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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Aprile 2012
 
   
  LE STELLE ALPINE CRESCONO SEMPRE PIÙ IN ALTO

 
   
  Pavia, 26 aprile 2012 - Un nuovo articolo pubblicato su Science mostra come sempre più i cambiamenti climatici modificano la flora alpina. Lo studio fa parte del progetto Gloria al quale partecipa anche l’Università di Pavia. Uno studio su Science, in uscita il 20 aprile, mostra come a causa dei cambiamenti climatici le piante alpine di tutto il continente europeo si stanno muovendo verso altitudini più elevate. Uno spostamento che può portare a una riduzione della ricchezza della specie. Tra i contributi al progetto scientifico, anche quello dell’Università di Pavia. La studio, pubblicato su “Science”, si basa sulle indagini dettagliate di 66 vette distribuite tra il nord Europa e il sud del Mediterraneo. Un gruppo di ricerca internazionale, guidato dall´Accademia Austriaca delle Scienze e dall´Università di Vienna, ha mappato con le stesse modalità tutte le specie vegetali presenti nell’area di studio nel 2001 e nel 2008. Ne è emerso che solo sulle vette dell’Europa del nord e del centro è aumentato il numero di specie. Questo potrebbe essere significare che si tratta di luoghi molto più sicuri per la flora alpina. Harald Pauli responsabile della ricerca in uscita su “Science” ha dichiarato: "I risultati mostrano un preoccupante declino delle località del Mediterraneo: queste montagne posseggono una flora davvero unica e gran parte della loro specie si trova solo lì e in nessun altro luogo sulla Terra". L’università di Pavia è coinvolta attivamente dal 2000 nel progetto di ricerca, denominato Gloria con il Dipartimento di scienze della terra e dell’ambiente – sezione di ecologia. Il gruppo di ricerca di Pavia, guidato dal prof. Graziano Rossi, gestisce una delle 5 aree di monitoraggio permanente Gloria in Italia, quella dell’Appennino settentrionale, nel territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-emiliano (in cooperazione con l’Università degli Studi di Parma). Si tratta di due vette di media altitudine, attorno ai 2000 m di quota, al limite superiore della vegetazione forestale. L’area è di particolare interesse perché qui sono attesi entro i prossimi 70/80 anni effetti molto significativi del riscaldamento climatico, con l’estinzione del 60% della flora attuale. Infatti, qui le montagne sono basse (sotto ai 2200 m s.L.m.) e la migrazione in quota per sfuggire al riscaldamento è pressochè impossibile, essendo già raggiunto il limite superiore di queste montagne. Visto l’interesse per questo sistema di monitoraggio dell’effetto dei cambiamenti climatici sulla flora di altitudine, l’Università di Pavia ha promosso nel 2009 la messa in posto della prima stazione Gloria della Lombardia, impiantata sulle Alpi Orobie di Bergamo, grazie a una positiva collaborazione con vari enti (Parco delle Orobie Bergamasche, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Wwf sede di Milano). Nel 2015 è previsto il prossimo monitoraggio delle stazioni Gloria in Europa. Come contrastare questa perdita di biodiversità nel Sud Europa, Italia compresa? L’università di Pavia ha deciso di attuare un’azione di contrasto alla perdita di piante alpine prevista dal progetto Gloria, promuovendo la loro conservazione preventiva in banca semi. Infatti a Pavia viene gestita la Lombardy Seed Bank per conto della Regione Lombardia e, grazie anche ad un finanziamento ottenuto dall’inglese Millennium Seed Bank che fa capo ai famosi Kew Gardens, provvederà nei prossimi tre anni a conservare le più rare piante alpine delle Alpi e dell’Appennino. La rete Gloria (Global Observation Research Initiative in Alpine Environments) Gloria ha lo scopo di stabilire e mantenere una rete di monitoraggio dei luoghi per l´osservazione a lungo termine delle piante in alta montagna. Il progetto è partito in Europa una decina di anni fa. A oggi il programma Gloria è stato applicato a più di 100 gruppi di ricerca, in oltre 100 regioni montane in sei continenti. Info: http://www.Gloria.ac.at/    
   
 

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