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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Aprile 2012
 
   
  RAPPORTO OSSERVASALUTE, CAMPANIA: ANALISI ATTENTA, MA FERMA AL 2010

 
   
  Napoli, 24 aprile 2012 - "Dovremo attendere il prossimo anno per vedere fotografati i progressi compiuti nell´ultimo biennio nella sanità campana. Il Rapporto Osservasalute sottolinea che <il 69%, del disavanzo cumulato nel periodo 2001-2010 è stato prodotto da sole tre regioni: Lazio, Campania e Sicilia>. E´ dunque fermo al 2010, e non tiene conto che a partire da quell´anno, con l´insediamento della Giunta Caldoro, c´è stata una riduzione importante del deficit sanitario, sceso da oltre 900 milioni a 250 milioni." Così Raffaele Calabrò, consigliere del presidente Caldoro per la Sanità, commenta i dati presentati questa mattina sullo stato di salute e qualità dell’assistenza nelle Regioni italiane. "Il Rapporto resta comunque un´analisi interessante ed occasione di riflessione sulla sanità nel suo complesso. "Innanzitutto, potremmo dire che qualcosa è cambiato e - in meglio - nella gestione della sanità nel nostro Paese, comprese le Regioni in rosso: tant´è che, come sottolinea l´indagine, la spesa italiana per la sanità è inferiore a quella di altri Paesi come Gran Bretagna, Germania e Francia. Inoltre, il giudizio positivo in merito al funzionamento degli ospedali ed il trend in forte diminuzione del tasso di ospedalizzazione e parallelamente delle giornate di degenza, denotano che abbiamo finalmente assorbito il concetto di appropriatezza delle cure. Anche in questo caso - sottolinea Calabrò - va sottolineato che i dati, pur se non sembrano premiare la Campania limitatamente all´ospedalizzazione, di fatto sono precedenti alla programmazione della rete ospedaliera e della rete territoriale e quindi attenderei dati più recenti. "Devono invece far riflettere i dati che denotano come le regioni con un Pil pro capite più basso si presentano con una spesa sanitaria superiore rispetto a quelle con Pil più alto: che tradotto significa - come da tempo sosteniamo - che condizioni socioeconomiche basse comportano maggiori bisogni sanitari e quindi più spesa sanitaria, cosa che ripropone la giustezza della revisione del criterio di riparto del Fondo Sanitario. "Per ultimo, e non per minore importanza, l´analisi giustamente paventa che il contenimento dei costi sia ottenuto riducendo i servizi offerti, con un impatto negativo di medio periodo sulle condizioni di salute della popolazione, in particolare nelle Regioni sottoposte a Piano di Rientro. Osservazione - conclude Calabrò - che risolleva l´emergenza di uno sblocco del turn over in sanità che penalizza fortemente l´assistenza sanitaria ai cittadini campani, e che va affrontato con urgenza."  
   
 

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