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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Maggio 2012
 
   
  ROMA CAPITALE COMUNICA LA PARTECIPAZIONE IN ACEA

 
   
   Roma, 9 maggio 2012 - Su richiesta della Consob del 7 maggio 2012 - ex art. 114, comma 5, del D.lgs. 58/98 - vengono diffuse le seguenti informazioni in merito alla partecipazione detenuta in Acea S.p.a.. In data 16 marzo 2012 la Giunta Capitolina ha approvato il bilancio di previsione 2012 e le relative deliberazioni propedeutiche, che sono al momento all’esame per l’approvazione dell’Assemblea Capitolina. Una delle deliberazioni propedeutiche al bilancio, avente ad oggetto il nuovo modello organizzativo del Gruppo Roma Capitale, prevede, tra l’altro, la dismissione di un pacchetto azionario pari al 21 per cento della società quotata Acea S.p.a.. Dopo tale dismissione la quota detenuta da Roma Capitale nel capitale di Acea passerebbe dal 51% al 30%. Spetta all’Assemblea Capitolina decidere in via definitiva circa la dismissione o meno del pacchetto azionario e, trattandosi di deliberazione propedeutica al bilancio, deve ritenersi che il voto dell’Assemblea verrà espresso nelle prossime settimane. Il termine ultimo per l’approvazione del bilancio di previsione degli enti locali per l’anno 2012 è il 30 giugno 2012. Ove la dismissione fosse approvata, l’operazione di vendita, essendo collegata al bilancio di previsione 2012, dovrà essere perfezionata entro l’anno. L’operazione prospettata risponde a precise indicazioni normative e ad esigenze di liquidità da destinare ad investimenti, nel rispetto dei vincoli del patto di stabilità. In relazione alle indicazioni normative, il Dl 138/2011 e successive modifiche, all’art. 4, comma 32, prevede un regime transitorio degli affidamenti non conformi alle nuove disposizioni. In particolare, gli affidamenti diretti delle società a partecipazione pubblica quotate in borsa cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio a condizione che la partecipazione in capo ai soci pubblici si riduca ad una quota non superiore al 40% entro il 30 giugno 2013 e non superiore al 30% entro il 31 dicembre 2015. Ove siffatte condizioni non si verifichino, gli affidamenti cessano improrogabilmente e senza necessità di apposita delibera dell’ente affidante. La proposta della Giunta all’Assemblea Capitolina tende al mantenimento di un controllo di fatto sulla società, anche attraverso opportune forme di collocamento, quali il trasferimento diretto di quote a partner strategici, senza escludere che quote azionarie minori possano essere comunque collocate secondo diverse modalità. In effetti, lo schema di deliberazione sottoposto all’Assemblea Capitolina prevede la possibilità di ricorrere, ove necessario, alla stipula di patti parasociali e a eventuali modifiche statutarie finalizzati a mantenere un adeguato livello di controllo di Roma Capitale sulla società. Al completamento dell’iter decisionale dell’Assemblea Capitolina potranno essere individuati in via definitiva le modalità di vendita e gli opportuni accordi di governance, con il supporto degli advisor finanziari e legali. Tale fase, che dovrà concludersi entro fine anno, sarà oggetto di adeguata informativa al mercato. Per quanto riguarda il referendum del giugno 2011, è opportuno ribadire che la riduzione della partecipazione al di sotto della quota del controllo di diritto (51%), è perfettamente consentita dalla legislazione vigente nonostante Acea operi, fra gli altri, anche nel settore dell’acqua. Tuttavia, Roma Capitale tenderà, come detto, a perseguire l’obiettivo del mantenimento del controllo sulla società, tenuto anche conto delle clausole statutarie che limitano per gli altri azionisti il diritto di voto ad una partecipazione dell´otto per cento. Al di là dei descritti obiettivi di conformarsi ad una previsione normativa e conseguire le necessarie provviste finanziarie, attivare sin d’ora l’ipotesi di cessione della partecipazione in Acea consente di impostare per tempo una complessa operazione societaria. Avviare tale operazione il prossimo anno potrebbe comportare il mancato rispetto dei limiti temporali. In questo caso, la conseguente perdita da parte di Acea del contratto di illuminazione pubblica del Comune di Roma fino al 2027, comporterebbe due conseguenze negative: perdita per il Gruppo Acea di un fatturato certo di circa € 50 mln l’anno per i prossimi quindici anni, corrispondenti alla durata residua del contratto di servizio; possibile esborso, da parte di Roma Capitale, di un risarcimento nei confronti di Acea per la chiusura anticipata del contratto. Infine si conferma che la Giunta Capitolina non ha proposto all’Assemblea Capitolina alcun piano alternativo alle ipotesi qui rappresentate.  
   
 

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