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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Giugno 2012
 
   
  “LA MEDICINA NON PUO’ DISCRIMINARE TRA UOMO E DONNA”

 
   
  Trento, 6 giugno 2012 - Non tutti lo sanno, ma la sperimentazione medica riguarda soprattutto uomini. Eppure, per la scienza medica le differenze tra uomo e donna sono sostanziali sia come reazione ai farmaci che alle malattie. Da tempo è attivo un movimento scientifico che promuove la parità tra i due sessi. A Trento, si è tenuto il 4 giugno l´incontro “Genere e Salute: la medicina secondo un approccio di genere”. A presentarlo è stata l’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami: “E compito dell’assessorato e della Provincia promuovere dei momenti di incontro e di formazione su temi che riguardano sia la salute che la parità tra uomo e donna. Il seminario di oggi è una delle molte iniziative che abbiamo organizzato sul territorio. Il tema di oggi è particolarmente importante perché tocca i principi della medicina e del diritto alla salute”. La Sala Rosa del Palazzo della Regione ha ospitato oggi l´incontro "Genere e salute: la medicina secondo un approccio di genere", appuntamento rivolto specificamente agli operatori del settore medico, con l’obiettivo di offrire un’occasione di informazione e divulgazione rispetto alla Medicina di Genere. Quest’ultima, infatti, tiene conto delle differenze tra uomini e donne, e attraversa tutte le specialità mediche le condizioni di parità sia nella ricerca che nella sperimentazione e nella cura. L´incontro è stato organizzato dall´Assessorato provinciale alla solidarietà internazionale ed alla convivenza, e dall’Assessorato alla salute e politiche sociali, in collaborazione con l’Azienda provinciale per i Servizi sanitari nell´ambito del progetto "Genere e salute". “Mediante un approccio di genere alla medicina - ha spiegato il dottor Maurizio Del Greco, dirigente medico di cardiologia dell’ospedale S. Chiara - si intendono valutare e fronteggiare le patologie che colpiscono entrambi i generi, che hanno una storia clinica diversa e richiedono una risposta medica e organizzativa diversa”. I lavori si sono concentrati sulle differenze fra uomini e donne non solo dal punto di vista anatomo/fisiologico ma anche psicologico, sociale e culturale e, in secondo luogo, della differenza di risposta alle cure. “In Italia - ha spiegato la professoressa Giovannella Baggio, direttore Uoc di Medicina generale dell’Azienda ospedaliera Università di Padova, e presidente del Centro studi nazionale su salute e medicina di genere - siamo partiti in ritardo, dopo il 2005, ma in questi anni siamo riusciti a portare avanti un’opera di sensibilizzazione e scientifica che ci ha permesso si superare molti altri paesi europei”.  
   
 

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