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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Aprile 2012
 
   
  MILANO, CERVELLI IN FUGA: UN CONCORSO DI IDEE IMPRENDITORIALI PER FAR RIENTRARE GIOVANI ESPATRIAT IL BANDO DI 400 MILA EURO SARÀ LANCIATO PRIMA DELL’ESTATE”

 
   
  Milano, 23 aprile 2012 - Il Comune di Milano si impegna concretamente per far rientrare dall’estero i giovani talenti. Prima dell’estate sarà bandito un concorso di idee imprenditoriali, da finanziare con un fondo di 400 mila euro, per progetti innovativi e start up di attività proposte da giovani espatriati. Il concorso nasce dai bisogni reali espressi dai cosiddetti ‘cervelli in fuga’, emersi da un sondaggio online realizzato nei mesi scorsi dall’Amministrazione e dall’associazione Italents, cui hanno risposto oltre 1.300 persone, di cui 1.165 residenti all’estero e 180 già rientrate in Italia. Circa l’80% degli intervistati ha cercato lavoro all’estero perché ritiene che negli altri Paesi ci sia maggior meritocrazia e le capacità siano meglio valorizzate. “Con questa indagine – ha dichiarato l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca Cristina Tajani – abbiamo ricevuto direttamente dai potenziali destinatari indicazioni interessanti sul tipo di politiche locali adeguate a incentivare il rientro a Milano di chi è andato via. Coerentemente con i risultati del sondaggio, gli interventi che abbiamo progettato al fine di potenziare gli incentivi fiscali della legge ‘Controesodo’ vanno in due direzioni: la nascita dello sportello unico Welcome Talent!, che aiuterà i potenziali rientranti a orientarsi nella burocrazia cittadina e nella ricerca dell’alloggio, e il lancio di un programma di finanziamento per progetti di impresa innovativa e start up destinato alle migliori idee proposte alla città da giovani espatriati che desiderano rientrare. Una commissione di esperti, di cui farà parte anche Beppe Severgnini, giornalista del Corriere della Sera, valuterà le idee migliori da finanziare con un contributo cospicuo (a partire da 50.000 euro). Il fondo che mettiamo a disposizione – ha concluso l’assessore – al momento è di 400 mila euro. Stiamo cercando altri partner che vogliano contribuire al finanziamento dei progetti, come, per esempio, la Camera di Commercio”. “Dalla ricerca emerge chiaramente che gli intervistati – ha spiegato Alessandro Rosina, Presidente dell’associazione Italents – sanno bene quello che vogliono e a quali condizioni può essere utile e di successo un rientro in Italia. Molti sono stati ‘scottati’ da un sistema che non ha saputo valorizzarli adeguatamente quando erano nel loro Paese di origine e hanno trovato all’estero il riconoscimento e le opportunità che cercavano. Quello che temono al rientro è l’eccesso di burocrazia e un sistema di servizi, soprattutto se hanno già una famiglia, che non li supporti adeguatamente. È per questo che l’80% vedrebbe favorevolmente l’istituzione da parte del Comune di Milano di uno Sportello unico cui rivolgersi per avere tutte le informazioni e l’assistenza necessaria. L’altro aspetto che emerge chiaramente dai dati è quello relativo al lavoro. Le possibilità di rientro sono fortemente legate al trovare un impiego dove le proprie competenze e l’esperienza all’estero possano adeguatamente essere messe a frutto. È per questo che una Borsa lavoro che faciliti l’incontro tra domanda e offerta è vista positivamente dall’84% di chi vive all´estero e da quasi il 90% di chi è da poco rientrato. Ma molti sono anche coloro che vedrebbero con favore misure di sostegno alle iniziative imprenditoriali, in modo da poter tornare in Italia portando con loro un’idea concreta da realizzare”. Sondaggio Andare Nel Mondo Per Tornare E Fare Grande Milano - Giovani italiani all’estero: perché partono, come vedono il Paese da lontano, cosa trovano e cosa gli manca, lì dove sono. E cosa vorrebbero per tornare indietro. Indagine condotta in collaborazione tra Italents e Comune di Milano Urban Center - 24 aprile 2012. Obiettivi: Andare oltre i limiti geografici del Censimento Istat 2011 per includere anche quella parte di paese che vive, lavora, crea, innova all’estero. Raccogliere informazioni sulle caratteristiche dei giovani espatriati, sulle loro eventuali intenzioni di tornare, sulle politiche che il Comune può mettere in atto per tornare attrattivo e fare in modo che la “fuga” diventi circolazione di “talenti”. Raccogliere informazioni analoghe anche tra chi è tornato in Italia per capire dalla loro esperienza quali politiche possano favorire un rientro di successo. Caratteristiche dell’indagine Non esiste una lista completa degli italiani che vivono all’estero (molti non si iscrivono all’Aire - Anagrafe Italiani Residenti all’Estero). Non è pertanto possibile condurre una rilevazione rigorosamente rappresentativa dal punto di vista statistico. L’indagine è però stata svolta in modo da avere ampia visibilità utilizzando canali, siti e reti di maggiore interesse per tale tipo di popolazione. Per le modalità di somministrazione l’indagine ha colto principalmente la componente, più giovani, dinamica e qualificata degli Expat. Il questionario era compilabile online sul sito del Comune: www.Lavoroeformazioneincomune.it/ita/204/1/questionario-italiani-che-vivono-estero.htm  http://www.Lavoroeformazioneincomune.it/ita/205/1/questionario-italiani-rientrati-initalia.htm  L’adesione è stata molto ampia, consentendo di avere una numerosità campionaria che va oltre quella usualmente utilizzata dai più comuni sondaggi di opinione italiani. In quattro mesi (novembre 2011 – febbraio 2012) sono state raccolte oltre 1300 risposte (1165 di persone che tuttora vivono all´estero, più 180 rientrati in Italia). Risultati Principali Alcune caratteristiche di base: La divisione di genere risulta abbastanza equilibrata: 55% maschi e 45% femmine Gran parte sono laureati (compresa laurea breve): 88% Esiste quindi anche una parte non trascurabile (12%) di persone arrivate al massimo al diploma secondario. Tra chi vive all’estero, circa il 40% ha un lavoro “fisso” (a tempo determinato), il tempo determinato arriva al 20%, altri tipi di collaborazioni al 5%. Quelli che lavorano in proprio sono il 7%. Gli studenti sono il 10%. Tra chi è rientrato la situazione sembra più articolata: sono molti meno quelli che hanno un impiego a tempo indeterminato, mentre sono il doppio (14%) i lavoratori in proprio. Gli studenti sono il 17%. Sui motivi per lasciare l’Italia c’è forte accordo tra chi ancora vive all’estero e chi è tornato. Contano la difficoltà a trovare un lavoro stabile e anche le remunerazioni basse, ma i motivi più indicati riguardano la possibilità di trovare vera valorizzazione delle proprie capacità e competenze: avere quindi maggiori possibilità e strumenti per fare al meglio il proprio lavoro e vivere in un contesto dove c’è maggior meritocrazia e trasparenza nelle possibilità di carriera. Anche sulle difficoltà che incontra chi torna c’è forte accordo. Prevale nettamente la poca possibilità per i giovani di far carriera, i tempi lunghi e i meccanismi opachi. Vengono indicati anche i freni culturali (bassa propensione all’innovazione e al rischio ), ancor più delle basse remunerazioni. L’eccesso della burocrazia e le imposte elevate sono invece indicate maggiormente da chi ha direttamente sperimentato sulla propria pelle le effettive complicazioni che pesano su chi torna. Questo suggerisce che queste specifiche difficoltà siano in realtà maggiori rispetto a quanto immagina chi vive all’estero. Infine, anche gli incentivi a fare impresa sono considerati molto importanti. Per gli espatriati sono il secondo motivo assieme ai freni culturali e contano anche più delle remunerazioni basse. Oltre quattro persone su cinque, in entrambi i campioni , considerano particolarmente utile una Borsa lavoro che agevoli l’incontro tra domanda e offerta, ma anche l’istituzione di uno Sportello unico per i rientranti che assista nelle pratiche di tutti i tipi per se e i familiari La possibilità di poter iscrivere all’asilo nido i figli dall’estero prima ancora di aver terminato la procedura per il ritorno, è visto come molto positivo, mentre ottiene un po’ meno consenso la “riserva” di posti. Tutto quello che può essere visto come “privilegio” per una categoria rispetto ad un’altra tende ad essere visto come non pienamente corretto dagli intervistati.Altre possibili misure Oltre a tali tre possibili misure, che hanno tutte trovato ampio consenso, è stata data la possibilità di indicarne esplicitamente altre attraverso una domanda aperta. Riportiamo (nel testo originale) le indicazioni più frequenti che sono emerse: Assistenza per l´avvio di nuove imprese (e.G. Supporto amministrativo, etc.). Fondo per l´implementazione di idee innovative a disposizione dei giovani sotto i 35 anni, sia per iniziative imprenditoriali che no-profit. Burocrazia snella. Informazioni/servizi efficienti Maggior sviluppo pratiche online. Vedere Di Inserire Professionisti Con Esperienza All´estero Negli Uffici Pubblici Che Si Occupano Di "Estero. Affrontare il problema degli affitti altissimi. Un´azione di tipo mediatico, una sorta di campagna di comunicazione che presenti come un successo per il Comune (specie se di provincia) e una risorsa per il suo tessuto sociale ed economico il fatto di avere tra i suoi cittadini degli individui che hanno scelto di rientrare in Italia. Valorizzazione dell´esperienza di lavoro (e soprattutto di titoli di studio conseguiti all´estero). Un sistema di welfare pubblico e nei servizi che non faccia rimpiangere il ritorno in patria. Nelle occupazioni a più alta qualificazione, la scelta di rientrare è nella maggior parte dei casi di tipo personale (es. Cura dei genitori, progetto di coppia etc.); la disponibilità dei servizi e di un welfare pubblico affidabile potrebbe garantire maggiore serenità a chi potrebbe sviluppare una carriera all´estero e si trova invece costretto a rientrare ad esempio per assistere i genitori anziani. E’ stata inoltre più volte ribadita l’importanza di favorire incontro tra chi vuole rientrare e aziende Conosce la legge “controesodo” (legge da poco approvata che prevede incentivi fiscali per i primi 3 anni a chi rientra)? La conosce circa uno su tre di chi è rientrato e quasi la metà di chi vive all’estero. Questo indica anche come gli italiani all’estero tendano a tenersi informati su quanto si fa in Italia e sulle leggi che possono riguardarli. E’ interessato, in base alla sua esperienza, a fornire le sue opinioni sul set di proposte che il Parlamento esaminerà al fine di favorire la mobilità dei talenti? Ha risposto affermativamente il 91% dei rientrati e l’86% di chi vive all’estero. Esiste quindi una larghissima disponibilità a mettere la propria esperienza a servizio di proposte che consentano di migliorare l’attrattività del territorio di partenza. Anche chi vive all’estero, indipendentemente dalla scelta di tornare o meno, dimostra un forte interesse a dare il proprio contributo ad un processo di crescita e miglioramento del luogo di origine. L’iniziativa stessa dell’indagine e l’attenzione del Comune di Milano nei loro confronti (l’intenzione di migliorare le possibilità di ritorno, di considerare importante la loro esperienza), sono state valutate molto positivamente come abbondantemente risulta dai commenti lasciati nella domanda aperta alla fine del questionario.  
   
 

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