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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Maggio 2012
 
   
  CARCIOFO PUGLIESE: UN ORGANISMO PER L´AGGREGAZIONE DEI PRODUTTORI

 
   
  Carciofo, fumata bianca per la costituzione di un Organismo di aggregazione verticale delle produzioni di carciofo pugliese. L’incontro svoltosi a Otranto tra l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno, il sistema della produzione di carciofo pugliese ed il mondo della rappresentanza agricolo, alla presenza del Ministro alle Politiche agricole Mario Catania e del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, ha registrato la unanime condivisione per la strategia dell’aggregazione verticale. “Abbiamo abbracciato insieme agli imprenditori – spiega l’assessore Stefàno – la prospettiva di una organizzazione aggregata di prodotto verticale, con l’obiettivo di recuperare le potenzialità di questa antica tradizione produttiva pugliese che negli ultimi anni ha subito una riduzione sia delle superfici che delle produzioni”. Sia la Regione Puglia che il Ministero hanno dichiarato la propria disponibilità a farsi parte attiva in questo processo di aggregazione che puntando alla concentrazione della produzione potrà ottenere vantaggi nella commercializzazione e nella riduzione dei costi. Una scelta ritenuta doverosa per una regione da sempre leader nazionale,insieme a Sicilia e Sardegna, nella produzione del carciofo. La strategia prevede come primissimo step il coinvolgimento di tutti i produttori dell’area brindisina: di questo è stato incaricato il presidente del Consorzio promotore dell’Igp carciofo brindisino. Dopodicchè la aggregazione brindisina verrà integrata "verticalmente sul prodotto" con la realtà foggiana, l’altra area vocata al carciofo in Puglia, che già presenta una più avanzata organizzazione di base orizzontale tra produttori. L’incontro è stata occasione per sottolineare alla presenza del Ministro Catania le criticità della cinaricoltura pugliese. “Oltre alla mancanza di aggregazione significativa dei produttori, cui proviamo a far fonte con la soluzione individuata – spiega l’assessore Stefàno – anche l’aumento dei costi di produzione, la commercializzazione del prodotto attraverso intermediari con conseguenti mancati utili per gli agricoltori e la presenza di un esiguo numero di trasformatori in grado di trasformare parte dello stesso al fine di diversificare i momenti di vendita”. Durante l’incontro si è provato a tracciare la ricetta per consentire ai produttori di recuperare prospettive di crescita: oltre alla aggregazione, necessarie azioni di promozione e marketing del prodotto legato alla vocazionalità del territorio e agli aspetti salutistici. Così come occorre riuscire a incentivare la trasformazione del prodotto da parte di aziende di trasformazione o, ancor meglio, da parte degli stessi produttori.  
   
 

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