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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Febbraio 2007
 
   
  GIUSTIZIA: INTERVENTO DEL SOTTOSEGRETARIO ALL’INNOVAZIONE, BEATRICE MAGNOLFI

 
   
  Il Sottosegretario all’Innovazione, Beatrice Magnolfi, intervenendo a Rai Utile in merito all’inchiesta del quotidiano La Repubblica che ha mostrato lo stato fatiscente dell’archivio documentale del Palazzo di Giustizia di Roma. , ha dichiarato: “Quei faldoni polverosi abbandonati negli archivi per niente sicuri dei Tribunali potrebbero essere eliminati con un uso intelligente delle tecnologie informatiche. … E’ necessario un salto in avanti, organizzativo e culturale, accelerare sul processo civile telematico” Magnolfi ha citato i dati della Relazione annuale del Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (Cnipa) sullo stato dell’informatizzazione della Pubblica Amministrazione centrale, che mostrano tutta l’arretratezza informatica dell’amministrazione della Giustizia in Italia: un computer (0,8) per dipendente informatizzabile, meno della metà (46%) delle postazioni di lavoro connesse a internet, meno di un addetto Ict (0,7) per ogni cento dipendenti, meno di una casella di posta elettronica (0,4) per dipendente informatizzabile, formazione informatica solo per il 6% del personale. “Digitalizzare la Giustizia è una delle priorità del Governo, perché si tratta di tutelare diritti fondamentali dei cittadini” ha spiegato Magnolfi. “Il nostro stanziamento di 20 milioni di euro, nell’ambito del protocollo d’intesa tra i Ministri Nicolais e Mastella, servirà a migliorare una situazione ormai insostenibile” Il Sottosegretario ha sottolineato la necessità di accelerare su alcuni progetti di modernizzazione capaci di migliorare il funzionamento della Giustizia a favore dei cittadini: “il processo civile telematico, per esempio, in fase di sperimentazione sin dal 2000, e che può incidere positivamente sulla riduzione dei tempi di attesa del cittadino, uno dei principali fattori di qualità per misurare l’efficienza della Pubblica Amministrazione”. Magnolfi ha spiegato che “le norme per la digitalizzazione della giustizia ormai ci sono tutte, eliminare gran parte della carta dagli archivi è un obiettivo raggiungibile, il problema è nella macchina amministrativa. C’è chi diffida dell’informatica paventando rischi per la sicurezza” ha aggiunto Magnolfi, “ma basta pensare alla recente inchiesta del quotidiano La Repubblica - con un giornalista che per giorni ha potuto accedere indisturbato agli archivi del Tribunale di Roma pieni di dati sensibili di migliaia di cittadini - per capire che è necessario un salto in avanti, organizzativo e culturale. Anche nell’ambito della Giustizia la nostra strategia è chiara: no allo spreco di risorse per comprare macchine, ma ottimizzazione delle procedure grazie a un uso intelligente della tecnologia”. .  
   
 

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