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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 30 Maggio 2012 |
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RETI D’IMPRESA: 380 IN LOMBARDIA
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Milano, 30 maggio 2012 - In Lombardia sono presenti 380 aziende che fanno già parte di una rete d’impresa, il 23,2% del totale nazionale. Milano prima con 91 imprese (23,9% del totale lombardo e il 5,5% di quello italiano), seguita da Brescia e Lecco con 68 (17,9%) e Bergamo e Monza-brianza con 47 (12,4%). La maggior parte delle aziende appartengono al settore dell’information tecnology (24%), dell’edilizia (22%), delle infrastrutture (18%), del metalmeccanico e metallurgico (12%). Il 73% delle aziende che ha già stipulato un contratto di rete dichiara di aver già ottenuto dei vantaggi concreti nonostante la sua recente introduzione nel nostro ordinamento. Tra i principali vantaggi la conquista di mercati più ampi (33%) e la possibilità di un incremento dei ricavi (29%). Tra i miglioramenti proposti dalle aziende per le reti d’impresa, al primo posto con il 25% il raggiungimento di una propria soggettività giuridica, seguito al 18% dalla necessità di una minore burocrazia e dalla richiesta di agevolazioni fiscali. Circa il 45% delle reti è costituito da un numero esiguo di imprese (2 e 3), il 44% da 4 a 9 aziende e solo l’11% ha una struttura articolata su 10 o più imprese. L’indagine. Oltre il 60% degli imprenditori milanesi considera le reti d’impresa un valido strumento per rendere più competitive le Pmi; un imprenditore su quattro (25%) ritiene che il maggiore vantaggio per le imprese coinvolte sia la possibilità di risparmiare sui costi grazie alle economie di scala, il 23,4% invece pensa di più ad un vantaggio derivante dai maggiori finanziamenti disponibili. Se la maggior parte delle Pmi milanesi ancora non fa parte di una rete d’impresa (62,9%), il 14,3% sta pensando di entrare a farne parte in un futuro prossimo. Chi invece ha già aderito alla rete riscontra un risparmio sulle materie prime grazie agli accordi presi con i fornitori (21,8%) e con i venditori (18,2%). Emerge da un’indagine della Camera di Commercio di Milano attraverso Digicamere sugli imprenditori milanesi a maggio 2012. Di reti d’impresa si è parlato ieri in Camera di Commercio durante il convegno “Progettare e fare le reti d’impresa”. Nell’ambito dell’incontro è stato presentato il bando per la costituzione di reti di impresa nei settori del commercio, turismo e servizi. E’ stato inoltre distribuito il vademecum per le reti di impresa, realizzato dalla Camera di Commercio di Milano. Bando “Concessioni di contributi per la costituzione di reti d’impresa nei settori commercio, turismo e servizi”: circa 1,6 milioni di euro, di cui 823 mila euro stanziati dalla Camera di Commercio di Milano, messi a disposizione delle imprese del settore terziario (commercio, turismo, servizi) di Milano e provincia che intendono aggregarsi in reti d´impresa. Promossa e finanziata da Regione Lombardia e Camere di commercio lombarde, l´iniziativa promuove le aggregazioni provinciali e sovraprovinciali che propongono progetti da realizzarsi tramite investimenti localizzati in Lombardia o all’estero. Sarà finanziato il 50% delle spese ammesse e fino a un importo di euro 100.000 per singolo progetto di aggregazione. Il 75% è concesso a fondo perduto, il 25% è costituito da una quota a restituzione. Le domande di finanziamento potranno essere presentate online tramite il sito https://gefo.Servizi.it fino alle ore 12.00 del 30 luglio 2012. Per ulteriori informazioni e scaricare la documentazione: http://www.Mi.camcom.it/bando-costituzione-reti-impresa-commercio-turismo-servizi . Vademecum sui contratti di rete delle imprese - Il contratto di rete è l’accordo mediante il quale due o più imprenditori si impegnano a collaborare per accrescere sia individualmente (come impresa) sia collettivamente (come parti della rete). Le imprese “retiste” si obbligano, sulla base di un programma comune, a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica/tecnologica e ad esercitare in comune una o più attività. Il contratto di rete non dà vita ad un nuovo soggetto giuridico (come ad esempio un consorzio) ma si configura come contratto plurilaterale con comunione di scopo tra più parti tra loro indipendenti. Forma. Il contratto di rete ha forma vincolata; deve infatti essere stipulato per atto pubblico o scrittura privata autenticata, a pena di nullità. Esso presenta una struttura tipicamente “aperta”, si caratterizza cioè per la possibilità di nuovi ingressi nella rete, successivi alla sua prima formalizzazione. Obblighi. Sono obbligatori nei contratti di rete a pena di nullità del contratto: 1- l’indicazione di nome, ditta, ragione o denominazione sociale di ogni partecipante per originaria sottoscrizione del contratto o adesione successiva; 2- l’indicazione degli obiettivi strategici di innovazione/innalzamento della capacità competitiva 3- la definizione del programma comune, con enunciazione di diritti, obblighi assunti e modalità di realizzazione; 4- la durata del contratto; 5- le modalità di adesione di altri imprenditori; 6- le regole per l’assunzione delle decisioni. Specifiche. Il programma comune e la sua realizzazione costituiscono il cuore del contratto di rete. Per realizzare ciò le imprese in rete possono scegliere di istituire un fondo comune con espresso vincolo di destinazione. Il contratto dovrà prevedere: 1- la misura ed i criteri di valutazione dei conferimenti iniziali (in denaro o in beni o servizi, purchè valutabili economicamente); 2- le regole di gestione del fondo comune. La legge riconosce alla rete d’impresa un’autonomia patrimoniale perfetta. I creditori potranno far valere i loro diritti esclusivamente sul fondo comune; i creditori particolari delle singole imprese retiste non potranno far valere invece alcun diritto sul fondo comune, né chiederne la divisione per tutta la durata del contratto. Gestione. Per previsione di legge il contratto di rete deve prevedere le regole per l’assunzione delle decisioni dei partecipanti su ogni materia o aspetto di interesse comune e per la gestione della rete. Il contratto può anche prevedere l’istituzione di un organo comune al quale conferire mandato per la direzione delle attività previste; l’organo comune è soggetto alle regole previste per il mandato, e più precisamente del mandato collettivo, con o senza rappresentanza. Responsabilità. Nei rapporti interni, l’inadempimento di una delle parti agli obblighi su di essa gravanti in virtù dell’appartenenza alla rete, fa sorgere la responsabilità dell’impresa inadempiente nei confronti delle altre imprese retiste. Facoltà delle imprese retiste è chiedere la risoluzione del contratto limitatamente all’impresa inadempiente oltre al risarcimento del danno. Nel caso venga meno una parte la cui partecipazione è essenziale, è possibile lo scioglimento del contratto. Agevolazioni fiscali. Per accedere all’agevolazione le imprese aderenti ad un contratto di rete devono accantonare ad apposita riserva una quota degli utili di esercizio destinandoli al fondo patrimoniale comune. Le imprese interessate devono presentare per via telematica e come da apposita modulistica specifica comunicazione all’Agenzia delle entrate. Possono accedere all’agevolazione sia le imprese che hanno originariamente sottoscritto un contratto di rete, sia le imprese che hanno aderito ad un contratto di rete già esistente. L’importo agevolabile non può eccedere il limite di 1.000.000 di euro per singola impresa; al limite individuale si aggiunge un limite di carattere generale relativamente alla somma complessiva che può godere dell’agevolazione a livello nazionale per ciascun anno di competenza (es. 20.000.000 di euro per l’anno 2011; 14.000.000 di euro per il 2012; ecc.) |
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