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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Giugno 2012
 
   
  RIDURRE I FANGHI DI DEPURAZIONE CON L´AIUTO DELLA BIOMASSA MICROBICA

 
   
  Bruxelles, 14 giugno 2012 - Gli scienziati hanno sviluppato un processo che può ridurre di dieci volte la quantità di fanghi prodotti dagli impianti di depurazione. Questo trattamento biologico è il risultato del progetto Innowatech ("Innovative and integrated technologies for the treatment of industrial wastewater"), che è stato sostenuto nell´ambito dell´area tematica "Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi" del Sesto programma quadro dell´Ue (6° Pq) con ben 2,75 milioni di euro. La maggior parte delle persone riconosce che il trattamento delle acque reflue industriali a basso costo è possibile impiegando processi biologici. Il problema, tuttavia, è che i microbi riescono più o meno a degradare le sostanze inquinanti prodotte dall´industria, tra cui quella del cuoio, del tessile e farmaceutica . Un team di scienziati dell´Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Consiglio nazionale delle ricerche in Italia ha sviluppato una sofisticata tecnologia che consente alla biomassa microbica, che ha la capacità di degradare i rifiuti, di crescere soprattutto sotto forma di granuli. Hanno sviluppato, testato e scalato l´intero processo. I ricercatori lo hanno battezzato processo Sbbgr (Sequencing batch biofilter granular reactor). I pori intrappolano i granuli in un materiale plastico di supporto in un reattore. Vengono prodotti meno fanghi di depurazione perché i microbi sono sotto stress. Quello che avviene è che i microbi non sono nell´ambiente giusto per proliferare. Qual è stato il risultato? Si avranno meno microbi e quindi meno rifiuti. Lo svantaggio di utilizzare un sistema biologico è che la rimozione di un chilo di acque reflue produce 500 grammi di fanghi di depurazione, che a loro volta devono essere smaltiti. Grazie a questa tecnologia innovativa si riduce di molto la quantità di fango. "Con questa tecnologia, si producono solo 50 grammi di fango", ha spiegato il coordinatore del progetto dell´Irsa, Antonio Lopez. Una struttura che utilizza questa tecnologia potrebbe essere 10 volte più piccola del solito. Alcuni esperti sono preoccupati per le complicazioni che potrebbero emergere. Per esempio, mettono in discussione ciò che accade all´interno del reattore e la concentrazione della biomassa. "Se la produzione di fanghi di depurazione è diminuita di 10 volte, ciò non significa necessariamente che anche il volume del bioreattore possa essere ridotto allo stesso modo," ha dichiarato Christoph Brepols, un esperto di acque reflue presso l´associazione del fiume Erft (Erftverband). Il trattamento di effluenti provenienti dalla lavorazione delle pelli e tessili è possibile quando l´ossigeno e il reattore sono integrati. Nonostante i costi alti, l´ozono può ossidare e abbattere la maggior parte dei composti organici. Benché la tecnologia innovativa non possa abbattere le sostanze inquinanti al 100%, può trasformarli in composti più biodegradabili. Meno ozono significa minori costi di trattamento. "Le acque reflue delle concerie sono una sorta di punto di riferimento nel settore delle acque reflue industriali", ha detto il dottor Lopez, perché non solo è complessa la loro composizione, ma neanche il loro trattamento è facile. Il team è ottimista circa l´uso dei reattori a fanghi di depurazione granulare. In Europa la produzione di fanghi di depurazione è in crescita. 20 anni fa venivano generati più di 5 milioni di tonnellate di residui secchi, questi sono aumentati fino a raggiungere i 10 milioni entro il 2007. Al momento abbiamo bisogno di 350-750 euro per lo smaltimento di una tonnellata di solidi secchi. Pertanto, la tecnologia innovativa è importante. Per maggiori informazioni, visitare: Water Research Institute (Irsa): http://www.Csir-water.com/    
   
 

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