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Notiziario Marketpress di
Lunedì 04 Giugno 2012 |
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"I PAESI SVILUPPATI SONO IN BANCAROTTA"
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Trento, 4 giugno 2012 - Non ha usato mezze parole, Laurence Jacob Kotlikoff per definire la situazione finanziaria internazionale: "È il momento di guardare in faccia la realtà: i paesi sviluppati sono in bancarotta adesso, non fra 50, 30 o 10 anni! Il mondo industrializzato ha operato per sei decenni un enorme schema Ponzi e sta portando i nostri paesi, i nostri figli e noi stessi alla rovina". "Game over" è, in sostanza, uno schema arrivato al suo epilogo, per il professore della Boston University, intervenuto il 2 giugno alla Facoltà di Giurisprudenza, nell´ambito della settima edizione del Festival dell´Economia. Ad introdurre i lavori Ferdinando Giugliano, editorialista del "Financial Times". Laurence J. Kotlikoff professore di economia alla Boston University, oltre ad essere stato consulente per il Fondo Monetario internazionale e per la Banca d´Italia, è famoso anche per aver tentato la corsa alla Casa Bianca, come candidato di un movimento indipendente. Ed è infatti sull´America che si è concentrata la relazione dell´economista: "L´america, al pari degli altri paesi sviluppati, è in bancarotta. I politici ci hanno mentito e lo hanno fatto per essere di nuovo eletti. L´elettorato del resto non vuole sentire la verità. Lo schema Ponzi - ha chiarito Kotlikoff - ci ha portato sull´orlo della bancarotta, noi abbiamo creato una sorta di grande catena di Sant´antonio che funziona in questo modo: il governo si rivolge ai giovani e dice loro ´ho bisogno di denaro da te, questo prelievo lo chiamo tasse e queste tasse serviranno per gli anziani. Ma non preoccuparti, ti restituirò queste tasse con gli interessi´. Si tratta, in sostanza, di una promessa fatta dal governo ai giovani, ma questo non è altro che un debito implicito, che non viene registrato sui libri contabili". La crisi del debito sovrano ha focalizzato l´attenzione sul debito ufficiale, mentre il debito implicito sarebbe di dieci volte maggiore: "Partiamo da ciò che definisco il gap fiscale - ha proseguito Laurence Kotlikoff - che è uguale al debito ufficiale più il debito non ufficiale. Ebbene, il gap fiscale dei paesi sviluppati è enorme. Negli Usa è pari a 211.000 miliardi di dollari, 211 triliardi, è 14 volte il Pil, mentre il debito ufficiale si ferma a 10.000 miliardi di dollari. Il gap greco è 12 volte più grande del Pil, il gap tedesco 3 volte più grande del Pil. Per chiudere il gap fiscale americano, per ripianare questo enorme debito, bisognerebbe aumentare del 64% le tasse, oppure tagliare sussidi e pensioni del 40%, mentre per chiudere il gap fiscale tedesco basterebbe aumentare le tasse del 13% o tagliere sussidi e pensioni dell´11%". La situazione americana è sull´orlo del collasso: "Questo perché la spesa sanitaria è senza controllo come pure il sistema di welfare, mentre i paesi europei anche se hanno una demografia peggiore rispetto agli Usa sono riusciti a mettere in atto importanti riforme del sistema pensionistico, oltre ad avere un controllo diretto sulla spesa per la sanità". Ma soprattutto l´America non risparmia: "Il mio paese spende tutto ciò che guadagna, i paesi che non risparmiano non investono e non possono crescere. Basti pensare - ha commentato Kotlikoff - che il reddito medio, negli Usa, aggiustato all´inflazione, non è più elevato di quello del 1964. Il grande sogno americano si è infranto, i nostri figli non avranno una vita migliore della nostra, abbiamo fatto cose fantastiche per i nostri anziani, sia ricchi che poveri, ma a scapito dei nostri figli". Si è arrivati al famoso "game over": "Il deficit aumenta di anno in anno, il gap fiscale in America è cresciuto di 6.000 miliardi solo l´anno scorso, quando tutta la generazione dei baby boom arriverà alla pensione, essi riceveranno l´85% del Pil, sarà un conto salatissimo". Poche le scelte che si possono fare per evitare il tracollo economico: "Io ed altri economisti abbiamo individuato quelli che abbiamo chiamato i ´Piani viola´, un colore scelto perché è la combinazione di rosso e blu, i colori dei due partiti americani, i repubblicani e i democratici, a indicare che questi Piani valgono per entrambi. I Piani viola sono una sorta di manifesto per risolvere la questione fiscale, dell´energia, la sanità, le pensioni". L´economista ha quindi spiegato come, a suo avviso, il sistema bancario, che ha causato l´attuale crisi, deve muoversi per evitare la bancarotta: "Nelle banche c´è molta opacità, chiedono i soldi ai risparmiatori, ma poi con quei soldi giocano per così dire all´azzardo sul mercato finanziario. Questo è troppo pericoloso, dobbiamo avere la massima trasparenza. Bisognerebbe perciò impedire che le banche prendano a prestito troppi soldi, impedendo il loro indebitamento. Le banche dovrebbero costituire dei fondi, diventare una sorta di fondo aperto, senza debiti. Solo così il sistema diventerà più stabile e non ci saranno più fallimenti". |
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