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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Febbraio 2007
 
   
  DAL 24 MARZO AL 27 MAGGIO 2007 A PALAZZO MAGNANI DI REGGIO EMILIA LA MOSTRA WERNER BISCHOF IMMAGINI

 
   
  Reggio Emilia, 6 gennaio 2007 - Dal 24 marzo al 27 maggio 2007, a Palazzo Magnani di Reggio Emilia si tiene una grande mostra fotografica dedicata a Werner Bischof. Promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e da Palazzo Magnani, con il contributo di Fondazione "Pietro Manodori", Ccpl di Reggio Emilia e Montana (Gruppo Cremonini), l’esposizione curata da Marco Bischof raccoglie 70 scatti del grande fotoreporter della Magnum, maestro riconosciuto del bianco e nero. Attraverso le immagini esposte sarà possibile ripercorrere i lunghi viaggi che dalla Svizzera portarono Bischof negli angoli più remoti del mondo: dall’India al Giappone, dalla Corea all’Indocina fino ad arrivare a Panama, in Cile ed in Perù. Nelle sue esplorazioni dei paesi del sud e dell’est del mondo Werner Bischof rimase fortemente colpito dal forte contrasto tra modernità e tradizione, che raccontò con i suoi scatti di paesaggio e le sue nature morte. Ma non solo, Bischof è passato giustamente alla storia come il fotografo delle persone, volti di uomini donne e soprattutto bambini colti nella loro quotidianità. La mostra raccoglie una ricca selezione dei suoi più importanti reportage, affiancando ai famosi ritratti di bambini che giocano e di uomini e donne nella loro terra, le meno note, ma altrettanto affascinanti, fotografie di paesaggio e di still life. In contemporanea, nel palazzo reggiano, si terrà l’antologica dedicata all’artista americano Richard Estes, uno dei maggiori esponenti del fotorealismo. Werner Bischof nasce a Zurigo il 26 aprile 1916. Seguendo la sua attitudine alla pittura, frequenta per un anno un corso di disegno a Schiers. Insoddisfatto, nel 1934 si iscrive alla scuola di arti applicate di Zurigo dove frequenta il corso di fotografia tenuto da Hans Fisler. Specializzatosi nello still-life e conseguito il diploma nel 1936, avvia un laboratorio di fotografia e grafica per manifesti e riviste; due anni dopo viene assunto dagli editori Amstutz & Herdeg. In occasione dell´Esposizione nazionale svizzera del 1939, progetta l´allestimento del padiglione delle arti grafiche e collabora alla realizzazione di quello della moda. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, dopo un breve soggiorno a Parigi, si arruola nell´esercito svizzero svolgendo anche la mansione di reporter di guerra. Quest´esperienza gli permette di valutare il divario esistente tra la fotografia in studio, basata su un´attenta pianificazione, e il fotoreportage, rapido nell´esecuzione quanto imprevedibile nelle dinamiche. Sceglierà quest´ultimo, per il contatto umano e la possibilità di continuo raffronto col presente, senza però rinunciare alla perfezione tecnica maturata nel corso della sua formazione. Nel frattempo conosce Arnold Kubler, scrittore, uomo di teatro e caporedattore della rivista d´arte e cultura "Du", e con lui, tra il ´41 e il ´42, instaura un duraturo rapporto di collaborazione. Contemporaneamente, frequenta gli ambienti delle avanguardie artistiche zurighesi aderendo al movimento surrealista "Allianz". A partire dal 1945, collabora con le principali testate internazionali per le quali realizza alcuni importanti reportage nell´Europa martoriata dalla guerra, tra questi, uno dei primi riguarda gli italiani internati in Svizzera. Nel ´46 attraversa l´Italia fissando sulla pellicola le devastazioni e il malessere generati da anni di ostilità, in particolare la protesta dei milanesi per la separazione di Trieste dall´Italia, i sopravissuti ai campi di sterminio nazisti in Trentino Alto-adige, gli asili per bambini orfani in Emilia Romagna, le rovine dell´abazia di Montecassino. A Rimini conosce la futura moglie Rossellina Mandel. Nel ´48, fotografa per "Life" le Olimpiadi di Saint Moritz e l´anno seguente diventa membro della Magnum. Continua a viaggiare nell´Europa del Nord e dell´Est, e nel ´50 torna in Italia, dove pubblica alcuni servizi su "Epoca". In quell´occasione effettua una quindicina di scatti anche in Sardegna documentando la durezza e l´arretratezza delle condizioni di lavoro nel Campidano di Cagliari e nell´Iglesiente. Dopo un breve soggiorno nella provincia indiana del Bihar e un anno trascorso in Giappone é la guerra a richiamarlo in prima linea, prima in Corea e poi in Indocina. Nel 1953, parte per gli Stati Uniti. L´anno successivo, su incarico della Magnum, torna nel sud del continente, Panama, Cile e Perù. Il 16 maggio 1954, a soli trentotto anni, perde la vita in un incidente automobilistico sulla Cordigliera delle Ande. .  
   
 

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