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Notiziario Marketpress di Giovedì 01 Febbraio 2007
 
   
  AMEDEO BOCCHI, 1883 - 1976 LA LUCE DELLA BELLEZZA E DELLA “VITA VERA” 11 MARZO – 27 MAGGIO 2007

 
   
  Parma, 1 febbraio 2007 - Con una grande retrospettiva curata da Luciano Caramel e distribuita su quattro sedi, Parma rende omaggio ad Amedeo Bocchi, figura assolutamente singolare nella storia dell’arte del Novecento. Protagonista, soprattutto dagli anni venti, della cultura artistica italiana, presente alla Biennale di Venezia dal 1910 e autore fin dai primi decenni del secolo di opere e cicli di eccezionale rilievo, per la qualità intrinseca e per la partecipazione aggiornata e originale al contesto europeo, l’artista, seppur apprezzato e studiato da importanti critici e studiosi, non ha ancora il posto che gli compete nella storiografia di quel periodo. Per questo, a un decennio di distanza dalla mostra del 1996 a Parma Amedeo Bocchi. Vent’anni dopo, che proponeva le opere del maestro della Galleria Nazionale di Parma e delle raccolte private degli eredi e di alcuni “storici” collezionisti privati parmensi e a sei anni da quella Capolavori di Bocchi dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza, che appunto esponeva quelle del museo piacentino, la nuova mostra, una completa retrospettiva, è l’occasione per una rivisitazione rigorosa dell’intero percorso di Bocchi. Nato a Parma nel 1883, il pittore si trasferì presto a Roma, dove approdò fin dal 1902, ragazzo, per frequentarvi la Scuola del nudo dell’Accademia di Belle Arti e per restarvi fino alla morte, nel 1976, nella casa studio in Villa Strohl-fern, nel parco di Villa Borghese, assegnatagli, come ad altri artisti di grande nome, nel 1915. Fu quello, da allora, il suo spazio privilegiato, riservato e protetto, ma anche nel cuore di una città viva ed pulsante, che lo stimolò e nutrì, offrendogli importanti occasioni professionali, che si aggiunsero a quelle, numerose, che gli vennero da istituzioni e collezionisti di altre regioni, a cominciare proprio dalla natia Parma e dalla vicina Piacenza, dove Bocchi trovò un intelligente e aperto mecenate quale Giuseppe Ricci Oddi, che gli acquistò alcuni lavori di grande peso, ancora conservati nel museo piacentino fondato dal collezionista e da lui donato alla sua città. Con il proposito di mettere in evidenza entrambi gli ambienti, umani, geografici e soprattutto culturali, in cui principalmente la pittura di Bocchi si formò, sviluppò e affermò, i dipinti scelti, un’ottantina, rispecchieranno, con lo scenario romano, per ovvie ragioni il più noto, anche quello parmense, della formazione e sua primissima attività, poi peraltro sempre presente nell’artista. Ad esso sarà dedicata una prima tranche della mostra, che, con la veduta de La torre di San Giovanni a Parma, del 1898, e con ritratti dei familiari, degli amici e dei suoi primi collezionisti, presenterà altri lavori poco noti, a cominciare dal grande disegno a carbone di Uomo sdraiato con calzoni di eccezionale forza e grande qualità. Parte integrante, e di specialissimo interesse, dell’esposizione sarà inoltre la Decorazione della Sala del Consiglio della Cassa di Risparmio di Parma, progettata, preparata e realizzata tra il 1913 e il 1916, che è uno dei risultati in assoluto maggiori del Liberty italiano, in stretta, ma indipendente, connessione con la Secessione Viennese e in rapporto con quella romana. Molto numerose saranno le testimonianze del Bocchi ritrattista, che in questo genere, da lui largamente frequentato, eccelse: dai ritratti delle due mogli Rita e Niccolina e della figlia Bianca, amate e prematuramente scomparse, alle protagoniste del bel mondo dell’epoca, a molti, vari personaggi, soprattutto femminili, di primaria importanza lungo tutto il ricco percorso del maestro. Spesso dei veri capolavori, la cui meritata fortuna contribuì tuttavia ad offuscare la complessità e varietà del lavoro dell’artista, come, sempre in mostra, proveranno, oltre ad alcuni paesaggi, di Terracina, soprattutto, negli anni trenta, alcuni quadri di soggetto sociale, pure fondamentali nell’opera di Bocchi, e di particolare significato, dal Cassoniere del 1907 ai due capolavori del 1920 Pescatori delle Paludi Pontine e A sera sui gradini della Cattedrale e al pressoché sconosciuto Il granoturco del 1922. Una vera sorpresa, infine, saranno i frutti estremi dell’arte di Bocchi, l’Autoritratto in giardino con le modelle, del 1974, e Pensando alla teoria di Newton, testimonianza tragica, quest’ultimo, dell’avvicinarsi della morte. Oltre che da collezioni private e da quelle del Comune di Parma, della Fondazione Monte di Parma, della Fondazione Cariparma e della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, numerose opere esposte provengono da importanti musei: dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza e dall’Accademia di San Luca di Roma. Amedeo Bocchi, 1883 - 1976. La luce della bellezza e della “vita vera”, Parma, Palazzo Pigorini (Via Repubblica, 29), Museo Amedeo Bocchi (Palazzo Sanvitale, Via Cairoli), Sala del Consiglio della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza (P. Zza Garibaldi), Sala Bocchi della Galleria Nazionale di Parma, 11 marzo - 27 maggio 2007. Mostra promossa da Comune di Parma, Fondazione Monte Parma, Fondazione Cariparma e Sovrintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico di Parma e Piacenza, con il contributo della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza S. P. A e la sponsorizzazione tecnica di Axa e Aon S. P. A. , a cura di Luciano Caramel. Catalogo edito da Mup editore, a cura di Luciano Caramel con regesti di Cristina Casero. Parma, Palazzo Pigorini, Museo Amedeo Bocchi, “Sala Bocchi” Cariparma e Piacenza, Sala Bocchi Galleria Nazionale di Parma .  
   
 

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