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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Maggio 2012
 
   
  CARMENGLORIA MORALES PITTURA 2000 _ 2012 MILANO, 10 MAGGIO – 16 GIUGNO 2012

 
   
  Milano, 2 maggio 2012 - Carmengloria Morales è nata a Santiago del Cile nel 1942 e dal 1953 vive in Italia. La scelta del dittico e del tondo come campi esclusivi della sua pittura l’ha condotta ad una esperienza unica che rende il suo lavoro inconfondibile sul piano internazionale. La sua prima esposizione personale risale al 1965 ed ha avuto luogo negli spazi della Libreria Feltrinelli a Roma, su invito di Topazia Alliata. Da allora si contano numerose le mostre in importanti gallerie in Italia, Francia, Germania, Spagna e negli Stati Uniti dove dal 1979 compie frequenti viaggi di lavoro e soggiorni a New York. Nel 1973 viene invitata alla X Quadriennale Nazionale d’Arte al Palazzo delle Esposizioni, a Roma; nel 1977 a Documenta 6, a Kassel e nel 1984 è presente nella mostra del gruppo Radical Painting al Williamstown College Museum of Art nel Massachussets, con artisti quali Raimund Girke, Marcia Hafif, Anders Knutsson, Joseph Marioni, Olivier Mosset, Phil Sims, Howard Smith, Frederic Thursz, Günter Umberg e Jerry Zeniuk. Negli ultimi anni le sue opere sono presenti alle più importanti ricognizioni sulla pittura aniconica italiana e su quella specifica tendenza definita “Pittura Pittura” o “Pittura analitica”, eppure il suo lavoro fugge qualunque classificazione e si colloca difficilmente in ambito solo nazionale; non a caso nel 2008 alcune sue pitture di grandissime dimensioni sono state esposte nella Dublin City Gallery in una rassegna titolata Atto unico, con altri pittori: Frederic Thursz, Sean Scully, Seàn Shanahan e Ruth Root. A distanza di cinque anni dalla sua ultima esposizione personale a Milano, Fabbri Contemporary Art è lieta di presentare i più recenti lavori di Carmengloria Morales, alcuni dei quali realizzati per l’occasione dall’artista che con Renata Fabbri e Federico Sardella sta seguendo ogni fase della realizzazione della mostra. Dittici e tondi di grandi dimensioni nelle due sale al piano terra, dittici su carta, piccoli tondi e ovali nelle restanti sale, inviteranno ad un viaggio nella coscienza della pittura e nella sua immanenza. “C’è più pittura nell’immanenza della pittura che nella pittura già fatta e finita – spiega l’artista in un’intervista rilasciata nel 2006 – Lì c’è tutto, è il territorio della pittura, la sua piazza… Nei primi dittici qualcosa mi disturbava sulla superficie, nel giro di un anno sono arrivata a dipingere esclusivamente con il gesto diagonale della mano, come quando pulisci un vetro, nel modo più naturale possibile… e su questo ho lavorato per anni fino a che il braccio si è stufato ed ha iniziato, partendo da solo, a muoversi in tutte le direzioni… la cosa si è fatta da sé. E su questo lavoro… con la pratica della pittura avevo superato un modo di vedere per affacciarmi a modi diversi. Non vedevo più forme… addirittura negli anni Ottanta ho scisso i colori per poter meglio conoscere la struttura del quadro. Io non ho mai lavorato sull’immagine e sulla forma… ma sulla struttura del quadro. L’immagine non c’è mai, c’è la pittura. Esci dal mio studio con un quadro, non con un’immagine”. La mostra è accompagnata da un catalogo (Italiano / Inglese) che documenterà gli ultimi dodici anni di lavoro dell’artista, con testi di Giovanni Maria Accame e Federico Sardella.  
   
 

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