cancro è difficile – spiega il prof. Carmine Pinto, segretario nazionale Aiom – ma si può vincere ponendo più attenzione a semplici regole di prevenzione. Troppe persone si espongono al sole senza precauzioni, in particolare i bambini rappresentano l’‘anello debole’ della catena. Un richiamo da tenere in considerazione soprattutto in questi mesi, in cui molti approfittano del fine settimana per prendere un po’ di ‘colore’. Vanno inoltre totalmente bandite le lampade abbronzanti che, secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), aumentano il rischio di melanoma del 75%, al pari del fumo di sigaretta, se utilizzate prima dei 30 anni”. Appropriatezza nell’utilizzo dei farmaci in oncologia è da sempre la parola d’ordine dell’Aiom. “Per garantire compatibilità economica ed adeguati trattamenti per i pazienti oncologici in tutte le regioni del Paese – continua il prof. Pinto – bisogna lavorare in parallelo su appropriatezza delle cure e organizzazione del sistema sanitario. Un importante risparmio in oncologia si otterrebbe già riducendo la sola migrazione sanitaria, con una contrazione dei costi del 10%. Non va inoltre dimenticato il costo sociale per i pazienti ed i familiari, di cui quasi mai si tiene conto. Lo sviluppo delle reti oncologiche regionali, per il quale la nostra Associazione si sta oggi fortemente impegnando, potrà portare significativi vantaggi in prospettiva per il miglioramento e la razionalizzazione della sanità pubblica. Il melanoma fa registrare, nella fase metastatica, alti tassi di mortalità. La sopravvivenza media infatti è di circa 6 mesi. E negli ultimi 30 anni non vi è stato alcun progresso terapeutico, a fronte di un costante aumento di casi”. In particolare, ipilimumab è un farmaco che agisce potenziando le difese immunitarie contro le cellule tumorali. Ipilimumab è stato approvato in Europa nel luglio 2011 per la cura dei pazienti con melanoma metastatico, ma non è ancora disponibile nel nostro Paese, mentre lo è già in Francia, Germania, Regno Unito, Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Austria, Svizzera e Belgio. “Questi tempi di latenza – sottolinea il prof. Paolo Ascierto dell’Unità di Oncologia Medica e Terapie Innovative del ‘Pascale’ di Napoli – dovrebbero essere accorciati ed è importante che gli enti preposti agiscano quanto prima”. “Ipilimumab – continua il prof. Ascierto - agisce al livello delle cellule del sistema immunitario, attraverso un meccanismo che rimuove i ‘blocchi’ della risposta immunitaria antitumorale. L’italia ha svolto un ruolo essenziale nello sviluppo clinico della molecola: è la prima terapia che ha dimostrato di migliorare in maniera statisticamente significativa la sopravvivenza delle persone colpite da melanoma metastatico”. Le Regioni settentrionali fanno registrare la maggiore incidenza, seguite da quelle del Centro e del Sud. Il melanoma rappresenta il 4% dei tumori della pelle ma è responsabile dell’80% dei decessi per cancro della cute. Un paziente su cinque sviluppa la forma aggressiva e avanzata della malattia. La sua incidenza è cresciuta ad un ritmo superiore a qualsiasi altro tipo di tumore, ad eccezione delle neoplasie maligne del polmone nelle donne. E colpisce persone sempre più giovani, di età compresa tra i 30 e i 50 anni. “Le proprietà immunogeniche del melanoma metastatico – conclude il prof. Pinto - e la sua capacità a indurre una risposta reattiva delle cellule T al tumore fanno sì che sia considerato un ottimo candidato per l’immunoterapia. Le cellule T sono una ‘sottopopolazione’ di globuli bianchi in grado di eliminare o neutralizzare corpi ‘estranei’ come le cellule cancerogene. Al contrario di quanto avviene con i criteri convenzionalmente utilizzati per la chemioterapia, nell’immunoterapia l’iniziale progressione di malattia non va interpretata come un fallimento del trattamento. La risposta clinica potrebbe infatti essere osservata anche proseguendo la terapia, quindi in fasi più tardive”.  
   
 

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