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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 31 Maggio 2006 |
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"DEMOCRAZIA E COMUNICAZIONE NELLA COSTRUZIONE EUROPEA" L’INTERVENTO DEL PROFESSOR MARIO MONTI ALLA CONFERENZA DEL 19 MAGGIO
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Bruxelles, 31 maggio 2006 - La conferenza, che si è svolta presso la sede del Comitato delle regioni, è stata organizzata congiuntamente dai servizi di traduzione italiana del Comitato delle regioni/Comitato economico e sociale europeo e della Commissione europea. Mario Monti, Commissario europeo dal 1995 al 2004 e attualmente Presidente dell’Università Bocconi, ha offerto con brio e sorprendente senso dell’umorismo ad un pubblico estremamente interessato le sue riflessioni su questo tema, reso di grande attualità dal recente ampliamento dell´Unione e dall´esito negativo dei referendum sul nuovo trattato costituzionale europeo. Secondo Monti i cittadini francesi e olandesi che hanno votato no alla Costituzione lo hanno fatto soprattutto per esprimere un malcontento nei confronti dei propri governi e non certo perché conoscessero nel merito gli aspetti tecnici della riforma delle istituzioni prevista dal Trattato costituzionale. Se la domanda del referendum fosse stata: "Volete ratificare il trattato costituzionale o uscire dall´Europa?” il risultato, secondo il Professore, sarebbe stato ben diverso. Molti dei problemi che non fanno certo ingrossare le fila degli "euroentusiasti" dipendono dall´atteggiamento che i "leader” degli Stati membri assumono verso le rispettive opinioni pubbliche, nei confronti delle quali tendono ad essere piuttosto dei "follower”. Infatti, in tema di politiche europee, spesso i politici praticano la tecnica del doppio discorso, ossia ostentano dinanzi all´opinione pubblica e all´elettorato nazionale un discorso ben diverso da quello tenuto nelle sedi istituzionali di Bruxelles. Ed è così che “Bruxelles” diventa il capro espiatorio di decisioni impopolari e che questa diffusa irresponsabilità nazionale peggiora l´immagine dell´Europa agli occhi dei cittadini europei. Sarebbe interessante, secondo Mario Monti, poter istituire un dispositivo di confutazione (rebuttal system), magari guidato da una personalità autorevole e possibilmente non legata alle stesse istituzioni, che risponda e chiarisca agli europei come stanno effettivamente le cose. Non a caso la Commissione ha sentito il bisogno di ripensare la propria strategia della comunicazione e di rilanciare il dialogo con i cittadini europei e la società civile per dar vita ad un ampio dibattito sulle tematiche europee in tutti gli Stati membri. Il Piano D (Democrazia, Dialogo, Dibattito), varato nell´ottobre scorso dalla vicepresidente Margot Wallström, intende gettare le basi per un dibattito approfondito sul futuro dell’Europa. E la chiarezza del messaggio che le istituzioni europee devono trasmettere ai cittadini svolge in questo senso un ruolo essenziale, al quale può dare un contributo decisivo proprio il lavoro degli interpreti e dei traduttori, voci e penne certo invisibili, ma indispensabili anelli di congiunzione, di comprensione e di comunicazione della realtà europea. . . |
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