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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Aprile 2012
 
   
  CONCORSO VINI ROSATI. VENDOLA: UNA BATTAGLIA VINTA NEL NOME DELL´INNOVAZIONE

 
   
  “Questa è la storia di molte battaglie vinte”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola alla conferenza stampa di presentazione del 1° Concorso enologico nazionale dei vini Rosati d’Italia tenuta il 20 aprile insieme all’Assessore Regionale alle Politiche Agroalimentari Dario Stefàno presso Villa Romanazzi Carducci a Bari. “Nella civiltà del vino – ha spiegato Vendola – il rosè era un po’ il figlio di un dio minore e ha rischiato di precipitare dentro una sventura anche istituzionale. Di fronte alla Comunità Europea il vino rosato è stato rappresentato come un vino di mescolanza ottenuto dai residui delle produzioni del bianco e del rosso. Questo rischio poteva essere addirittura normato e si poteva configurare un’autorizzazione comunitaria per validare il rosato come un vino di miscela. Per noi avrebbe rappresentato un pregiudizio gravissimo per la qualità di una vinificazione particolarmente sofisticata. Abbiamo combattuto in ambito europeo contro quella che consideravamo una sorte infelice e un danno per la nostra economia e per un nostro prodotto di qualità. Una battaglia che abbiamo vinto”. Secondo Vendola “quello che pensava la tecno-burocrazia di Bruxelles è frutto anche di un pregiudizio diffuso nell’opinione pubblica. Ecco perché bisogna riscattare l’onore del rosè, bisogna raccontare che questo vino ha una sua personalità, una sua culla specifica, un suo percorso di accompagnamento alla crescita che è delicato e complesso”. Questo concorso, ha spiegato il Presidente della Regione Puglia “serve a portare in vetrina e a esibire le peculiarità di questo nostro prodotto, e ha fatto molto bene l’Assessore Stefàno a non rinchiudersi dentro la trincea pugliese, perché la sfida dell’enologia, dei prodotti di qualità nel food, o è una sfida globale o rischia di essere una sagra di paese. Per noi, invece, anche l’enogastronomia rappresenta una provocazione importante a qualificare il nostro modello di sviluppo”. Sullo sfondo, secondo Vendola, c’è anche una seconda battaglia vinta: quella del vino. “Se si analizzano i dati di produzione – ha spiegato il Presidente – e non solo quelli relativi al consumo, il vino pugliese oggi ha dei record di vendita straordinari. Ogni anno al Vinitaly, in maniera crescente, guadagniamo delle postazioni importanti. Prima non era così: la Puglia, fino a poco tempo fa, produceva il vino degli altri. La nostra regione, che aveva un ritardo clamoroso anche rispetto alla Sicilia, aveva un rapporto problematico con la vite: troppe produzioni di uva senza mercato, un’uva buona solo per gli ammortizzatori sociali, troppa richiesta di ristoro dei danni. Era come se la produzione enologica fosse percepita dagli stessi produttori come un qualcosa in stato comatoso da assistere con la farmacopea dei sussidi comunitari”. “Oggi – ha evidenziato Vendola – con un lavoro certosino di finanziamento alle cantine e di accompagnamento del sistema dell’impresa enologica abbiamo fatto emergere i talenti del nostro territorio. Di fronte alle prospettive buie di una crisi economica, che non sembra dover mai finire, o si investe sui processi d’innovazione in ogni settore, oppure la partita non la si può neanche giocare”. “Si tratta, ha concluso il Presidente Vendola – di una battaglia dalla quale se ne possono desumere tante altre. Si può uscire dalla crisi mettendo a valore ciò che noi abbiamo: il paesaggio, il territorio, la memoria, la cultura e la storia. Nelle nostre terre sono tornati gli antichi vitigni e su di essi abbiamo portato la ricerca e l’innovazione, perché la campagna non è una questione di vanga, ma di scienza e di tecnologia. L’enologia accompagna l’agroalimentare a dotarsi di competenze, di specialismi e di futuro. Questo calice di rosato oggi ci ha fatto ragionare su tante questioni. Spero che non siano discorsi ebbri, ma ragionamenti sobriamente carichi di futuro”.  
   
 

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