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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Febbraio 2007
 
   
  DA UNA PUGLIA DI ECCELLENTI A UNA PUGLIA DI ECCELLENZA

 
   
  Bari, 5 febbraio 2007 - Nel seminario svoltosi il 2 febbraio su “L’innovazione nelle imprese e nel territorio”, organizzato da Ipres, Censis Fondazione Caripuglia e Aidp, si è discusso del ruolo degli attori dello sviluppo e dei decisori politici nel disegnare e realizzare percorsi di crescita innovativi per il sistema economico. Sono le minoranze “trainanti” quelle che vincono nella competizione economica, riuscendo ad affermare un modello di sviluppo originale, spesso nonostante il contesto economico in cui operano: come in Puglia, regione laboratorio, che possiede “il gusto innovativo” del fare. Lo ha affermato Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, intervenuto al seminario svoltosi questa mattina alla Facoltà di Giurisprudenza di Bari, dal tema “L’innovazione nelle imprese e nel territorio”. L’incontro è il primo del ciclo “Good players in Puglia: attori, processi e percorsi di sviluppo di una regione in trasformazione”, organizzato da Ipres (Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali), Censis, Fondazione Caripuglia e Aidp (Associazione Italiana per la Direzione del Personale), che si propone di analizzare i “buoni esempi” che la regione esprime nei campi dell’innovazione tecnologica, delle professioni e dell’imprenditoria. Individuare i “good players” significa tracciare una mappa dei processi di trasformazione che l’economia e la società pugliese stanno attraversando in questi anni: uno strumento di conoscenza importante per chi è chiamato a realizzare politiche industriali e di sviluppo. Al centro del dibattito, introdotto dal presidente dell’Ipres Gaetano Piepoli, dal rettore dell’ateneo barese Corrado Petrocelli, e dal presidente della Fondazione Caripuglia Antonio Castorani, è emersa una rappresentazione della Puglia caleidoscopica, descritta da analisi scientifiche e da indagini in maniera non univoca: da un lato punta avanzata di esperienze innovative, quasi sempre condotte da singoli soggetti; dall’altro, frenata dalla ridottissima dimensione d’impresa (il 96% delle aziende ha meno di 10 dipendenti), non sempre attenta a consolidare e ampliare il proprio potenziale di competenze professionali e scientifiche (come ha rilevato il presidente dell’Aidp Puglia, Pietro Scrimieri), ancora sporadicamente scenario di processi di consolidamento di reti tra soggetti dello sviluppo (imprese, ricerca, finanza). I dati contrastanti emersi da indagini recenti condotte dal Censis, dalle Università di Bari, Foggia e Lecce e del Politecnico di Bari per conto della Fondazione Caripuglia, dall’Eurispes Puglia sono stati illustrati e commentati da Nicola Costantino dello stesso Politecnico, facendo scaturire un dibattito serrato su cosa debba intendersi per innovazione. Così il direttore del Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie di Lecce Roberto Cingolani, ha evidenziato l’esigenza di concentrare gli sforzi e le risorse sull’innovazione “utile”, cioè quella che nasce da un bisogno concreto, e di farlo con un’attenzione costante alla riduzione dei tempi che intercorrono tra l’elaborazione di nuova conoscenza, l’innovazione e la sua utilizzazione sul mercato. Francesco Divella, esponente della quarta generazione della famiglia proprietaria della Divella Spa, ha descritto i processi innovativi che negli ultimi trent’anni hanno portato alla modifica sostanziale del modello di business dell’azienda: dalle innovazioni di processo a quelle di prodotto, all’acquisizione di quote rilevanti di mercato in altri Paesi, sino ai progetti di ricerca avviati con l’Università di Bari per sviluppare nuove linee di prodotti, come quelle per i consumatori celiaci. Il problema del decisore politico, però, come ha rilevato l’Assessore regionale al Bilancio e Programmazione, Francesco Saponaro, è quello di rendere compatibile il sostegno alle singole eccellenze, cioè con le “minoranze trainanti” individuate da De Rita, con l’esigenza di costruire politiche di sviluppo che permettano la crescita dell’intero sistema territoriale. In questo senso va interpretato il Documento Strategico Regionale 2007-2013, che fa della politica per la ricerca e l’innovazione uno dei cardini dell’azione del governo regionale, in grado potenzialmente di moltiplicare il numero delle eccellenze. Gli strumenti della politica vanno ricercati insieme, ricorrendo alla messa in rete di attori differenti e di energie trasversali. .  
   
 

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