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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 06 Giugno 2012 |
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UE, ACTA: TRE COMMISSIONI SI ESPRIMONO SULL´ACCORDO
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Bruxelles, 6 giugno 2012 - L´accordo Acta deve essere votato dal Parlamento europeo all´inizio di luglio. Nel frattempo i deputati lavorano sul dossier. La commissione agli Affari giuridici ha rifiutato un progetto di parere che ne raccomandava l´approvazione, mentre le commissioni all´Industria e alle Libertà civili hanno approvato i rapporti in cui si raccomanda il suo rifiuto. Martedì, anche la commissione allo Sviluppo si è pronunciata contraria. Per entrare in vigore all´interno dell´Unione europea, l´accordo Acta deve essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio dell´Ue. In seguito ratificato dagli Stati membri. I deputati dovranno votare l´accordo anti-contraffazione durante la sessione plenaria che si terrà dal 2 al 5 luglio. E il loro voto si baserà sulla raccomandazione inviata dalla Commissione al Commercio internazionale. Le commissioni agli Affari giuridici, alle Libertà civili, all´Industria e allo Sviluppo, hanno il diritto di inviare la propria opinione. La commissione allo Sviluppo si è pronunciata martedì 5 giugno contro l´approvazione di Acta. Il deputato inglese di centro sinistra David Martin, relatore del dossier, ha inoltre invitato i suoi colleghi a votare contro. La commissione al Commercio internazionale si pronuncerà il 20 e il 21 giugno prossimo. La posizione della Commissione europea - La Commissione europea è piuttosto favorevole all´accordo. Il 10 maggio ha rinviato il dossier alla Corte europea di giustizia per verificare la sua compatibilità con i diritti e le libertà fondamentali dell´Unione europea. Ha inoltre richiesto al Parlamento di non pronunciarsi prima del verdetto della Corte. L´obiettivo di Acta è quello di far rispettare i diritti di proprietà intellettuale a livello internazionale. Molti paesi sviluppati temono che la contraffazione e la pirateria possano nuocere alle loro economie. Nonostante ciò, chi si oppone all´accordo crede che Acta favorisca gli interessi delle grandi aziende, mettendo in pericolo i diritti dei cittadini europei. |
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