Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 31 Maggio 2012
 
   
  SCOPERTO TRATTO EVOLUTIVO DEI DINOSAURI

 
   
  Bruxelles, 31 maggio 2012 - Forse il più famoso tra tutti i dinosauri è il Tyrannosaurus rex, un grande dinosauro carnivoro che con i suoi enormi denti faceva sicuramente paura. Se si fosse trattato però di un incontro di pugilato, con le sue zampe anteriori sproporzionatamente corte e quasi ridicole, l´animale si sarebbe trovato in difficoltà. Tuttavia, il tirannosauro non fu l´unico dinosauro a possedere zampe così corte, un´intera famiglia di dinosauri conosciuti come abelisauridi condivideva questo stesso tratto e, stando a nuove scoperte, esso potrebbe in realtà aver avuto inizio con loro. Materiali fossili della famiglia dei dinosauri abelisauridi scoperti in Patagonia, l´estremità meridionale del Sud America, mostrano una cronologia dell´evoluzione di questa caratteristica. In particolare l´esemplare risale al periodo Giurassico ed è più vecchio di 40 milioni di anni rispetto a qualsiasi altro abelisauride conosciuto. Esso mostra chiaramente che la riduzione delle zampe iniziò in una fase iniziale della storia evolutiva del gruppo. Questa scoperta è stata effettuata dal paleontologo dott. Oliver Rauhut dell´Università Ludwig Maximilian di Monaco (Lmu), che è anche associato con la collezione paleontologica e geologica dello stato Bavarese a Monaco, e dal suo collega argentino dott. Diego Pol. "Gli abelisauridi erano un gruppo altamente differenziato e ampiamente distribuito durante il [periodo] Cretaceo," afferma Rauhut, "ma le loro origini erano rimaste finora misteriose." Gli abelisauridi erano carnivori bipedi lunghi approssimativamente tra sette e nove metri ed erano dei predatori temuti al loro tempo. Essi si aggiravano nella zona della Patagonia e in altre aree della Gondwana, il continente più a sud che era composto dagli attuali Africa, Antartide, Australia e Sud America. Essi possedevano molte caratteristiche simili ai tirannosauri, ma si differenziavano per i loro crani insolitamente corti e alti che erano unici. Questa caratteristica indica che essi possedevano un morso estremamente potente. Rauhut e Pol hanno chiamato la nuova specie di abelisauridi Eoabelisaurus mefi, o "dawn Abelisaurus of the Museo Paleontológico Egidio Feruglio (Mef)", come riconoscimento del supporto del museo alla loro collaborazione di ricerca. "La nuova scoperta rivela che la stirpe degli abelisauridi è più antica di quanto pensassimo," dice Rauhut. "La ragione per cui si conosce così poco su di essi è che la documentazione sui fossili dei dinosauri carnivori nell´emisfero meridionale è molto incompleta, soprattutto per il periodo dal Giurassico medio al Cretacico inferiore." Sebbene anche essi possedessero zampe corte come il tirannosauro, la differenza è che, secondo alcuni studi, il tirannosauro era in grado di usare le proprie zampe come potenti uncini per tenere immobile la sua preda. Le zampe degli abelisauridi sembrano essere molto più deboli, semplicemente dei residui vestigiali. La loro scoperta ha tuttavia permesso ai ricercatori di tracciare un quadro più chiaro di come queste zampe si sono evolute. "Questa tendenza apparentemente è apparsa presto, partendo dalla parte distale delle zampe," dice Rauhut. "Nell´eoabelisaurus, il braccio ha dimensioni normali, mentre l´avambraccio in confronto è molto più corto; la mano è poco sviluppata e le dita e gli artigli sono molto piccoli." Questa scoperta sembra confermare le ipotesi di altri paleontologi che suggerivano che la riduzione negli abelisauridi fosse iniziata con la mano. La scoperta che ha sorpreso i ricercatori è il fatto che l´Eoabelisaurus, pur essendosi evoluto sul supercontinente Pangea, dopo la frammentazione di quest´ultimo, non si trovi su tutti i continenti. La Pangea era il supercontinente formato da tutti i continenti che conosciamo oggi, ed esisteva circa 300 milioni di anni fa. "Una possibile spiegazione è che un enorme deserto nella parte centrale della Pangea impedì la diffusione del gruppo verso nord, limitando l´evoluzione della progenie all´emisfero meridionale," dice Pol. L´ipotesi dell´esistenza di una simile barriera geografica è supportata da recenti studi geologici e dai risultati ottenuti da modelli climatici. Nonostante queste loro importanti scoperte, rimane ancora molto da scoprire. "Il nostro quadro dell´evoluzione dei dinosauri nel Giurassico è perlopiù basata su fossili provenienti da siti nell´emisfero settentrionale," dice Rauhut. "Sicuramente l´emisfero meridionale ha ancora in serbo molte sorprese per noi." Gli scienziati sperano di proseguire con le loro ricerche sui dinosauri del Giurassico della Patagonia, che sono state finora supportate dalla Deutsche Forschungsgemeinschaft (Dfg) e dall´Agencia Nacional de Promoción Científíca y Tecnológica, in Argentina. Per maggiori informazioni, visitare: Museo Paleontológico Egidio Feruglio: http://www.Interpatagonia.com/paseos/museo_eferuglio/    
   
 

<<BACK