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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Giugno 2012
 
   
  CHI CI SALVERÀ DALLA CRISI? AI GOVERNI LA RESPONSABILITÀ

 
   
  Trento, 5 giugno 2012 - “Se la Grecia uscirà dall’euro noi siamo impreparati e corriamo forti rischi” è intervenuto così Alessandro Profumo, presidente di Monte dei Paschi di Siena, durante l’incontro odierno al Festival dell´Economia che portava l’omonimo titolo del libro della protagonista dell’evento, Diane Coyle, membro del consiglio di amministrazione della Bbc, “Economia dell’abbastanza”. Ed è proprio tra le pagine del libro dell’economista freelance – è così che ama definirsi – che si cela la soluzione alla crisi economica e che in sintesi può essere definita così: “I mercati funzionano bene quando i governi funzionano bene”. I governi hanno una grande responsabilità nell’equilibrio economico specialmente di fronte a un mercato ricco di barriere alla libera concorrenza: “Sono i governi a fornire infrastrutture, regole, controlli – spiega Diane Coyle - e quindi spetta a loro agire per garantire alla popolazione un’economia sostenibile”. La crisi odierna, riprendendo le parole della coordinatrice Tonia Mastrobuoni, giornalista de “La Stampa”, è “imbarazzante”. Non è stata prevista da nessun economista e ora ci si arraffa per trovare la medicina giusta senza tenere conto dell’attore principale: il governo. In linea con la visione di Diane Coyle, Alessandro Profumo sostiene che “le decisioni principali le devono prendere i politici. Bisogna scegliere, dobbiamo essere incisivi nell’agire. Rischiamo che nasca un effetto a catena negativo. Bisogna capire che meccanismi mettere in piedi per evitare di trovarci a discutere fra breve della situazione dell’Italia e del Portogallo”. Naturalmente per i problemi più consistenti non c’è una risposta facile, come ha sostenuto la relatrice Paola Pica, giornalista del Corriere della Sera: “Siamo di fronte a una nuova rivoluzione industriale che tocca tutte le sfere del vivere sociale”. Ma rispetto a qualche anno fa, oggi si inizia a comprendere con fiducia quali possono essere i prossimi passi curativi. Nel libro di Diane Coyle si evidenziano, infatti, tre aspetti principali da tenere in considerazione. Il primo fa riferimento alla necessità di creare nuovi indici per misurare l’economia reale. Non è dunque più sufficiente il Pil, bisogna misurare il patrimonio della nazione. “Nessun paese – sostiene Diane Coyle – ha questo indice nel bilancio. Eppure va misurato il patrimonio finanziario, il capitale umano e i beni naturali presenti”. Un secondo punto è rappresentato dalle istituzioni. Durante la rivoluzione industriale c’erano i sindacati che svolgevano un ruolo fondamentale nell’aggregazione di idee e persone, “oggi – prosegue l’economista Coyle – quali sono le istituzioni della generazione di Facebook? La classe dirigente si è sempre formata dalle istituzioni. Necessitiamo di istituzioni”. A concludere il quadro vi sono i valori: “Gli economisti si sono sempre disinteressanti dell’etica. Ma è dall’etica, dai valori che si possono comprendere le necessità, i bisogni della popolazione”. Dunque, è l’intero sistema che deve essere ripensato. Questo in sintesi il messaggio di Diane Coyle, condiviso da Alessandro Profumo che, però, riportando la discussione su un piano più terreno, sostiene: “Risolvere i problemi del mondo è troppo ambizioso. Per prima cosa pensiamo a salvare l’Europa. Ed è vero che le banche vanno disintermediate, ma non è un’azione subito realizzabile. Subentrano molti fattori, e sono molteplici i cambiamenti da mettere in atto”.  
   
 

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